di Giovanna de Giglio
A Lecce, Natale è già nell’aria. Dal giorno di Ognissanti fino all’Epifania scatta, in Puglia, il conto alla rovescia. I mercatini si animano, si accendono le luminarie in molti paesini pugliesi e già nelle cucine si iniziano a preparare i dolci della tradizione.
Dalle “cartellate” (dolci fritti di pasta frolla ripieni di vincotto di uva o di fichi) ai “mostaccioli” dolcetti di mandorla, vincotto, ricoperti di una glassa di cioccolato fondente e zucchero), alla cotognata ( mele cotogne e zucchero, alle “ pettole” frittelle a base di farina, patate, uva sultanina e zucchero.
Per assaporare appieno le tradizioni del Natale in Puglia, una sosta obbligata è la Fiera di Santa Lucia, a Lecce, ridente cittadina barocca, all’estremo lembo di Puglia. Tradizionalmente la fiera iniziava il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, ma da alcuni anni a questa parte la mostra mercato inizia l’8 dicembre e termina il 23 dicembre (orari di apertura 9,30 – 13 e 16 – 20,00 festivi dalle 9,30 ale 13 e dalle 16,00 alle 21,30) .
L’ex Convento dei Teatini ( in via Vittorio Emanuele III), nel cuore della città ospita uno dei più originali mercatini natalizi: “la fera de li pupi”, quello dei pupi e dei presepi in cartapesta.
La Fiera di Santa Lucia si tiene a Lecce fin dalla prima metà del secolo XVI , quando nella chiesa di Santa Lucia si esponevano figure dei presepi in cartapesta e terracotta. L’arte di lavorare la cartapesta risale al Settecento, grazie al gusto e alla creatività degli artigiani leccesi che per riprodurre immagini di Santi e Madonne, non disponendo di materiale di pregio utilizzavano materiale povero di riciclo fatto di carta, colla, stracci, paglia e gesso.
La tecnica della lavorazione rimane quella tradizionale e non ha subito grandi variazioni rispetto alle origini. La cartapesta leccese è composta da una poltiglia, fatta di poca carta straccia con cellulosa, acqua e colla di farina che viene pressata per eliminare l’eccesso di acqua; viene poi in seguito aggiunta una soluzione a base di amido, colla di animale e una sorta di resina.
In seguito, così composta può essere schiacciata in stampi di gesso oppure applicata su di un’intelaiatura leggera di filo di ferro o di paglia. Dopo averla essiccata ad una temperatura superiore ai trenta gradi, viene modellata con la cosiddetta “ focheggiatura” ed infine dipinta a mano. Il risultato finale sono dei veri e propri capolavori unici che trovano spazio, non solo a Natale nel presepe, ma anche nei salotti come soprammobili durante tutti i mesi dell’anno.
Gli espositori sono i cosiddetti “pupari” leccesi, che danno via libera ad autentiche creazioni artistiche, sprigionando il loro estro artistico che si realizza in oggetti sacri, pastori, angeli, zampognari, comete e grotte ed altri manufatti profani, come bambole in terracotta, giocattoli, pupi che si possono acquistare anche in alcune botteghe di tradizione.