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sabato, Dicembre 14, 2024

Svizzera. Tra i monti del Vallese

di Paola Babich

Andiamo in Svizzera per scoprire il fascino unico del Cervino, la straordinaria bellezza dei paesaggi, i sapori della gastronomia locale

“Non c’è montagna sulla Terra che presenti contorni tanto inconfondibili quanto il Cervino. E’ inavvicinabile, da ogni versante. Nessuno sa cosa, millenni fa, dovessero provare o pensare gli abitanti del Vallese guardando l'”Horu”, nome che ancora oggi gli attribuiscono”.

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Cervino, Matterhorn, Mont Cervin. Uno dei simboli di tutte le montagne, come sottolinea il celebre alpinista altoatesino Reinhold Messner nel suo ultimo libro Cervino. Il piĂą nobile scoglio, in cui narra la storia della ‘conquista’ del Cervino. Siamo in Svizzera, nel cantone del Vallese. Il 14 luglio 1865, 150 anni fa, il Cervino venne scalato per la prima volta dal versante svizzero, da una cordata guidata dal francese Michel Croz e dall’inglese Edward Whymper; ma l’impresa si concluse tragicamente: nella discesa la corda si ruppe e quattro scalatori morirono. Pochi giorni dopo, il 17 luglio, la cima fu raggiunta dalla guida valdostana Jean-Antoine Carrel, dal versante italiano. “Il 1865 è un anno fondamentale per l’alpinismo moderno -scrive Messner- iniziato nel 1786 con la prima scalata del Monte Bianco e proseguito fino a oggi”. Una data storica, non solo per la storia dell’alpinismo, ma anche per quella del turismo. E a distanza di 150 anni, il Cervino resta un mito. In effetti, quando ci si avvicina e lo si vede di fronte a sè, coi suoi 4478 m., si rimane comunque a bocca aperta. Siamo a Zermatt, dove si arriva in treno, e dove le auto sono proibite. Natura e aria pura. Questa localitĂ  a 1616 m. tanto amata da turisti di ogni dove, a fine ‘700 era una meta per studiosi di scienze naturali; solo nel 1820 iniziò a prendere piede il turismo; il primo hotel fu il Monte Rosa, tuttora in pieno centro, ed è qui che si riunirono le cordate di Whymper prima della scalata del 1865. Zermatt è circondata da quasi 40 cime che superano i 4000 m. ed una delle aree svizzere in cui piove meno. Passeggiare per il centro è piacevolissimo, e addentrarsi nel piccolo nucleo antico consente di vedere le tipiche case walser, in legno, la piĂą vecchia delle quali ha 500 anni. E per sapere di piĂą delle tradizioni locali, c’è il Museo del Cervino, ricco di fotografie e oggetti. Avete voglia di una sciata estiva? Accontentati: qui trovate la piĂą ampia area sciistica estiva delle alpi, con oltre 20 km di piste. Desiderate godervi le cime? Basta andare al Matterhorn Glacier Paradise: e una volta a quota 3883, alla piattaforma panoramica, lo spettacolo è di quelli che non si dimenticano (e merita una visita anche la Grotta di ghiaccio). Per chi ama passeggiare o pedalare, ci sono ben 400 km. di sentieri per escursionismo e 100 per mountain bike. Per esempio si può prendere la funicolare e andare a Sunnegga, e magari cimentarsi con la kickbike, sorta di bici monopattino, o optare per salire in carrozza sul trenino del Gornergrat, la piĂą alta ferrovia a cremagliera d’Europa costruita all’aperto, a 3089 m., che offre un panorama unico. Ecco dunque un ottimo assaggio del Vallese: cantone ricoperto per un buon 20 per cento di ghiacciai, ma col clima piĂą secco e soleggiato dell’intera Svizzera, ricco di contrasti paesaggistici di grande fascino; dalle vette di oltre 4000 metri alle dolci vallate coltivate a vigneti e alberi da frutta, dagli ampi prati ai laghetti alpini dalle acque cristalline. Sentieri, passeggiate, boschi dove riossigenarsi… A nord ovest di Zermatt, a quota 1500, affacciata sulla Valle del Rodano, ecco Crans-Montana, amata dai patiti della montagna, e anche da diversi personaggi famosi, da Roger Moore a Carole Bouquet. Tutto ha inizio nel 1892. L’altopiano diventa una meta turistica grazie alla costruzione dell’Hotel du Parc, e a ThĂ©dore Stephani, un medico di Ginevra che raccomanda ai suoi pazienti di soggiornare in questo luogo, per la bellezza del paesaggio e la purezza dell’aria. Non tarda ad arrivare lo sport: nel 1905 si inaugura la prima stagione invernale; qualche mese dopo apre un campo da golf a nove buche, ampliato nel 1908, così da dotare l’altopiano del campo da golf a 18 buche piĂą alto del mondo. E la tradizione si mantiene: ancora oggi Crans-Montana è famosa per gare internazionali di sci e golf di alto livello. E non c’è da stupirsi se la localitĂ  riscuote tanto successo; da qui la vista è meravigliosa, un panorama che si estende per 200 km di lunghezza, spaziando su cime di oltre 4000 metri, dal Sempione al Monte Bianco, che formano la leggendaria “Corona imperiale”. Per le escursioni, c’è solo l’imbarazzo della scelta, a partire da quelle che rientrano tra le attivitĂ  dolci di Grandeur Nature, un mix di attvitĂ  sportive, tesori naturali, scoperte culturali e indirizzi gastronomici; per esempio, si può passeggiare lungo le bisse, i canali d’irrigazioni storici della regione, e scoprire l’ecomuseo di Colombire (per visite guidate, Pascale Haegler, www.swiss-alpine-emotion.com). E poi, per divertirsi e rilassarsi, la Crans Montana Beach, la Casa di Bibi per i bimbi e tanti eventi.

Wallis: Gastronomie im Kanton Wallis

Nettare e ambrosia.. Raclette, fondue, brisolĂ©e… Le specialitĂ  del Vallese prendono decisamente per la gola; a partire dalla Raclette, vera “istituzione”, a base dell’omonimo formaggio, fuso e accompagnato a patate, cipolline, cetrioli; speciale la carne secca del Vallese Igp, la cui lavorazione avviene sul territorio; si tratta di manzo essiccato con sale e diverse miscele di spezie, perfetto da degustare col tipico pane di segale. Il Petite Arvine, il grande vino vianco vallesano per antonomasia, il Fendant, ideale per l’aperitivo, l’Heida, ottenuto dal Savagnin, il Cornalin, rosso dalle note speziate e fruttate… La piĂą grande regione vinicola della Svizzera vanta quasi 60 diversi vitigni, molti dei quali, come quelli citati, autoctoni; una delizia per il palato.

 Wallis: Gastronomie im Kanton Wallis

Eventi

Alla Fondazione Pierre Arnaud di Lens/Crans-Montana, da vedere l’interessante e inconsueta mostra Homme Blanc Homme Noir, sino al 25 ottobre; www.fondationpierrearnaud.ch

Dove fermarsi

-A Zermatt, piacevolissimo l’Europe Hotel & Spa, www.europe-zermatt.ch; situazione familiare al ristorante Ried, sopra Zermatt, www.restaurantried.ch; cucina gustosa e casalinga al ristorante Gitz-Gadi, a Furi, www.hotelsilvana.ch

-A Crans-Montana, l’Hotel Guarda Golf è un’oasi a 5 stelle, per regalarsi qualcosa di speciale, approfittando anche della Spa e dei nuovi trattamenti; www.guardagolf.com; a quota 2212, il nuovo Chetzeron 2112, www.chetzeron.ch. Per degustazioni e acquisti, l’enoteca Le Tirbouchon, a Montana; cucina tipica a Le Mayen, con specialitĂ  come la raclette d’alpeggio preparata al fuoco di legna, la fondue di formaggio e carne; www.mayen.ch

 

Per saperne di piĂą: www.zermatt.ch, www.crans-montana.ch, www.valais.ch/it

Per approfondire

Cervino. Una montagna, un mito

NEL VENTO E NEL GHIACCIO, di Paolo Paci, Sperling & Kupfer

“Un viaggio attorno, sopra, sotto, dentro la montagna piĂą iconica che sia mai affiorata dalla crosta terrestre” quello affrontato da Paolo Paci e raccontato nel suo libro. Un viaggio iniziato con la domanda che l’autore si pose giĂ  alla fine degli anni ’80, e cioè: perchĂ© il Cervino è il Cervino? “Perchè proprio quella piramide… è diventata il simbolo assoluto dell Alpi, incarnando (o impietrando) l’idea stessa della montagna?”. Paci cerca di dare una risposta ripercorrendo gli itinerari dei pionieri, raccogliendo storie, sogni, testimonianze, rendendoci partecipi di un mondo di grande fascino.

  CMT CRANS-MONTANA TOURISME

CERVINO. IL PIU’ NOBILE SCOGLIO
di Reinhold Messner, Corbaccio

Le emozioni di un’impresa straordinaria sono narrate dal famoso alpinista in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla prima salita della ‘Gran Becca’.
  Il volume fa rivivere l’ascensione dell’inglese Edward Whymper e ripercorre anche la scalata del valdostano Jean-Antoine Carrel, che arrivò in cima, dal versante italiano, pochi giorni dopo. “Voglio salire con questi due alpinisti – spiega Messner – voglio capire che cosa li ha spinti, cosa hanno dovuto sopportare”. Due storie, uomini diversi, due modi completamente differenti di vivere la montagna.

 Articolo pubblicato su Intimità

 

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