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sabato, Luglio 27, 2024

E’ in Svizzera la foresta pluviale equatoriale pi

Testo e foto di Pia Bassi

Anche l’Europa può vantare la sua foresta tropicale pluviale. Si trova in Svizzera, sulle boscose colline a mezz’ora di macchina dal centro di Zurigo. Una porzione di Madagascar, che già da anni ospita il famoso zoo, con l’intento di far da tramite fra l’uomo, gli animali e la natura. Il suo nome Masoala, in lingua malgascia significa "occhio della foresta".
Qui piante ed animali tropicali sono protetti dal rigido clima centro-europeo; a coprire il tutto è un’enorme tensostruttura trasparente, con teloni di teflon, etilene-tetrafluoroetilene, sorretti da tubi in alluminio. L’isolamento è assicurato da tre teli, simili a giganteschi cuscini pieni d’aria, larghi 3,9 metri e lunghi 55, mentre un quarto telo è steso sulla cima dell’incastellatura, per proteggerla dalla grandine. In questa foresta tropicale "europea", la vita si sviluppa a una temperatura compresa tra i 17 e i 28 gradi, con umidità relativa di circa l’80%. Un sistema altamente tecnologico raccoglie l’acqua piovana e la mette in circolo purificata. La precipitazione annua di 2.200 millimetri, corrisponde a circa 6 millimetri al giorno. Piove con regolarità cronometrica alle 7,30 del mattino per dieci minuti, e ogni volta vengono rilasciati 55 mila litri d’acqua. Durante l’estate si fa piovere anche due volte al giorno, in inverno due volte la settimana. Le alte temperature necessarie per fare vivere la foresta tropicale in inverno e l’aria condizionata per il raffreddamento nel periodo estivo, sono ottenute con bassi consumi energetici, sfruttando il legname ricavato dalle foreste attorno a Zurigo.
La costruzione iniziata nel 2001 e aperta al pubblico dal giugno 2003, è visitata da un notevole numero di persone (1,6 milioni nel 2006) che vogliono provare l’emozione di attraversare una foresta tropicale facendo la conoscenza dei timidi lemuri e dei camaleonti e nel contempo rendersi conto della complessità dell’ecosistema e del perché in natura queste foreste sono così fragili, quando vengono depauperate dei grandi alberi che sono la loro impalcatura e linfa vitale. Le foreste pluviali tropicali sono in regresso non solo in Madagascar ma, purtroppo, in tutto il mondo. Vengono abbattute per ottenere consistenti profitti dalla vendita di legname pregiato e avere terreno libero per le piantagioni di palma da olio, riso o altre colture industriali di ogni tipo, purché di apprezzabile valore commerciale, col risultato di compromettere l’intero ecosistema, non rinnovabile a breve o medio termine. Dimostrazioni di danni geologici irreversibili sono presenti in tutta la fascia equatoriale dove sono state smantellate le foreste pluviali.
In natura sono molte le specie che si sono estinte quando sono entrate in contatto con l’uomo. Per esempio, nel 1648 Etienne de Flacourt, viaggiatore francese della Compagnia delle Indie, descrisse un uccello gigantesco, con zampe elefantiache, senza ali e che deponeva uova gigantesche. L’animale classificato Aepyornis si estinse ben presto nel XVII secolo per l’intensa caccia a cui fu soggetto in Madagascar. Un’interessante ricostruzione del l’elefante uccello (questo è il nome volgare dell’animale) è in una delle sale attigue alla zona ristoro. Alex Rubel, direttore dello zoo di Zurigo, assicura che gli abitanti di questa foresta, vegetali ed animali, vivono in uno stato di benessere, lontano dai rischi di estinzione, anzi, molti animali si sono riprodotti e gli alberi hanno dato fiori e frutta.
Lo zoo di Zurigo partecipa per il 25% al progetto di conservazione della foresta naturale Masoala in Madagascar, individuata dall’Unesco quale patrimonio naturale mondiale, il quale anche grazie all’attenzione dedicata dalla Wildlife Conservation Society ha acquisito in tal modo lo status di territorio protetto riconosciuto in tutto il pianeta. Lo zoo destina inoltre il 2% degli introiti dell’attività commerciale (ristorazione e oggettistica artigianale relativi al Masoala), ai progetti educativi di villaggi e scuole del Madagascar che insistono sul territorio del parco ed ai programmi di conservazione.
La foresta pluviale zurighese è composta da più di 400 specie di piante (in Madagascar, 5.500 specie, 80% endemiche). Delle 17 mila piante messe a dimora nel 2003 (felci, orchidee e piante acquatiche), solo lo 0,5% non sopravvisse il primo anno. In seguito la varietà delle specie piantate fu diversificata con pianticelle ottenute da sementi importate dai vivai autoctoni: nel primo anno furono piantate 2400 pianticelle ottenute dai vivai Masoala dello zoo e alla fine del 2004 sotto l’ampia struttura vivevano 4700 piante del Madagascar. La foresta cominciava così a prendere forma e diventare intricata e lussureggiante: oggi conta circa 20mila esemplari. Per non depauperare la Masoala originale, molte piante sono state importate dal sud-est asiatico o acquistate nei vivai della Florida (Usa), Thailandia e Malesia. Camminando per i sentieri si possono ammirare nell’umidore della foresta alberi giganteschi e fiori straordinari come l’orchidea cometa, il fiore pipistrello, la pervinca del Madagascar, estremamente velenosa, dalla cui radici e foglie si estraggono essenze antitumorali per combattere la leucemia e cancri linfatici.
Ciò che sorprende maggiormente i visitatori sono gli animali: mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, insetti, pesci. In questa arca di Noè del XXI° secolo, nulla è stato dimenticato per ricreare il perfetto ecosistema pluviale equatoriale. Il lemure, animale simbolo del Madagascar, ti spia con i suoi grandi occhi rotondi pieni di sorpresa dal folto della vegetazione, mentre sta lappando il fiore zuccherino di un banano. Pur essendo vicino all’Africa, il Madagascar non possiede tutti gli animali presenti sul continente. Mancano per esempio molti predatori: leone, leopardo, cane selvatico; non ci sono ungulati: antilope, gazzella, giraffa, zebra, rinoceronte, ippopotamo.
Altre specie endemiche sono invece molto ben rappresentate come lemuridi e proscimmie, alcune delle quali con abitudini notturne, che marcano il territorio con una ghiandola odorifera. Differiscono dalle scimmie per la struttura del corpo , per il naso umido e per una terza palpebra, una membrana opaca che ricopre gli occhi quando sonnecchiano o si prendono cura della propria pelliccia.
La distruzione delle foreste va di pari passo con la riduzione delle specie di lemuri e di alcune già estinte, come il Paleopropithecus si conserva solo lo scheletro. Ancora oggi molte specie e sottospecie di lemuri vengono cacciate dalle popolazioni locali per la loro carne. Altre specie endemiche sono: il Grande riccio setoso o Tenrec di cui la popolazione è ghiotta; i couas, uccelli rari, alcuni estinti, i sauridi (gechi e camaleonti), la rana Mantella e il Microcebo di Goodman.
L’isola del Madagascar conta 290 specie di rettili, 250 di anfibi, 200 di uccelli e circa 120 specie di mammiferi. A Masoala ci sono più di 40 specie diverse di vertebrati, metà dei quali uccelli, circa 300 individui. Già dal primo anno molti uccelli hanno nidificato e prolificato: la pernice del Madagascar, l’alzavola Berner, l’anatra di Meller, l’ibis crestata e tanti altri ancora.
Gli abitanti del mondo acquatico vivono in laguna e nei ruscelli. Completano il quadro dell’ecosistema gli invertebrati e tanti utili insetti che concorrono alla decomposizione della materia organica. Nonostante la foresta non sia visitabile di notte, quando i vari animali notturni comunicano con versi e canti particolari, può essere considerata come "esperienza di vita" su un pianeta extraterreste.

I numeri della grande serra
Superficie 11 mila m2; larghezza 90 m; lunghezza 120 m; altezza 30 m; superficie delle coperture del tetto 14.000 m2; volume 200.000 m3. Il tutto è costato 52 milioni di franchi svizzeri. Una cifra ragionevole per il più grande ecosistema in serra al mondo. Lo zoo di Zurigo e la foresta pluviale Masoala sono aperti 365 giorni all’anno, con orario 10-18, da marzo a ottobre e 10-17 da novembre a febbraio.

Info: www.zoo.ch; www.mywitzerland.com; N. verde 0080010020030.

Articolo pubblicato su PIEMONTE PARCHI gennaio-febbraio 2008

 

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