Definito da qualcuno come la "Cenerentola dell’Africa meridionale" per il suo limitato interesse politico, economico e turistico, lo Zambia (grande due volte e mezzo l’Italia ma con solo 12 milioni di abitanti e una densità di 16) occupa, con la sua strana conformazione ad 8 orizzontale per una profonda penetrazione nel suo territorio centrale del Congo, il cuore dell’Africa australe senza alcun sbocco al mare (le coste più vicine distano almeno mille km), circondato da una miriade di nazioni: Angola, Namibia, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Malawi, Tanzania e Congo (ex Zaire). Risulta formato da un altopiano ad un’altezza di 900-1.500 m con uno zoccolo geologico antichissimo ricoperto da una fertile copertura alluvionale, orlato ad est da una catena montuosa alta fino a 2.200 m che digrada a sud-ovest verso le grandi vallate dello Zambesi, maggior fiume della regione, e del suo affluente Luangwa. Ricco d’acqua, possiede un solo vasto lago (Banguelo), ma condivide il Tanganika con la Tanzania, il Mweru con il Congo e quello artificiale di Kariba sullo Zambesi con lo Zimbabwe, con il quale ha anche in comune le Cascate Vittoria, protette dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Presenta un clima tropicale continentale, con vegetazione a savana erbosa e arborata, a nord foreste rade e lungo i grandi fiumi fitte foreste a gallerie. Popolato in origine da cacciatori nomadi boscimani, subì nell’ XI sec. un’immigrazione di bantù che introdussero agricoltura, allevamento e metallurgia, dando vita anche a potenti regni locali, e nel XVII sec. di zulu dal Sudafrica; nel 1800 si assistette ad un intenso commercio di minerali, avorio e schiavi ad opera di mercanti arabi, swahili e portoghesi. Esplorato nella seconda metà del 1800 dall’inglese David Livingstone, venne occupato a fine 800 assieme allo Zimbabwe dai sudafricani di Cecil Rhodes, per diventare nel 1914 protettorato inglese con il nome di Rhodesia del Nord. Ad attirare conquistatori sono sempre stati i suoi ingenti depositi minerari: rame, tra i maggiori del mondo, poi cobalto, carbone e pietre preziose. L’indipendenza è arrivata nel 1964, ma non ha ancora prodotto pace, benessere e democrazia: utopie politiche ed economiche, dissidi con gli instabili vicini, oscillazione nel prezzo del rame, difficoltà con i trasporti, profughi stranieri, nazionalizzazioni, malversazioni, corruzioni e sete di potere ne fanno ancora oggi uno dei paesi più poveri del continente. Gli abitanti si suddividono in 73 tribù di ceppo bantu, appartenenti a 35 gruppi etnici con 20 lingue diverse; i due terzi formano la popolazione rurale che utilizza con un’agricoltura rudimentale appena il 7 % del fertile territorio coltivabile, producendo soprattutto mais e manioca.
Nonostante ciò lo Zambia, che qualcuno definisce l’ultimo angolo intonso della vera Africa, risulta molto attivo nella difesa ambientale: protegge infatti ben il 41 % del territorio mediante 19 parchi e centinaia di riserve, dove si possono incontrare praticamente tutte le tipologie di flora e di fauna africana. Il parco di Kafue, il maggiore, si estende per 2 milioni di ettari, il South Luangwa, il più famoso, per uno, grande quanto metà della Puglia. Situato nello Zambia orientale lungo il corso del grande e sinuoso fiume omonimo, presenta sulle rive stagni, paludi, savane e foreste con imponenti piante di mogano, ebano, tamarindo, mopane, baobab e i curiosissimi alberi dei salami; viene considerato una delle maggiori riserve faunistiche del mondo (60 specie di mammiferi e 400 varietà di uccelli), soprattutto per i grandi branchi di elefanti e di ippopotami. Qui si possono avvistare facilmente i "big five" africani (elefante, leone, rinoceronte,bufalo e leopardo), oltre naturalmente a tante altre specie, ma è anche il posto ideale per incontrare animali minuscoli ma non per questo meno interessanti, come i voraci formicaleoni appostati al fondo di lisce cavità coniche in paziente attesa delle loro prede, le termiti che costruiscono tane di pietra alte più di un uomo, con una ragnatela di gallerie scavate all’interno, gli scarabei stercorari intenti a trascinare palle di sterco più grandi di loro, le squillanti raganelle capaci di arrampicarsi ovunque grazie alle loro zampe a ventosa, oppure le variopinte lucertole intente a riscaldarsi al sole. Ma, soprattutto, il South Luangwa costituisce uno dei pochi posti in Africa dove è possibile fare, a fianco dei safari tradizionali in fuoristrada, i safari d’avventura, o trekking safari, cioè escursioni a piedi di giorno e di notte alla ricerca degli animali accompagnati da ranger armati. Camminando infatti si captano maggiormente suoni, odori, immagini e sensazioni, oltre ad immergersi di più nell’ambiente ed a viverne le relative emozioni, anche se in auto si avvicinano più facilmente gli animali che non a piedi. Ma volete mettere le sensazioni che si possono provare, immersi nel buio e nei mille rumori della notte equatoriale, mentre si cercano di avvistare leopardi, iene, civette, gufi e zibetti ? Questa originale forma di safari venne introdotta in Zambia da Norman Carr, scrittore e grande cacciatore dell’epopea romantica poi convertitosi al protezionismo, tanto che nel 1938 fu tra gli ideatori del parco del South Luangwa e dei suoi esclusivi (e costosissimi) lodges e bushcamps, predisposti per ricevere da giugno ad ottobre un numero massimo di 6-8 persone alla volta. Altro parco esclusivo, poco battuto ma di estremo interesse per vegetazione e fauna, è il Lover Zambesi, 120 km lungo il grande fiume nell’angolo sud-orientale del paese, che forma una miriade di isole esplorabili anche in canoa.
L’operatore milanese "I Viaggi di Maurizio Levi" (tel. 02 34 93 45 28, www.deserti-viaggilevi.it), specializzato con il proprio catalogo "Deserti" in viaggi e spedizioni a valenza ecologica e ambientale in tutto il mondo, propone in Zambia un tour di 10 giorni per piccoli gruppi rivolto all’esplorazione in fuoristrada e con walking safari del parco del South Luangwa. Partenze individuali da giugno ad ottobre 2009 con voli di linea Lufthansa da Milano e Roma, pernottamenti in confortevoli lodge e bushcamp con pensione completa, guide locali di lingua italiana e inglese, quote da 4.580 euro. Possibilità di estensione al parco Lover Zambesi.