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Sannio e Costiera nella magia delle Città del Vino

di Elena Pizzetti

Vitigni autoctoni e riti ancestrali, borghi medievali e terrazze assolate. Dalla provincia di Benevento fino a Furore la vite è protagonista di storie e passioni.

 

 

Il vino come cultura, passione, amore e determinazione. Avvolto da un misticismo che racconta il rispetto sacro verso la terra. Lo si percepisce nelle Città del Vino campane, a cominciare da Pontelatone, nell’alto casertano, con il suo DOP Casavecchia, minerale ed elegante, e il Palagrello bianco e quello nero, presente anche nella Vigna del Ventaglio di Caserta, voluta dal re Ferdinando IV di Borbone. Per degustarli si va alla Fattoria Alois, dove Michele, erede di una famiglia di prestigiosi tessitori di seta a San Leucio, per primo ha riscoperto il Casavecchia (www.vinialois.it).

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Il vino è il Genius Loci di Castelvenere, nel Sannio beneventano, che con il 67% della superficie adibito a vitigno, è il paese più vitato d’Italia e conta venti produttori. La grande protagonista è la Falanghina, così come a Sant’Agata de’ Goti, alle falde del Monte Taburno, città fortezza adagiata su una terrazza tufacea tra i due affluenti del fiume Isclero. La Falanghina DOC racconta una storia di famiglia: la prima bottiglia datata 1979 è gelosamente conservata nella cantina Mustilli, nel cuore fresco di gallerie sotterranee che accompagnano da secoli la vita degli abitanti perché Sant’Agata è ricchissima di cantine ipogee scavate a imbuto nel tufo. Tra i Borghi più belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring, ha una luce madreperlacea e un’aurea austera che le conferiscono un fascino unico. Terra di tesori antichi: qui, nel 1973, nelle campagne dell’antica Saticula, venne trovato il celebre Cratere Europa prodotto a Paestum intorno al 350-330 a.C. Solo in centro si contano dieci chiese e un Duomo con un pavimento cosmatesco di rara bellezza. In centro si dorme immersi nel fascino di ambienti settecenteschi tra gli arredi di famiglia nel B&B Mustilli (mustilli.com) oppure nel verde della campagna all’agriturismo L’Ape Regina (www.agriturismoaperegina.it). Cucina tipica all’Antico Borgo (tel. 0823.717389).

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Ed eccoci a Guardia Sanframondi a percorrere il dedalo di stradine acciottolate che si avvitano come un’elica intorno all’imponente castello normanno, fedeli al disegno urbanistico quattrocentesco. Numerosi gli antichi palazzi gentilizi adorni di stemmi, tra scorci verticali sul torrente Ratello, con una vista che salendo diventa sempre più ampia fino ad abbracciare tutta la valle del Calore, tra distese di ulivi e viti, come se Guardia fosse sospesa tra terra e cielo, ma propendesse per quest’ultimo. Un borgo di antiche suggestioni che sta ammaliando inglesi e americani che, infatti, hanno già acquistato circa 100 abitazioni. Il passaparola partì da un’artista scozzese che si trasferì qui sei anni fa pagando una casa 15.00 euro. Così oggi su 5.300 abitanti 50 sono anglofoni e il Comune organizza per loro corsi di lingua italiana. “Ma a parte la bellezza del luogo – ci spiega Clear, manager americana che qui si è trasferita da sola – è l’accoglienza della gente ad avermi conquistata”. Le tradizioni medievali delle antiche confraternite rivivono nei “Riti Settennali di Penitenza in Onore dell’Assunta” che si svolgeranno il prossimo agosto con 4.000 comparse e la partecipazione di tutta la comunità. E la grande cultura del vino è espressa dal La Guardiense (www.laguardiense.it), tra le maggiori cantine d’Italia: 1.000 soci che coltivano 1.500 ettari di uve con gioielli come la linea Janare (le antiche streghe di Benevento), dedicata ai vitigni autoctoni, in particolar modo, a Falanghina e Aglianico.

Pochi chilometri e tutto cambia. Il bagliore della Costiera Amalfitana esalta i profumi della terra strappata alla montagna più impervia dalla coraggiosa determinazione di Raffaele Palma che, a pochi chilometri da Maiori, su terrazze a picco sul mare, produce vino DOC, olio DOP e limoni IGP biologici (www.raffaelepalma.it). Siamo nella terra assolata del Limone sfusato Igp che ispira piatti e cocktail come il mojito al limoncello, un’esclusiva del Bar 52 a Minori. Sono capolavori i vini di Marisa Cuomo (www.marisacuomo.com ) a Furore, dove gli abitanti sono contadini e pescatori con “un piede in barca e uno in vigna”. Linguine alla colatura di alici indimenticabili all’Hostaria di Bacco (www.baccofurore.it), mentre per dormire si va a Ravello nell’intramontabile lusso del Belmond Hotel Caruso (belmond.com) o di Palazzo Avino (www.palazzoavino.com).

Articolo pubblicato su Il Giornale il 25 ottobre 2016

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