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venerdì, Maggio 3, 2024

L’Italia NON è una Repubblica fondata sul turismo…ma dovrebbe esserlo…

Quando si parla dellItalia e del pil, si sente spesso citare il “leggendario” …il 13% del pil è dato dal turismo. Bene, Andrea Baccuini, imprenditore e destination designer, ha raccolto tutte le esperienze nell’ambito dell’accoglienza in un pamphlet, edito da Gribaudo, dal titolo “Io sono turismo. L’Italia non è una Repubblica fondata sul turismo, ma dovrebbe esserlo.”

Italia e turismo, l’eterna diatriba

Il titolo è esaustivo e, nel testo, l’autore offre una serie di proposte concrete per aiutare i manager e i giovani e aspiranti imprenditori italiani a interpretare e a orientarsi nell’hospitality 4.0, la naturale, ma mai abbastanza valorizzata, evoluzione hi-tech del settore, a partire dall’analisi detur-insta (neologismo creato da Baccuini), il nuovo turista social che condi-vive le esperienze a 360°, fino ad arrivare a toccare tutte le fasi del processo: il pricing, la promozione, la vendita, la valorizzazione. 

Italia

Italia, sei sempre una destinazione meravigliosa? Oppure sei a forte rischio di non esserlo più? È la domanda, provocatoria, da cui parte Andrea Baccuini nel suo libro, diviso in venti capitoli, scritto con uno stile agile e provocatorio, ricco di aneddoti ed esperienze vissute in prima persona dall’autore, in cui racconta la sua visione per voltare pagina e far sì che il Belpaese torni a essere quello che tutti sogniamo: il “più bello del mondo”.

Spunti taglienti per dare il là ad un dibattito che punti concretamente a superare le obsolescenze del turismo italiano, per certi versi fermo agli anni Sessanta. In un mercato sempre più dinamico e competitivo, con l’intero comparto che vale fino al 13% del pil nazionale, è giusta una riflessione amara e sfidante, ma non rassegnata, frutto di decenni di analisi e di lavoro di Baccuini come “destination designer”, che porta a una serie di proposte concrete, a una “cassetta per gli attrezzi” a disposizione degli operatori del turismo di oggi, ma soprattutto di quelli che lo vorranno diventare, per cambiare il gioco, tutti insieme. “Perché da soli si va più forte… ma in compagnia si va più lontano”.

«Nello scenario attuale non bastano più le bellezze storico-paesaggistiche dell’Italia – è la scintilla da cui parte la riflessione – Non può più bastare ai nuovi turisti, connessi H24 al web e ai social network, anelanti al meglio del pianeta e soprattutto alla sua condivisione in tempo reale sui social – scrive Baccuini – Parliamo di un target che reclama servizi mirati e personalizzati di fascia alta, soluzioni alberghiere di ottimo livello, ristoranti all’altezza, trasporti efficienti, intrattenimento di qualità ed è disposto a corrispondere quanto dovuto per il top. Garantire una proposta strutturata e superiore alle aspettative rappresenta una sfida ma è anche la più interessante opportunità di investimento per l’intero nostro settore turistico, data la premessa».

Italia
Andrea Baccuini

Vale a dire, il sempre più esigente cliente prosumer che produce e consuma contenuti digitali evoluti, affamato non più solo delle bellezze e del buon cibo del Belpaese, ma di esperienze, anche virtuali, indimenticabili. Tra le parole chiave e le ricette contenute nel volume, fondamentali per avviare e gestire con successo la rivoluzione del settore:

Data Scientist e Social Tourism per anticipare e seguire passo passo le aspettative di un tur-insta che condi-vive le sue esperienze online in tempo reale;

Italy Pass, una app per raccogliere dati, razionalizzare i flussi turistici e offrire nuove leve di marketing a tutti i player del sistema;

Stagionali.gov, una piattaforma web per ristrutturare la rotazione e la formazione degli addetti impiegati nel turismo, grazie a cui inaugurare una gestione smart del personale e del business; la centralità dell’entertainment, laddove produrre format e contenuti originali e appealing è oggi imprescindibile per coinvolgere e stimolare i nuovi viaggiatori.

Per finire, Baccuini, imprenditore creativo, spiega come costruire modelli turistici vincenti a base di: una gestione illuminata delle risorse, una nuova sinergia tra pubblico-privato (con suggestioni per sconfiggere una volta per tutte la piaga sociale del “nero”); la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale italiano; un fine dining/fine drinking impeccabili, un servizio davvero luxury coronato da un entertainment travolgente.

Solo in questo modo, le già note location mozzafiato italiane e le migliaia con il potenziale per diventarlo potranno non solo attirare una volta ma soprattutto “trattenere” e far tornare anche in futuro gli esigenti tur-insti 4.0, affamati di contenuti ed esperienze straordinarie e pronti a tradire l’ex Belpaese con i nuovi emergenti del turismo globale, destinazioni molto meno fascinose dell’Italia ma decisamente più attrezzate e aggressive sui mercati internazionali.

Massimo Terracina
Massimo Terracina
Giornalista dal 1987 si è sempre occupato di sport e turismo, con incursioni su radio e tv. Ha sempre la valigia pronta per esplorare il mondo, inesauribile fonte di spunti. Viaggiare allarga la mente. "State viaggiati" (con licenza)

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