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giovedì, Aprile 18, 2024

La Val d’Ultimo… Paradiso

Testo e foto di Maurizio Drago

Scenari mozzafiato, ottimi impianti sciistici, escursioni con le ciaspole, accoglienza. La cucina rispecchia la territorialità: ecco quello che ci aspetta se andiamo nella valle sudtirolese. Con buoni prezzi.

 

Nei masi rimasti si gioca al rumpler (vedi foto) , tipico gioco della Val d’Ultimo: si lancia una trottola che gira nelle varie stanze di un modellino di casa e acquista punti chi butta giu’ i birilli collocati nelle stanze, ma vince tutto chi entra nell’ultima stanza che – a dispetto dei maliziosi – non è la camera da letto della sposa, bensi’ la camera degli speck, ogni maso ha un luogo, quello piu’ importante, dove si conservano gli speck, segno -questo – di una comunità montana dove il valore è quello del prodotto e del suo rispetto.
La Val d’Ultimo o Valle di Ulten è una delle piu’ estese vallate del Sudtirolo. si raggiunge uscendo dall’autostrada A22 a Bolzano sud, poi si percorre la superstrada per Merano fino a Lana, da dove si imbocca la provinciale che conduce a destinazione. La Val d’Ultimo affianca il Parco Nazionale dello Stelvio, godendo cosi’ delle meraviglie della flora e della fauna uniche al mondo. Non è difficile incontrare stambecchi, cervi, marmotte oltre che gli uccelli rapaci come aquile, gufi, allocchi, civette, falchi, buiane, astori, gheppi e gibeti, avvoltoi la cui apertura alare raggiunge anche i 3 metri. Interessante la visita del Centro Visite Lahnersage a Santa Geltrude in cui funziona l’antica segheria restaurata dove un tempo si tagliavano i tronchi di legno sfruttando l’energia prodotta dall’acqua del Rio Valsura.
La gente di questa valle chiusa posta tra i 1100 e i 1500 metri, ricca di risorse naturali, boschi, selve e laghetti, è dinamica e per secoli ha vissuto in questo isolamento lavorando duro e rispettando piu’ il tempo della natura che quello creato dalla tecnologia. Gente che condivideva e viveva l’andamento delle stagioni e dei boschi dove le streghe non mancavano, come pure i fantasmi nei masi e i misteri del bosco. Per esorcizzare queste paure i quattro paesi della Val d’Ultimo hanno i nomi di santi: Santa Valburga, San Nicolò, Santa Geltrude e San Pancrazio. Una comunità che conta in totale circa 5 mila abitanti.
Ai meno giovani questa valle ricorda, gossipando, uno scandalo, un fatto delittuoso a sfondo sessuale che fece scalpore in tutta Italia quando nella chiesa di Santa Valburga, in una fredda sera di novembre del 1973, il prete ammazzo’ la sua perpetua di 63 anni perché rifiutò di acconsentire alle sue voglie. Le indagini intuirono che lui, non vedendo arrivare la sua amante, mezzo ubriaco, volle abusare della perpetua. Il fatto divise in due l’Italia fra colpevolisti e innocentisti, il prete fu allontanato nei primi anni ma poi fu assolto per insufficienza di prove, ma c’era chi sosteneva che la chiesa lo copriva, come la scrittrice Maria Luisa Maurer che scrisse il romanzo "Il cappello nero", presentandosi poi alle prediche di don Josef con al collo un medaglione con la foto della perpetua morta.
L’economia della valle si è buttata da pochi anni nel turismo. Prima gli abitanti non ne sentivano il bisogno, il loro reddito proveniva dal lavoro delle numerose dighe idroelettriche che sono state costruite in queste zone e molti contadini erano diventati operai specializzati e tecnici nella costruzione delle dighe sin dagli anni trenta. Da alcuni anni hanno scoperto il turismo e quei contadini divenuti poi esperti in costruzioni di dighe sono diventati albergatori, ristoratori, guide e ideatori di importanti impianti sciistici. Abbiamo incontrato Herbert Gamper che gestisce l’ottimo impianto sciistico Schwemmalm con una funivia attiva anche d’estate. Lui è stato campione europeo e italiano di sci negli anni 1974 e 1975. Lo ski area conta ben 25 chilometri di piste per la discesa e 12 chilometri di piste da fondo. Si possono fare delle suggestive ciaspolate (vedi foto) nei boschi della valle.
Ma altri abitanti hanno puntato sulla lavorazione dei prodotti. Qui incontriamo una donna con la straordinaria volontà di rispettare la natura e, grazie a questo, è riuscita a creare reddito. Ha un nome quasi impronunciabile per noi italiani, Waltraud Schwienbacher, chiamata piu’ semplicemente Traudi. (foto).
Lei è una leggendaria promotrice della valorizzazione dei prodotti tipici della valle. Vuole mettere in primo piano l’allevamento degli ovini con tutti i prodotti che ne derivano, come il lavoro dei pastori, la lana e le specialità culinarie a base di carne di agnello. L’allevamento ovino in Val d’Ultimo da sempre costituisce la base di sostentamento primario della produzione locale e a tutt’oggi è un’attività integrante dell’agricoltura. Traudi, premiata con il WWSF Prize dalla Women’s World Summit Foundation per la creatività delle donne di campagna, promuove da sempre progetti finalizzati al recupero dei valori delle tradizioni, delle arti e dei mestieri di un tempo per mantenere uno stile di vita in armonia con la natura circostante. Tra l’altro l’arte culinaria che utilizza le carni ovine, sono virtù preziose che vanno preservate, secondo Traudi. A settembre nella Val d’Ultimo si festeggia la settimana dell’agnello, con le varie specialità culinarie.
L’acqua deriva dalla sorgente, il latte dalle mucche allevate nelle stalle dei 60 masi della valle. Il pane di segale e farro, le confetture e le erbe aromatiche arrivano dalla coltivazione biologica e rappresentano la tradizione dei contadini altoatesini. I prodotti tipici locali derivano dall’attività agricola e possono essere acquistati direttamente ai masi, nei negozi di alimentari della zona e distribuiti nei mercati dove vengono vendute senza intermediazioni, né imballaggio e nessun costo di conservazione.
Le erbe aromatiche vengono raccolte ed essicate per essere utilizzate in cucina negli infusi o come aromi per carni e latticini. Si possono ricavare 25 tipi di tisane. Lo schuttelbrot è una pagnotta piatta antica della Val d’Ultimo, croccante e aromatizzata con sale, cumino, coriandolo e semi di finocchio.
E dal bosco si puo’ ricavare una grande cucina, con la frutta del bosco si possono ricavare delle ottime minestre, si sfruttano le erbe e i frutti meno conosciuti e quelli piu’ conosciuti con i mirtilli rossi e neri.
Nella Val d’Ultimo, con la presenza dei numerosi laghi artificiali (una quindicina), c’è la pratica frequente dello sport della pesca. La trota pescata rappresenta uno dei principali ingredienti delle gustose ricette delle contadine della valle.
Numerosi i funghi da raccogliere, finferli e porcini rispecchiano la tradizione culinaria della Valle, cioè di cucinare solo con ingredienti coltivati nella zona. La gente qui è attenta ad alimentarsi a chilometro zero. E su questo si trova facilmente le offerte del pane biologico, dei formaggi freschi prodotti nei masi ad alta quota. Persino il papavero che in Val d’Ultimo è lecito coltivare, è utilizzato nelle ricette contadine come quella della torta al papavero
Maurizio Drago

Per tutte le informazione sulla Val d’Ultimo
Associazione Turistica Val d’Ultimo
Tel 0473 795387
www.valdultimo.info info@valdultimo.info

 

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