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domenica, Dicembre 8, 2024

Isole Baleari: Ibiza, non solo capitale della musica

Testo e foto di Maurizio Maria Fossati

 

L’isola verde delle Baleari offre sport, manifestazioni artistiche e culturali su tutto l’arco dell’anno. La temperatura è sempre mite e si respira ancora un’aria nostalgicamente hippy soprattutto tra le bancarelle dei mercatini e dei negozi di abbigliamento in stile Ablib

 

IN METRO’, trolley alla mano, incontro un amico avvocato che non mi lascia neppure il tempo di salutarlo: “Sempre in viaggio tu”.  Sorrido, accenno un “Ciao”. Cerco empatia. “Sto andando a Ibiza”. Anche lui sorride, ma strizzando maliziosamente l’occhio. “E bravo, bravo…”. “Ma no. Non è stagione di discoteche! Vado a riempirmi i polmoni d’aria di mare, a rilassarmi e a gustare qualche buon piatto di pesce. E poi c’è una mostra di archeologia subacquea che mi interessa molto: i reperti romani ritrovati da Benito Vilar Sancho negli anni ’60, nelle acque attorno all’isola”. “Se lo dici tu… Beh ciao, devo scendere. Buon viaggio!”. E un’altra strizzata d’occhio.

Ma è mai possibile che nell’immaginario comune, Ibiza sia solo musica e sballo? Certo, è tutt’ora l’ombelico del mondo in fatto di discoteche. Amnesia, Pacha, Main Room, Plastik, Space, Eden, Lola’s sono locali di fama internazionale che fanno tendenza e merchandising. Oltre ai biglietti d’ingresso vendono t-shirt, cappellini, costumi, compilation. Alcuni stampano perfino giornali promozionali. Ma Ibiza è anche molto altro. E’ assolutamente riduttivo limitare la realtà dell’isola al solo fenomeno musicale, alla trasgressione, alle lunghe notti sulla spiaggia.

Sport, artigianato, arte e cultura chiedono il giusto riscatto. Lo testimoniano i numeri: circa 4 milioni di turisti arrivati in aereo lo scorso anno. Un milione e mezzo in nave. Ma viaggiatori e vacanzieri di tutte le età.

Voglia di libertà nostalgicamente hippy

Certo, Ibiza è un’isola particolare. Scelta e “colonizzata” dagli hippy negli anni Sessanta, è diventata simbolo del più assoluto senso della libertà. E questo spirito aleggia ancora oggi nell’aria, soprattutto tra le bancarelle dei mercatini nostalgicamente hippy. E’ l’anima stessa dell’isola.

“Ibiza è un’isola carica di energia positiva – racconta una biondina dagli occhi azzurrissimi, davanti al tramonto che tinge di rosso la terrazza del Seven Pines di Sant Josep de sa Talaia -. Pensa, che vicino a quel monte scosceso che strapiomba in mare le bussole impazziscono”. Sì, magnetite, penso io. E sorrido.

In ogni caso, se un viaggiatore sbarcasse qui, bendato, e senza alcuna indicazione geografica, sono certo che potrebbe riconoscere l’isola semplicemente osservando le peculiarità dei suoi abitanti. La moda Adlib, dal latino “ad libitum”, “a piacere”, dall’estetica comoda e semplice, è diventata usuale per chi abita sull’isola, soprattutto per le ragazze. “Libertà sulla pelle: vestiti come vuoi, ma vestiti con gusto”, predicava nel 1971 a Ibiza la principessa Smilja. Capi bianchi e con colori chiari, luminosi, stravaganti ma comodi. Vestiti come ti pare e stai sicuro che nessuno ti criticherà. Perfettamente in linea con l’ideologia che permea l’isola.

 

Paradiso e palestra di lavoro per i giovani

“Ibiza non può esserti indifferente – afferma il ragazzo al desk dell’hotel Los Molinos, in città -. È un luogo che ami o che odi!”.

A Ibiza un giovane può stare bene, trovare facilmente un lavoro e farsi una bella esperienza nel settore del turismo. “Sono arrivata qui due anni fa da Londra – racconta una giovane italiana dall’aria intraprendente -, e ho trovato subito impiego in un ristorante in centro città. Lo stipendio è buono: 1.600 euro netti al mese con tfr garantito. Ne spendo 500 per contribuire a 1/3 dell’affitto di un appartamento che condivido con altri due ragazzi. Se fai una vita oculata, qui, riesci anche a mettere da parte dei soldi. Il mio sogno è aprire un piccolo bar-tavola calda assieme al mio fidanzato”.

 

Clima temperato tutto l’anno

“Certamente a Ibiza, lavoro e ingredienti per vivere bene non mancano – afferma Vincent Torres Ferrer, direttore del Turismo per Ibiza -. Il clima mediterraneo, con temperature minime che d’inverno raramente scendono sotto i 7 °C e d’estate stanno sui 20-25 gradi, attira un forte flusso di turisti in tutti i mesi dell’anno. E noi stiamo impegnando tutte le nostre forze per proporre occasioni di interesse e divertimento a 360 gradi. Fiere gastronomiche, dell’artigianato, del libro, rievocazioni storiche medioevali in costume, musei, concerti musicali e festival teatrali, sfilate di moda, mostre d’arte contemporanea, mercatini, regate veliche. Insomma, un ricco cocktail di storia, arte e intrattenimento che non trascura neppure lo sport. Siamo su un’isola verde. Pini marittimi, ulivi, mandorli, viti e palme la fanno da padroni. Fare trekking o andare in bicicletta qui è una delizia. E le immersioni subacquee sono meravigliose”.

Ma allora, neppure un neo su quest’isola? “Per la verità – continua il direttore -, un problema l’abbiamo. La difficoltà di trovare casa a prezzi ragionevoli per chi decide di vivere qui. L’edilizia è bloccata e chi ha una casa libera, preferisce affittarla ai turisti, come bed & breakfast, piuttosto che per tutto l’anno a un abitante locale. I guadagni sono nettamente superiori”.

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