17.7 C
Milano
venerdì, Aprile 19, 2024

Giordania: nel regno Hashemita sulle tracce dei beduini

di Elena Barassi

Nel deserto meridionale tra Petra e il Wadi Rum, regno incontrastato dei popoli nomadi fino ad Aqaba, quel Mar Rosso che incanta

C’è un paese in Medio Oriente che ti accoglie al grido Ahlan wa sahlan! (benvenuto) e dove la pace ha un significato profondo e radicato. Che si riflette nel bel volto di Rania, l’iconica regina del Regno Hashemita di Giordania che oggi invoca amore e tolleranza. Un pugno di terra che è un caleidoscopio di emozioni, in cui si intrecciano storia, natura e religione, e i cui segreti sono ben custoditi dai beduini, sovrani incontrastati delle terre più a sud. Su tutti, Petra, raccolta all’interno di una cerchia di montagne quasi impenetrabili, è la magia dei Nabatei, popolo nomade del deserto senza una propria tradizione architettonica, pur tuttavia mercanti abbastanza cosmopoliti da prendere in prestito elementi di arte e architettura dai popoli vicini. E la Città perduta è tutto questo: tracce di stili egizio, assiro, mesopotamico, ellenistico e romano, accanto a ingegnose invenzioni architettoniche e soprattutto idrauliche, di cui i Nabatei erano grandi esperti. Venivano dall’Arabia con l’intento di raggiungere la Palestina meridionale ben 2.000 anni fa e qui, sulla montagna di Shara, accolti dai pacifici Edomiti che a loro insegnarono l’arte della ceramica, resero Petra immortale. E immortale, del resto, è El Khasneh Al Faroun, avvolto dal mistero fino a che J. L. Burckhardt nel 1812 penetrò nella città nascosta fra i monti e tratteggiò in segreto rapidi schizzi delle meraviglie che vide. E cambiò la storia della Città Rosa. Che oggi affascina come un tempo, partendo dal lungo Siq, sorta di canyon stretto nella morsa di alte rocce color cipria preludio delle tante meraviglie da scoprire, come la Tomba di Aronne, fratello di Mosé, posta nel punto più panoramico del sito da cui la vista fino al deserto del Negev è da brivido. E se tanto si è detto della Città Rosa, resta ancora avvolta dal mistero Siq al-Barid, la Piccola Petra. Un luogo magico, che sorge in una stretta gola dalla cui roccia emergono affascinanti templi ed alti edifici dalle spettacolari facciate. Una città da esplorare lentamente, sui sentieri tracciati dai caratteristici gradini scavati nella roccia. Le ampie caverne incise nell’arenaria e il vasto spazio all’ingresso del sito fanno presumere che qui avvenissero gli scambi commerciali di spezie, mirra ed incenso e che qui trovassero riparo gli stanchi carovanieri sulla via del Mediterraneo. Echeggia più a sud, nella Giordania più aspra e dura, il silenzio impalpabile del Wadi Rum, stretto in un abbraccio immortale a T E Lawrence, archeologo e agente segreto britannico che ben lo descrisse nel celebre I sette pilastri della saggezza. E si inizia proprio da questo imponente contrafforte roccioso dalle sette torrette scanalate a cui si accede attraverso lo stretto Makharas Canyon. Spettacolari i ponti di roccia, sorta di archi tra un masso e l’altro , frutto dell’azione del vento. Impressionante quello di Burdah, in equilibrio precario a 80 m sopra le rocce circostanti e quello di Umm Fruth, più piccolo, nascosto in un angolo isolato da raggiungere all’imbrunire quando i raggi del sole lo lambiscono in un paesaggio lunare. E si sale su, verso la vetta del Jebel Umm Adaami, la più alta del paese, oltrepassando le incisioni rupestri del Siq al Barid, per volgere lo sguardo all’infinito verso l’Arabia Saudita, verso Aqaba, l’accesso ai giardini di corallo del Mar Rosso. Aggrappata ai margini dell’omonimo golfo, circondata da alte montagne desertiche, Aqaba è il lato mondano della Giordania meridionale, dove usi e costumi europei e mediorientali si intrecciano da sempre. Si vive la giornata in relax a bordo di un caicco o al Berenice Beach Club (www.sindbadjo.com), una delle spiagge più chic dell’area e base ideale per farsi tentare dalla barriera corallina che qui affiora letteralmente dall’acqua e si estende come le dita di una mano in canyon, alternando pinnacoli e dirupi.

Foto 2_Wadi Rum Turkish

Tour di 6 giorni da 885  euro a persona con Turban Italia (www.turbanitalia.it) più volo Turkish Airlines (www.turkishairlines.com/en-it) da Milano/Roma via Istanbul da 220 euro più tasse in economy e 980 euro più tasse in business, con scalo a Istanbul per pit stop nella lounge a 5 stelle. Per info: http://it.visitjordan.com.

Articolo pubblicato su Il Giornale l’8 marzo u.s.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Stay Connected

0FansLike
- Advertisement -

Latest Articles