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venerdì, Aprile 19, 2024

COURMAYEUR ARRIVA IN RUSSIA GRAZIE AL BIVACCO GERVASUTTI

 


Un team di architetti e ingegneri russi ha visitato nei giorni scorsi il nuovo rifugio d’alta montagna installato nel 2011 sul ghiacciaio del Fréboudze, proprio di fronte alla parete Est delle Grandes Jorasses, esempio di tecnologia ed eco-sostenibilità. Il Gervasutti diventerà così il modello pilota per il campo base che sarà costruito dall’italiana Leapfactory sul Monte Elbrus, la montagna più alta della Russia. Courmayeur si riconferma capofila internazionale dell’innovazione del mondo della montagna.

 

Courmayeur, 19 marzo 2013_Sono arrivati in elicottero fino al ghiacciaio Fréboudze per ammirarne la architettura all’avanguardia e per carpire i segreti del suo cuore ecosostenibile. Un team di architetti e ingegneri russi ha scelto il Bivacco Gervasutti, installato nel 2011 sul noto ghiacciaio del Monte Bianco, proprio di fronte alla parete Est delle Grandes Jorasses, come esempio per un’altra struttura di ultima generazione che verrà realizzata sul Monte Elbrus, che con i suoi 5.642 metri è la montagna più alta della Russia. Da Courmayeur al Caucaso quindi, passando per la moderna installazione tutta italiana fortemente voluta dal CAI Torino, dalla Scuola e dalla Sottosezione SUCAI e progettata e realizzata da Leapfactory degli architetti torinesi Luca Gentilcore e Stefano Testa. Un’operazione che porterà in Russia una struttura a impatto ambientale zero e ad alto tasso di innovazione, vero testimonial del futuro dell’architettura di montagna, ma anche un piccolo pezzo di Courmayeur, della sua attenzione all’ambiente e del costante sguardo verso il futuro.

Comfort, tecnologia ed estetica le parole chiave del bivacco avveniristico, intitolato alla memoria di Giusto Gervasutti, "il fortissimo" alpinista torinese, in ricordo della sua prima ascensione alla parete Est delle Grandes Jorasses. Questo alla base dell’interesse russo per la struttura, che ha eletto Courmayeur culla dell’innovazione d’alta montagna. Tanti gli elementi all’avanguardia del Bivacco, a cominciare dal materiale di cui è composto, un mix di vetroresina e pvc ad alta densità, studiato per resistere maggiormente alle condizioni di alta quota. In tema "comfort", i 30 metri quadrati che compongono il modulo sono organizzati in 4 ambienti diversi, compresa una sala da pranzo e due camerate con 12 posti letto. Tra le caratteristiche "green" invece, l’alimentazione tramite unità fotovoltaiche con accumulatori di ultima generazione, tali da consentire l’illuminazione interna e l’utilizzo delle piastre elettriche per cucinare.

Non poteva mancare una forte componente informatica: il Bivacco è dotato di un sistema di autodiagnosi che consente il rilevamento dei dati ambientali interni e esterni, oltre che una connessione internet che consente alla struttura un costante collegamento con il mondo. Meteo, gestione delle presenze e anche un libro di bordo virtuale dove è possibile annotare l’esperienza in bivacco i plus computerizzati della struttura. Non solo hi-tech ultima generazione, ma anche cuore pulsante di quella passione per la montagna e per l’alpinismo che da sempre contraddistingue Courmayeur e i suoi ospiti. Dentro all’involucro futuristico del complesso si cela anche tutta la storia di queste montagne e di chi le ha scalate negli anni. Nell’immancabile diario cartaceo custodito dentro al Bivacco è possibile ritrovare le firme dei più celebri alpinisti italiani e internazionali, da Pierre Mazeaud a Renato Casarotto, fino al grande Walter Bonatti, che tanto amava il Monte Bianco e la sua gente.

 

 

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