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sabato, Luglio 27, 2024

Un weekend a Barcellona “di corsa” e … di cultura

di Mauro Pigozzo

 

Correre una maratona è entrare dentro una nuova vita. È affrontare la tensione dell’attesa, l’adrenalina della partenza, la soddisfazione dei primi chilometri, la fatica della parte centrale della gara, il dolore del muro dei 30 chilometri, le lacrime di gioia del traguardo e della medaglia. Una metafora della vita, dentro alla quale c’è tutto il ventaglio delle emozioni umane. E forse per questo conoscere una città attraverso una corsa sui 42,195 chilometri è ormai diventato un trend di moda nel turismo sportivo. Sono nate agenzie specializzate, ci sono gruppi che si organizzano con aerei e pullman. New York è solo la punta dell’iceberg di un mondo che i non podisti ignorano, fatto di hotel presi d’assalto grazie alla formula del “early breakfast, late check out” per permettere al maratoneta una sana ed abbondante colazione all’alba e una doccia ben dopo mezzogiorno prima di tornare verso casa o verso l’aeroporto.

Ebbene, a metà marzo si correva una delle più importanti maratone europee, quella di Barcellona, e ho avuto la possibilità di viverla con un gruppo di amici. Ecco una breve guida se mai dovesse capitarvi la pazzia di voler visitare una città con le scarpe da ginnastica addosso. Prima regola: a Barcellona partenza e arrivo della gara sono nella stupenda Plaza Espanya, qui si ritira anche il pettorale nei padiglioni della Fiera. Noi abbiamo scelto un appartamento con tre stanze a pochi metri dalla linea del traguardo. Scelta consigliatissima: in zona ci sono ristoranti di ogni tipo, darete l’opportunità a chi vi accompagna di essere in un bel punto turistico e soprattutto dopo aver corso i 42 chilometri non avrete nessuna voglia di camminare ancora.

Al netto della gara – organizzata in modo sublime, con ristori ogni 2,5 chilometri e una passione professionale per la corsa che raramente si trova altrove – va detto che poi il percorso è una scusa per studiare tutta la città. Dopo la partenza, passaggio verso il Camp Nou e poi su, verso l’Avinguda Diagonal, di nuovo verso Plaça d’Espanya e quindi la Gran Via fino a Passeig de Gràcia. Mozzafiato il passaggio alla Sagrada Familia, e subito si riscende la Diagonal per raggiungere il Forum. Ecco quindi l’atteso lungomare prima di risalire fino al  Parc de la Ciutadella. Da lì si prosegue verso Drassanes per riprendere Paral-lel e tornare a Maria Cristina. Ed infine la medaglia e la gioia.

Ebbene, se siete partiti il sabato, la maratona si corre nel pieno del vostro secondo giorno a Barcellona e nel pomeriggio non vi resta che bere una sana birra mescolata a tutte le tapas del mondo, che serve reidratare e nutrirsi. Noi abbiamo deciso di rinviare la gita turistica al giorno dopo. Una bella mezza giornata di riposo in riva al mare, magari con pranzo di pesce dopo una passeggiata sulla Rambla è l’ideale. E se avete un altro giorno, o magari tanta energia, la toccata e fuga sportiva potrebbe divenire culturale con una nuova passeggiata al Park Guell o alla Casa Batllò. Noi abbiamo fatto tutto, avevamo infatti previsto il rientro per il martedì sera, per gustare appieno il week end di corsa e cultura. A proposito: vacanze come queste sull’orologio durano 96 ore, ma nell’anima durano per sempre. Provateci, se non ci credete, a visitare una città correndo.

 

 

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