Quella di Milano-Cortina sarà un’Olimpiade “diffusa”, a due gambe ma con un unico cuore: la montagna italiana, e il desiderio di raccontarla. Per farlo serve un piano di mobilità efficace e condiviso che includa strade, aeroporti, infrastrutture, e la banda larga. E naturalmente gli impianti a fune, che con la capacità di fare sistema sono alla base dell’organizzazione dei Giochi Invernali
Modena, 4 novembre 2019_ Un’Olimpiade non è, e non deve mai essere, un evento fine a stesso, ma l’occasione per raccontare e prendersi cura del territorio che la ospita, in questo caso la montagna italiana. Si è parlato di questo giovedì 31 ottobre a Skipass, il Salone del Turismo e degli Sport Invernali di Modena, conclusosi ieri, nel talk “Olimpiadi diffuse 2026, un progetto di comunicazione della montagna italiana” voluto da ANEF – Associazione Nazionale Esercenti Funiviari.
“La capacità di fare sistema partendo dagli impianti a fune è la base dell’organizzazione di un grande evento come i Giochi Invernali 2026 – ha detto Valeria Ghezzi, presidente ANEF – La nostra montagna è efficiente, strutturata, e offre un prodotto meraviglioso, non solo per la ricchezza naturalistica ma per le strutture e gli operatori che quotidianamente la gestiscono. I Giochi 2026 sono una grande opportunità per ricordare, agli italiani in primis, che l’Italia non è solo città d’arte e ottomila chilometri di coste, ma un Paese che per un terzo è costituito da montagna. Le Olimpiadi, con le tante infrastrutture sul territorio, costituiscono un’occasione preziosa non solo per le zone coinvolte nell’evento ma per tutto il Paese. Parlare di montagna significa lavorare affinché resti non solo una destinazione turistica, ma anche un luogo in cui si possa lavorare, vivere, abitare. Di fronte allo spopolamento che la montagna subisce, il nostro compito è offrire, soprattutto ai giovani residenti, opportunità professionali. Tra i nostri obiettivi da qui al 2026 c’è quello di migliorare le infrastrutture del territorio, legacy che andrà ben oltre l’evento sportivo. L’Olimpiade non è un evento fine a se stesso, ma guarda al domani”.
Lo sa bene il Comune di Cortina d’Ampezzo, che prima del 2026 ospiterà le Finali di Coppa del Mondo di sci alpino nel 2020, e i Mondiali nel 2021. Veri banchi di prova per la conca ampezzana, come ha ricordato Luigi Alverà, vicesindaco di Cortina: “Il nostro Comune ha la fortuna di potere dimostrare che la legacy di un grande evento sportivo è una realtà concreta. Penso al nostro Stadio Olimpico dei Giochi del ’56 usato ancora oggi, che ha felicemente stupito la commissione del CIO per efficienza e funzionalità, o le piste – le stesse delle Olimpiadi di 63 anni fa – da cui partiamo con un grande progetto di rilancio”.
Sulla decisione del CIO anche Flavio Roda, presidente FISI – Federazione Italiana Sport Invernali: – “La scelta finale di Milano-Cortina si è basata molto sulla capacità collaborativa di chi ha organizzato la candidatura. Il dossier è stato presentato con tutti i contenuti richiesti, frutto di una forte cooperazione tra varie realtà, uomini e donne che sanno cosa significa organizzare un grande evento. Per il CIO è stato impossibile dire di no. Questo non significa che non ci sia niente da fare: al contrario, è fondamentale sviluppare le infrastrutture di collegamento, impegno che le regioni, province, e il Governo devono assumere per migliorare non solo il buon svolgimento degli eventi sportivi o l’attività turistica, ma la permanenza dei cittadini nel territorio montano, assicurando uno scambio efficiente tra le valli”.
Tema di grande urgenza, quello della viabilità. I Giochi 2026 costituiscono l’acceleratore ideale per creare un piano di mobilità efficace, ma – come ha ricordato anche la presidente Valeria Ghezzi – “Non sono solo il fine, ma il mezzo: è inutile avere le strutture più belle al mondo se poi in montagna non ci possiamo arrivare. Penso ad autostrade, ferrovie, aeroporti, ma anche la fibra. La velocità di comunicazione passa per questo strumento, il modo migliore per avvicinare in modo strutturale la montagna all’Italia intera, ma anche il modo migliore per parlare di montagna”.
“Ricordiamoci inoltre – conclude – che il CIO ha stabilito che i Giochi dovranno essere organizzati nella maniera meno impattante possibile per il territorio. Personalmente, più che di turismo sostenibile preferisco parlare di turismo “in equilibrio”. La sostenibilità deve essere non solo ambientale ma anche sociale ed economia. Questo è il nostro obiettivo: l’equilibrio tra sviluppo e conservazione del territorio”.
“Le Olimpiadi riflettono l’immagine di un intero Paese – spiega il presidente FISI Roda – ma devono esserci le condizioni per farlo. Se questo funziona, a beneficiarne saranno tutte le località e stazioni sciistiche dell’intero territorio italiano. La sostenibilità, la viabilità, non sono indispensabile solo per le Olimpiadi, ma per tutta la montagna”.
Prosegue sul fil rouge della comunicazione Stefano Lucchini, componente del Consiglio Nazionale ANEF e direttore generale di Maniva Ski: “Dallo scorso 24 giugno c’è stata un’accelerazione verso la banda larga, e questo è un ottimo inizio: ora la sfida sarà la linea unica. Quello che serve è un piano strategico della montagna italiana. Le Olimpiadi costituiscono la propulsione perfetta per ciò che noi impiantisti facciamo da sempre, ovvero fornire nuovi servizi e migliorare le vie di comunicazione, oltre a essere all’avanguardia negli impianti e contribuire a contrastare lo spopolamento delle valli creando lavoro”.
Dei benefici su tutti i comprensori sciistici ha parlato anche Massimo Fossati, vicepresidente ANEF e presidente ANEF Lombardia: “L’occasione delle Olimpiadi diffuse è fondamentale per la Lombardia: la nostra sfida è rendere ‘diffuse’ tutte le occasioni che i Giochi apriranno a livello regionale. Non solo investire nelle località delle gare, ma assicurare opportunità a tutti i 27 comprensori lombardi”.
Sul tema della scommessa, in questo caso dell’intera montagna italiana, è tornato anche Pietro De Godenz, componente del Consiglio Provinciale P.A.T.: “Da qui al 2026 è necessario implementare l’offerta turistica e degli impianti, avere una legge dedicata al rilancio delle strutture turistiche, migliorare il sistema di mobilità. Le Olimpiadi sono un’occasione di visibilità per il Paese, per potere raccontare le Alpi, le Dolomiti, ma anche gli Appennini, in maniera diversa. Ne beneficerà l’intero sistema Paese, non solo le sedi di gara”.