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sabato, Maggio 4, 2024

LA VIA FRANCIGENA DEL LAZIO


Testo di Teresa Carrubba

Si è svolto presso la sede Enit di Roma il convegno sulla valorizzazione del territorio attraversato dallo storico percorso.
A buon motivo il Consiglio d’Europa ha dichiarato la Via Francigena "Itinerario Culturale Europeo", come il cammino di Santiago de Compostela in Spagna. E, grazie al lavoro del Comitato Scientifico Internazionale, oggi siamo in grado di ricostruire questo itinerario che fa parte della storia del pellegrinaggio ai Luoghi Santi della religione cristiana: Santiago de Compostela, dove l’apostolo San Giacomo aveva scelto di riposare in pace, Gerusalemme in Terra Santa e Roma, luogo del martirio dei Santi Pietro e Paolo. La Via Francigena è proprio la via maestra percorsa nel Medioevo da migliaia di pellegrini in viaggio per Roma ed oggi ha una valenza non solo storica ma anche culturale, alla riscoperta di un territorio poco conosciuto. In particolare, la Via Francigena del Lazio, specie nei tratti intorno alla meta principale Roma, che tuttora viene percorsa come itinerario religioso, può essere vista anche sotto un aspetto turistico più ampio, in considerazione del fatto che si possono prevedere le soste in luoghi dove sia possibile apprezzare monumenti di alto valore storico o architettonico, chiese, castelli e borghi medievali. Un itinerario, quindi, che può e deve essere promosso come meta del mercato turistico culturale del Lazio.
Nel suo intervento durante il convegno anche Paolo Rubini, Direttore Generale dell’Enit ha confermato l’intenzione di sviluppare questa opportunità, così importante per il Lazio. "Il turismo nel Lazio durante il 2009 è stato totalmente in linea con il tema culturale, un turismo che valorizza gli itinerari storici e consente di conoscere nuove realtà del territorio. Seguire il tracciato della Via Francigena potrebbe essere un modo per scoprire località fuori dalle rotte battute dal grande turismo, in pieno rispetto del territorio".
Già molto è stato fatto. Alcuni tratti del tracciato storico, che a volte si inseriscono nelle vie consolari, sono stati evidenziati e ripristinati senza stravolgere il disegno originario. Specialmente con riferimento alle zone intorno a Roma, verso cui molti turisti religiosi si dirigono. Infatti, lungo il percorso che porta alla capitale da ogni direzione e che coincide con lo storico tracciato della Francigena, si possono segnalare alcune tappe significative indicate dalla documentazione culturale e archeologica di studiosi e ricercatori che finora hanno approfondito il tema ridisegnando il vecchio tracciato e arricchendo il percorso senza modificarne la direzione.
Una filosofia abbracciata anche dal professor Renato Stopani, Presidente del Centro Studi Romei, che durante il convegno ha tenuto a precisare "Intanto è da smentire la diffusa convinzione che la via Francigena vada da Canterbury a Roma. L’equivoco è nato sulla base di un documento lasciatoci dall’Arcivescovo di Canterbury, Sigerico, che nel 994, tornando da Roma alla sua diocesi, scrisse il diario delle varie tappe toccate durante il viaggio. In realtà la via Francigena non va oltre le Alpi; parte dalla Francia, da cui il nome, attraversa l’Italia passando per Roma e poi continua fino alla Puglia. La via Francigena, superate le colline che fanno da spartiacque tra val Orcia e val di Paglia, entrava nel Lazio, risaliva verso Acquapendente e si snodava nell’altopiano formato dai colli Volsini, per poi digradare verso la depressione che ospita il lago di Bolsena. Nel corso del medioevo il tracciato della consolare andò tuttavia incontro a variazioni di non trascurabile rilievo.

Oltre Roma, nel suo proseguimento verso i porti della Puglia, ove i pellegrini e i Crociati si imbarcavano per la Terrasanta, la via Francigena continuerà a utilizzare la rete delle comunicazioni viarie di tradizione romana, anche se con modifiche talvolta non lievi nei tracciati, a motivo del nuovo assetto datosi dal territorio. La via Appia, con il suo antico percorso e con la variante pedemontana affermatatsi nel XII secolo, la via Casilina-latina e, in minor misura, la via Prenestina, continueranno a incanalare i transiti verso sud, allo scopo di raggiungere, oltre Capua, un’altra consolare, la via Appia Traiana, seguendo la cui direttrice era possibile arrivare in Puglia. Di qui il fascio di percorsi della via Francigena, che si apre a ventaglio a sud di Roma, consentendo di raggiungere località che conservano prestigiosi monumenti di età romana (basti pensare a centri come Palestrina e Terracina), e che sono nel contempo ricche di testimonianze storiche e artistiche del Medioevo. "Per i pellegrini di oggi bisogna individuare percorsi alternativi, senza pericoli e troppe difficoltà, pur nel rispetto rigoroso dell’itinerario storico". Continua Stopani "A nord di Roma il percorso è più valorizzato, a sud molto è ancora da scoprire. Tesori come il Tempio della Fortuna Primigenia di Palestrina, per esempio. A Firenze stiamo lavorando per riscoprire percorsi alternativi, quelli usati dai pellegrini del passato che, fermatisi a Firenze, poi si ricollegavano alla via Francigena verso Siena o Poggibonsi, per dirigersi a Roma. Da qui il nome di itinerari romei o vie romee".

Ovviamente, nel promuovere un nuovo turismo religioso e culturale lungo la via Francigena del Lazio, c’è un’attenzione particolare al rispetto per l’ambiente. Per questo motivo, anche ricalcando l’antica tradizione dei pellegrini, si cerca di rivalutare l’ itinerario suggerendo di percorrerlo a piedi, in bicicletta o a cavallo, vista la scelta dei tratti alternativi, lontani dal traffico e dai luoghi intensamente abitati. Ne sono convinti tutti i sostenitori del progetto di rivalutazione della via Francigena.

"Per quanto riguarda il Lazio, il tratto della Via Francigena che lo interessa potrebbe costituire un volano per l’economia e la cultura, invece di essere considerato solo un tracciato sulla carta geografica". dice Fabrizio De Jorio, giornalista RAI, promotore del convegno in collaborazione con l’Enit "Per la sua valorizzazione si potrebbe aspirare ai fondi speciali europei. Intanto è indispensabile individuare il percorso preciso e poi studiare un progetto. Alcuni punti sono essenziali. Bisogna verificare le radici storiche e culturali della Via; programmare gli strumenti finanziari a livello regionale ed europeo e il possibile indotto turistico; coinvolgere industrie e imprese del Lazio; mettere a punto un "concorso di idee" rivolto a imprenditori, archeologi, architetti, esperti del territorio ed emanare un bando. Il turismo è di vitale importanza per il Lazio e l’Enit potrebbe giocare un ruolo significativo per lo sviluppo della Via Francigena nei vari aspetti: storico, artistico, spirituale. Da non trascurare, infatti, "conclude De Jorio" il tema legato alla Via, del turismo religioso e dei pellegrinaggi. Ultimo, ma non per importanza, il carattere di eco sostenibilità e di rispetto per il territorio".

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