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martedì, Ottobre 15, 2024

La Biennale di Gerusalemme negli Stati Uniti, in Italia e in Argentina

Questo cuore continuerà sempre a battere

La 6a Biennale di Gerusalemme , che avrebbe dovuto essere inaugurata a Gerusalemme il 9 novembre 2023 con 35 mostre e con 200 artisti in 22 sedi,  è stata rinviata alla primavera del 2024. 

In un’immediata dimostrazione di solidarietà e sostegno a Israele, molti artisti e curatori hanno deciso di allestire alcune delle mostre della Biennale in programma a livello internazionale nelle proprie città d’origine. Le mostre apriranno durante questo mese di novembre a New York, Buenos Aires e in Italia a Casale Monferrato, e altre mostre saranno previste a breve, in altre località.

Rami Ozeri, fondatore e direttore creativo della Biennale di Gerusalemme, ha dichiarato: “La Biennale di Gerusalemme è diventata come un impulso che batte costantemente ogni due anni. Dal 2013, senza eccezioni e nonostante le numerose sfide, la Biennale di Gerusalemme ha creato una piattaforma per l’arte contemporanea al centro del mondo ebraico. Finora. Adesso è come se il cuore avesse perso un battito.

Ma anche adesso, dopo il dolore indicibile del 7 ottobre, abbiamo assistito a un’enorme manifestazione di solidarietà da tutto il mondo. In poche settimane, i nostri amici e partner sono riusciti a allestire nelle loro città le mostre che erano state create per la Biennale di Gerusalemme. E nei prossimi mesi è prevista l’apertura di altre in tutto il mondo. Continueremo a coltivare i legami di arte e cultura tra Gerusalemme e il mondo oggi più che mai. Questo cuore continuerà a battere sempre”.

Il tema centrale della Biennale 2023 è “Iron Flock”, traduzione letterale della frase ebraica Tzon Barzel. Il tema consente di esplorare i fondamenti della cultura contemporanea e di identificare, attraverso gli occhi di curatori e artisti provenienti da tutto il mondo, i movimenti, le idee, le persone e i momenti che sono diventati i nostri beni culturali invendibili.

Biennale di Gerusalemme in Italia, Museo Ebraico di Casale Monferrato, 12 novembre – 3 dicembre 2023

BEHIND THE MASK, a cura di Ermanno Tedeschi e Vera Pilpoul

BEHIND THE MASK, la cui inaugurazione era inizialmente prevista per il 9 novembre presso l’Umberto Nahon Museum of Italian Jewish Art di Gerusalemme, è stata organizzata dall’Associazione Culturale Acribia e dalla Biennale di Gerusalemme in collaborazione con la Fondazione Casale Ebraica ETS della Comunità Ebraica di Casale Monferrato e la Fondazione Lele Luzzati – Casa Luzzati, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Israele in Italia.

I curatori, Ermanno Tedeschi e Vera Pilpoul, hanno cercato di mantenere lo spirito iniziale del progetto previsto per la Biennale di Gerusalemme, incentrato sul tema del “Iron Flock”.

Le opere selezionate rivelano un’interpretazione curatoriale unica legata alla storia di Ester, al suo significato e al simbolismo che la circonda, dando vita a prospettive femministe, sociologiche e storiche. Le artiste hanno interpretato il concetto di travestimento e di maschera come rappresentazione della proiezione di un desiderio, esternato attraverso un costume, che può simboleggiare una fuga dalla vita quotidiana, un atto di ribellione, la manifestazione del piacere o un desiderio nascosto.

La curatrice israeliana Vera Pilpoul ha dichiarato: “La mostra BEHIND THE MASK presenta interpretazioni e varianti dei molteplici contesti di lettura del Libro di Ester, che ci permettono di sentire, ancora oggi, con grande passione, la profonda rilevanza di questo libro per la nostra storia come nazione e come donne”.

Il curatore italiano Ermanno Tedeschi ha poi aggiunto: “Le opere scelte per questa mostra sono state realizzate da artisti italiani e israeliani che hanno interpretato i temi e le narrazioni in una grande molteplicità di stili. La pratica del travestimento, dell’identità e dell’identità nascosta, generazione dopo generazione ha assunto un significato spirituale ed emerge in molte culture”.

I visitatori della mostra hanno accesso gratuito alla sinagoga, al Museo degli Argenti (con una ricca collezione di oggetti liturgici) e al Museo dei Lumi (con una collezione di lampade di Hanukkah unica al mondo).

Artisti italiani: Francesca Duscià * Patrizia Colombo * Lello Esposito * Tobia Ravà * Cesare Catania * Dem * Daniele Basso * Ariela Böhm * Isabella Mandelli * Ezio Gribaudo * Emanuele Luzzati*.

Artisti israeliani: Dana Manor Cohen * Lili Almog * Lida Sharet Massad * Shai Azoulay * Etan Dor Shav * Danielle Feldhaker * Beverley Jane Stewart * Khen Shish * Ester Schneider *.

Ezio Gribaudo Maschera, 1964 acrylic on canvas 70 x 50cm. Crediti Vera Pilpoul

Biennale di Gerusalemme a New York

The Heller Museum, Hebrew Union College, 9 – 15 novembre 2023

One West Fourth Street, New York City https://jewishartsalon.org/j-a-s-exhibits/jerusalem-biennale-in-new-york.

ACTIVATE. Una prospettiva femminile di artisti di New York: Siona Benjamin, Goldie Gross, Ronit Levin Delgado, Joan Roth, Chelsea Steinberg Gay, Yona Verwer. Curatore: Hadas Glazer (Tel Aviv) ACTIVATE ha presentato il lavoro di sei artisti newyorkesi, le cui pratiche artistiche divergenti insieme indagano le complessità della vita di una donna oggi. Esplorando il potere fisico e politico, questo spettacolo è incentrato sul cambiamento sistemico, olistico e guidato dalle donne. Ciascuno a modo suo, gli artisti hanno esplorato le molteplici espressioni del potere femminile in mezzo a dinamiche socio-politiche complesse e irte legate a corpi e patrimonio, intimità e alterità, sesso e religione. Dalla performance alla documentazione, alcune opere raffigurano l’attivismo delle donne, mentre altre ne sono le stesse attivatrici. Attraverso l’uso e l’esplorazione di simboli femminili come Lilith, Donne del Muro, Statua della Libertà e temi ebraici di Tikkun HaYam (guarire gli oceani), Kol Isha e l’attuale crisi degli ostaggi israeliani, gli artisti attivano e riattivano i temi e spazio.

Siona Benjamin_Amistad_2022. Crediti Jewish Art Salon

THE SEVENTEEN Artists: Archie Rand. 

Curatore: Samantha Baskind.

Le donne presenti nelle tele dipinte in modo approssimativo e caricate elettricamente sono figure bibliche ben riconosciute e meno conosciute. Costituiscono la continuazione dell’impresa artistica quarantennale dell’Archivio Rand, esplorando la Bibbia e i testi ebraici in dipinti serializzati concettualmente informati dalla cultura del ventesimo secolo. Medesime espressioni artistiche si trovano nelle collezioni permanenti del Metropolitan Museum of Art, dell’Art Institute of Chicago e della Bibliothèque Nationale de France e in molti altri musei.

hie Rand, Eliezer Gets Rebecca, 2022.  Crediti Jewish Art Salon

Laurie M. Tisch Gallery, Marlene Meyerson JCC, Manhattan

9 novembre – 17 dicembre

HALLELUJAH
A cura di Udi Urman

Questi tempi difficili sottolineano l’importanza fondamentale del rapporto tra Israele e la diaspora. La mostra Hallelujah, curata da Udi Urman, mette in mostra artisti israeliani che lavorano e vivono a New York e cercano di esplorare il proprio patrimonio culturale. Come immigrati negli Stati Uniti, questi artisti hanno trovato modi diversi di integrare i loro desideri, paure e ricordi nel loro lavoro. Questa mostra sottolinea i modi unici in cui gli artisti possono trasformare le esperienze individuali in verità risonanti e universali legate all’appartenenza. Hallelujah è una collaborazione tra la Biennale di Gerusalemme e il Marlene Meyerson JCC Manhattan.Artisti partecipanti: Noa Charuvi, Hirut Yosef, Yehudit Feinstein, Yuli Aloni Primor, Gal Cohen, Ken Goshen, Gabriela Vainsencher, Maya Baran

Hirut Yosef, Eleleta, 2022. Crediti Udi Urman

Biennale di Gerusalemme a Buenos Aires, 7-14 novembre 202

AND THESE ARE THE NAMES

AMIA Art Space, Pasteur 663

Curatore: Tammy Kohn

https://amia.org.ar/2023/11/06/y-estos-son-los-nombres/#

L‘AMIA (Asociación Mutual Israelita Argentina) ha ospitatoAnd These Are the Names, una mostra basata sul tema della Biennale ” Iron Flock”, per rendere omaggio alle 1.400 vittime del massacro del 7 ottobre 2023 commesso da Hamas.

Creata con un’estetica da street art, And These Are the Names è un’installazione su pareti nere, che misura 40 metri di lunghezza e 3,5 metri di altezza, dove i nomi delle 1.400 vittime sono stati dipinti con lo spray, in uno stile che riflette le targhe presenti sulla facciata dell’edificio dell’AMIA che commemorano le 85 persone uccise nell’attacco terroristico all’edificio di via Pasteur 633.

Nell’ambito della mostra è stato proiettato il video “We Know” con 31 parenti di persone uccise nell’attacco all’AMIA, che chiedono il rilascio urgente degli ostaggi rapiti e mostrano il loro sostegno a tutte le famiglie in lutto colpite dal massacro di Hamas.

Elio Kapszuk, direttore artistico e di produzione di AMIA e curatore della mostra: “Quando si osservano le pareti dove abbiamo dipinto ogni nome si è sopraffatti dalla quantità e dalla diversità e la vista diventa sfocata. Per un momento, sembra che appaia un insieme di lettere apparentemente senza senso, tuttavia si mette a fuoco comunque immediatamente la storia di ciascuna delle 1.400 vittime. Scrivere i nomi di ognuna di esse significa perpetuare la loro memoria e imprimere i loro nomi nei nostri ricordi”.

Santiago Fallon e Gonzalo Hill hanno seguito il processo di creazione del doloroso elenco delle persone uccise, frutto di una sentito impegno corale. Sono state coinvolte, infatti, oltre 400 persone, tra cui i familiari delle vittime dell’attacco ad AMIA, i sopravvissuti e i familiari delle persone colpite dall’attacco all’ambasciata israeliana in Argentina, collaboratori delle istituzioni e rappresentanti delle organizzazioni comunitarie.

La mostra ha rappresentato una vibrante dimostrazione di cosa significhi essere realmente solidali nei tempi e nella situazione attuale.

Biennale di Gerusalemme a Buenos Aires. Crediti AIMA

Informazioni sulla Biennale di Gerusalemme

La Biennale di Gerusalemme è dedicata all’esplorazione degli spazi in cui si intersecano l’arte contemporanea e le tematiche del mondo ebraico. La missione della Biennale di Gerusalemme è quella di permettere a molteplici forze creative di manifestarsi nell’ambito dell’arte ebraica contemporanea. La Biennale di Gerusalemme offre ad artisti e curatori professionisti una prestigiosa piattaforma per dare vita a percorsi espositivi che si riferiscono, direttamente o indirettamente, al pensiero, allo spirito, all’esperienza o alla tradizione ebraica, attivando una nuova discorsività sull’ebraismo. Nel corso delle precedenti cinque edizioni (2013, 2015, 2017, 2019, 2021) la Biennale di Gerusalemme ha ospitato centinaia di artisti provenienti da tutto il mondo e ha, inoltre, sviluppato e prodotto centinaia di eventi artistici con la partecipazione di decine di migliaia di visitatori.

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