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Personaggi & miti delle British Virgin Islands: la storia dell’arcipelago si cela sotto la superficie del mare

Esploratori, pirati e scrittori: le Isole Vergini Britanniche sono un paradiso ricco di leggende e aneddoti che rivivono attraverso l’esplorazione di affascinanti relitti e suggestivi fondali

 

Milano, 1 luglio 2016 – L’arcipelago delle British Virgin Islands è uno dei paradisi terrestri più rinomati al mondo. Acque cristalline dalle mille sfumature, tramonti magnifici, parchi rigogliosi, riserve sottomarine brulicanti di vita e molte altre bellezze naturali hanno trovato il loro habitat perfetto su queste 60 isole. Ma le Isole Vergini Britanniche nascondono anche dei piccoli segreti tutti da scoprire, tra misteriose grotte marine e antichi relitti che testimoniano il grande traffico marittimo di cui le BVI sono sempre state teatro, fin dall’epoca delle prime esplorazioni.

Sono proprio questi reperti custoditi dal mare che rimandando a storie che spesso segnano un confine molto sottile con la leggenda. Da Cristoforo Colombo allo scrittore Robert Louis Stevenson, che trasse ispirazione per la stesura del suo più celebre romanzo, “L’Isola del Tesoro”, dalla splendida Norman Island, sono numerosi i personaggi storici che si sono lasciati affascinare e hanno lasciato la loro impronta indelebile sulle 60 isole che compongono l’arcipelago delle BVI.

 

Sant’Orsola e le undicimila vergini di Cristoforo Colombo

Il famoso esploratore che scoprì il Nuovo Mondo fu anche il primo europeo a mettere piede nell’arcipelago durante il suo secondo viaggio, nel 1493. Colombo battezzò le isole con il nome di “Sant’Orsola e le undicimila Vergini”, traendo ispirazione dalla leggenda di Sant’Orsola, bellissima figlia di un re bretone: la fanciulla accettò di sposare un principe pagano, che le promise però di convertirsi al cristianesimo. La principessa bretone partì allora con un seguito di 11.000 vergini per raggiungere il futuro sposo, ma sul tragitto vennero catturate dagli Unni di Attila. Tutte le compagne di Orsola furono barbaramente uccise, ma Attila risparmiò la vita alla principessa, stregato dalla sua bellezza, chiedendole in cambio la mano; Orsola però si rifiutò di concedersi in sposa al capo degli Unni e venne quindi martirizzata, trafitta da frecce. Il nome scelto da Colombo per l’arcipelago, abbreviato poi in “Le Vergini”, è quindi un tributo alla memoria di Orsola e delle sue compagne martiri.

 

Sulle orme del corsaro Jost Van Dyke

Nel XVI secolo, durante il periodo coloniale, la Spagna aveva reclamato il possesso delle Isole Vergini, pur non avendovi mai creato degli insediamenti. A causa proprio di questa effettiva assenza della corona spagnola in loco, le isole furono a lungo contese dalle maggiori potenze europee dell’epoca: olandesi, inglesi, spagnoli, francesi e danesi si scontrarono per la colonizzazione di questo fertile arcipelago, ambito soprattutto per la sua posizione strategica. Le isole divennero anche un celebre covo di pirati, in particolare l’isola di Jost Van Dyke, che prese il nome proprio da un noto corsaro olandese.

 

Il tamburo di Sir Francis Drake

Forse il corsaro più famoso realmente esistito, tanto temuto dall’armata spagnola quanto amato invece dagli inglesi, che lo consideravano un vero e proprio eroe: secondo una leggenda popolare, se l’Inghilterra si fosse mai trovata in pericolo, le sarebbe bastato battere sul “tamburo di Francis Drake” per vederlo tornare in tempo per salvare la patria. Abile esploratore, nel 1581 Drake ricevette dalla Regina Elisabetta I d’Inghilterra il titolo di cavaliere, al ritorno dalla spedizione in cui portò a termine la seconda circumnavigazione del globo. In onore di questo grande avventuriero, fu dato il nome di “Sir Francis Drake Channel” allo stretto che separa Tortola, l’isola maggiore dell’arcipelago, dalle altre isole minori a sud. Questo canale naturale si presenta come una sorta di mare interno al centro dei Caraibi; grazie alle sue acque tranquille e protette e ai suoi venti costanti, il Canale di Drake è considerato dai velisti come un vero e proprio paradiso per la navigazione.

 

I forzieri nascosti su “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson

Si narra che lo scrittore scozzese Stevenson abbia tratto ispirazione per il suo celebre romanzo “L’isola del tesoro” da Norman Island, isolotto sulla punta meriodionale dell’arcipelago delle British Virgin Islands. Attualmente disabitata, l’isola nei secoli ha offerto ancoraggio sicuro a numerose bande di pirati, che sfruttavano grotte marine ed anfratti naturali per nascondere i loro ricchi bottini, frutto di scorribande e saccheggi. Si ha anche documentazione storica di un bottino pirata sull’isola: nel 1750 l’equipaggio del galeone spagnolo Nuestra Señora de Guadalupe si ammutinò, rubando i 55 forzieri di monete d’argento che la nave trasportava e occultandoli proprio su Norman Island. Buona parte del tesoro fu in seguito ritrovato, ma ancora oggi continuano a circolare voci sulla presenza di alcuni forzieri nascosti sull’isola.

Il fascino che le British Virgin Islands hanno sempre esercitato sugli spiriti di intraprendenti corsari ed esploratori continua tutt’oggi a sedurre gli avventurieri moderni.

 

Relitti sommersi & affascinanti fondali: la storia delle BVI si cela sotto la superficie del mare

Il richiamo delle Isole Vergini Britanniche è particolarmente irresistibile per i sub che amano andare a caccia di relitti, antiche navi che riposano adagiate sui fondali dll’arcipelago, molte delle quali visibili anche a profondità modeste.

Il punto migliore per andare in esplorazione di questi reperti è il Parco Marino Nazionale delle Isole Vergini Britanniche, il più famoso sito diving delle BVI nonchè il miglior sito di immersione di tutti i Caraibi a parere dei divers più esperti.

Situato tra le isole di Salt Island e Dead Chest, a sud del Sir Francis Drake Channel, è anche noto come Rhone National Marine Park, dal nome della nave cargo inabissatasi durante una tempesta nel 1867, portando con sè le 125 persone che si trovavano a bordo.

Pur essendo diviso in due parti, questo relitto, lungo 95 metri, è ancora praticamente intatto: si possono ammirare il ponte, parti dell’equipaggiamento, il motore a vapore e l’elica. Il sito, inoltre, brulica di vita marina tipica della barriera corallina: miriadi di pesci, coralli e alghe marine colorano ogni immersione, rendendola un’esperienza ancor più indimenticabile.

Altri siti per immersioni mozzafiato all’interno del Parco Marino Nazionale sono il Rhone Reef, il Blonde Rock e Painted Walls.

Oltre al Rhone National Marine Park, sono presenti numerosi altri siti con relitti giacenti sul fondo del Mar dei Caraibi: per i sub alle prime armi, si consigliano aree di immersione a basse profondità come il Wreck Alley (sito che custudisce ben tre relitti: Marie L, Pat, e Beata), o il Fearless, al largo di Peter Island.

I più esperti, invece, possono osservare il relitto del Rokus, al largo della punta a sud-est di Anegada, o il Chikuzen, al largo dell’East End di Tortola, dove sono presenti i resti dello scafo di acciaio di una nave frigorifera.

 

Un acquario a cielo aperto

Anche senza la presenza di relitti da esplorare, le BVI offrono location incantevoli per gli amanti delle avventure sottomorarine, come le grotte di Norman Island, che hanno ispirato il loro fascino lo scrittore Louis Stevenson.

Nella Joe’s Cave, una grotta sottomarina a West Dog Island, i sub possono nuotare fianco a fianco con cernie giganti, pesci aquila e branchi di pesci vetro.

A The Chimney, sulla Great Dog Island, vicino a Virgin Gorda, si possono ammirare un arco di corallo e una gola coperti da una varietà di spugne di mare e coralli, inclusi i rarissimi coralli bianchi. Immergendosi si possono ammirare crepacci e insenature che si perdono negli abissi fino a 30 metri di profondità, incontrare pesci argento, ricciole, tartarughe e squali, mentre si ascolta il canto delle balene.

Per ulteriori informazioni sulle BVI e sui migliori siti di immersione, visitate il sito www.bvitourism.it.

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A proposito delle British Virgin Islands

Arcipelago composto da 60 isole e caratteristici isolotti, le Isole Vergini Britanniche (BVI) si trovano a circa 50 miglia a est di Puerto Rico, nell’area nord-occidentale del Mar dei Caraibi. Le isole principali sono Tortola – sulla quale sorge la capitale, Road Town – Virgin Gorda, Anegada e Jost Van Dyke. Destinazione celebre a livello mondiale, acclamata dagli appassionati di barca a vela e yachting, le BVI presentano una topografia così varia e dinamica da offrire l’opportunità unica di “saltellare” con facilità tra le varie isole che compongono l’arcipelago. Infatti, ogni isola si contraddistingue per l’etereogeneità delle sue bellezze culturali e naturali. Tra queste, troviamo l’unicità di The Baths, a Virgin Gorda; il caratteristico Anegada Flamingo Pond, che sorge sull’omonima isola; la spettacolare spiaggia di White Bay, a Jost Van Dyke; la sommità del Sage Mountain, a Tortola.Oltre agli appassionati di yachting, le BVI richiamano sulle loro coste gli amanti di snorkeling, escursionismo e turismo sostenibile nonchè coloro che desiderano vivere esperienze subacquee di rara intensità, grazie ai fondali dell’arcipelago che custodiscono alcuni dei più affascinanti relitti sommersi dei Caraibi, come il celebre RMS Rhone. Questo paradiso incontaminato, che evoca storie di pirati e gloriose epoche passate, è attualmente raggiungibile con comodi e frequenti collegamenti dalle vicine isole di St. Thomas (USVI), Porto Rico, Antigua o St. Maarten verso il Terrence B. Lettsome International Airport (EIS), l’aeroporto principale delle BVI. A partire dall’autunno 2016, le BVI saranno comodamente raggiungibili con volo diretto da Miami. I visitatori possono raggiungere l’arcipelago anche in traghetto dall’isola di St. Thomas (USVI).

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The British Virgin Islands Tourist Board & Film Commission
Tel: +39 (02) 43458332 | Fax: +39 (02) 43458340
Email: bvi.italy@aviareps.com | www.bvitourism.it

 

 

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