testo di Isa Grassano
I fotografi e giornalisti specializzati hanno selezionato i litorali che dovrebbero essere visti almeno una volta nella vita. E con gli immancabili Brasile e Messico ci sono le sorprese Svezia e Normandia
"Tylösand? Ah si, certamente un divano di quella casa scandinava..". In molti, probabilmente, di primo impatto, risponderebbero così, invece Tylösand è la miglior spiaggia della Svezia, situata nella regione dell’Halland. Una spiaggia dalla movida vibrante e piena di energia, al punto che il Times l’ha inserita tra le dieci spiagge più cool del mondo. Un luogo da sogno che non poteva non entrare a far parte di "100 spiagge da vedere nella vita", volume edito da Rizzoli e scritto dai migliori viaggiatori, giornalisti e fotografi del Gist (la stampa turistica che raggruppa oltre 250 professionisti italiani, specializzati nel settore del turismo), che hanno potuto testimoniare così la bellezza e l’unicità dei posti, sparsi in tutto il mondo.
Nel mare dei Caraibi o in pieno Oceano, nei mitici mari d’Oriente o in quelli profondi d’Occidente, al limite della terraferma o su un cordone litorale, a delimitare la laguna. Ben sei le categorie incluse: spiagge del divertimento, spiagge protette, quelle leggendarie, spesso immortalate in scene di film, passando per i paradisi naturali, dove la parola d’ordine è rispetto dell’ecosistema, fino alle località ideali per praticare sport e alle spiagge irraggiungibili ma per questo ancora più affascinanti. Ciascuna ha una caratteristica che la rende speciale (alla fine del libro ogni spiaggia è corredata da una scheda con le informazioni pratiche e non mancano belle foto scenografiche), e noi per ciascuna di essa ne abbiamo selezionato due.
A partire da Tylösand votata al divertimento, dove lungo i suoi 7 chilometri, della costa sud-occidentale (è situata tra Goteborg e Malmö, raggiungibile in auto da Copenhagen in una novantina di minuti), si fa di tutto. E si anima, soprattutto in estate, con spettacoli, concerti, competizioni sportive, mostre e party sulla sabbia. Il tutto in un paesaggio d’incanto, tipicamente nordico, con la luce diffusa sulla grande baia, i colori quasi traslucidi dell’arenile, ma mantenendo una temperatura mite dell’acqua che va dai 18 ai 22 gradi, grazie alle correnti calde. Tra le altre destinazioni del divertimento, dove sono vietati quiete e riposo, ma l’adrenalina è sempre a mille, rientra la spiaggia di
Copacabana, simbolo di Rio de Janeiro, in Brasile. Situata nell’omonimo quartiere, è costeggiata dall’Avenida Atlantica e prende il nome dalla Vergine di Copacabana, immagine sacra molto venerata nel Sud America. Ha la forma di una mezza luna ed è stata denominata, da Tom Jobin, "Principessina del Mare" per la sua aurea poetica. E’ viva, rumorosa, colorata, esplosiva, ventiquattro ore al giorno e, soprattutto affollatissima da persone, molte intente a sorseggiare il chope, la famosa birra alla spina. Ristoranti, casinò e locali accendono la notte.
Accanto al divertimento ci sono le spiagge "protette", dove la natura regna sovrana, da visitare in punta di piedi, con il massimo rispetto. Tra queste Cap De La Hague, la punta più occidentale del Cotentin, il tratto di Normandia che si protende verso le coste meridionali dell’Inghilterra. Un ambiente intatto, da "fine del mondo", dove si possono ammirare uccelli marini come la sula bussana e dove spicca la baia di Ecalgrain. Per scoprirla, si può percorrere il Sentiero dei Doganieri, per 80 km di tracciato sinuoso, tra paesaggi di mare e di costa, di ombra e luci che cambiano ad ogni minuto, di colori e di profumi. Spostandosi in Spagna, tra quelle selezionate dai giornalisti specializzati, c’è
Cala Mitjana, a Minorca, riserva della biosfera proclamata dall’Unesco nel 1993. Racchiusa entro un’insenatura, ha sabbia finissima, acqua limpidissima che ricorda quelle dei Caraibi, cento metri di arenile e un grande bosco alle spalle.
Molte poi le spiagge leggendarie inserite nel volume Rizzoli/Gist, quelle che hanno segnato un’epoca o che tutti ricordano, quelle passate alla storia e quelle che già nel nome evocano qualcosa di magico. E’ il caso di Ramla Bay, la più grande di Gozo, una delle più belle del Mediterraneo, il cui appellativo "Ramla-il-Hamra" significa "spiaggia della sabbia rossa". Qui si trova la grotta di Calypso, identificata come l’isola di Ogigia di cui parla l’Odissea. Ed è qui che, secondo la mitologia, la ninfa Calipso avrebbe fatto di Ulisse il suo "prigioniero d’amore", per sette anni, fino a quando il desiderio dell’eroe di tornare ad Itaca sarà più forte anche della promessa di immortalità fatta dalla ninfa. Dentro e fuori questa grotta buia, si prova l’emozione di essere "dentro al mito".
Tornando ancora più indietro con la mente si arriva ai tempi del Giurassico, quando i dinosari abitavano le grotte di Burton Bradstock in Inghilterra. Dalla spiaggia il colpo d’occhio è unico: circa 185 milioni di anni della storia della terra sono documentati negli strati delle ripide formazioni rocciose.
Chi non ha mai sognato di trovarsi in un paradiso naturale, lontano da tutto e da tutti? Tra le 100 spiagge da vedere molte sono quelle da sogno, poco frequentate ma con i fondali ricchi di vita. Zlatni Rat, in Croazia, è una delle maggiori attrazioni dell’Adriatico. La chiamano "corno d’oro", in quanto si racconta, che un milione di anni fa uno scoglio cominciò a trattenere le pietre portate dalle onde e, così con il passare dei secoli, si formò "il corno". Ci si arriva attraversando una fitta pineta e una strada lastricata in pietra bianca e, subito, dinnanzi agli occhi si apre uno scenario di un blu intenso.
Ancora più delineata nell’immaginario collettivo è Belle Mare, a Mauritius, nel distretto di Flacq, una seduzione tropicale lunga ben 6 chilometri. La sua particolarità? Gli arabeschi di barriera corallina, spesso molto vicini alla stessa spiaggia. Si possono avvistare numerosi pesci di ogni dimensione e colore e, con un pizzico di fortuna, anche il pesce diamante, il più piccolo vertebrato al mondo. E tutto intorno, verso l’entroterra, gli arbusti della canna da zucchero creano volumi che ondeggiano a un lieve soffio di vento. E il fruscio si mischia a quello delle piante da the: verde su verde per ettari ed ettari.
Gli amanti dello sport potranno trovare le spiagge più adatte alle loro esigenze, per cavalcare le onde, o fare semplici partite di beach volley.
Ideale per fare snorkeling è la spiaggia delle Mangrovie, sul Mar Rosso, incorniciata da dune di sabbia bianca. Il piacere dell’immersione in mare è unico: un’esplosione di colori e una sfilata di pesci, da quelli pipistrello che si infilano in anfratti rocciosi, ai giocherelloni pesci pagliaccio che amano fare capolino tra gli anemoni. Per praticare il Kitesurf si va a Cabarete, nel Nord della Repubblica Dominicana, a circa 35 chilometri da Puerto Plata. Centinaia e centinaia di Kiteboarder si danno appuntamento per dar vita ad uno spettacolo che rapisce i visitatori con un insieme di colori ed il suono di migliaia di vibrazioni, mescolati al fragore delle onde. Le condizioni climatiche sono perfette: vento che proviene da est e che può arrivare anche oltre i 25 nodi. Poi alla sera lo scenario si trasforma. La spiaggia si torna ad animare verso le venti e dà il meglio di sé dopo la mezzanotte, con ristoranti, bar, cafés chantants, che mettono tavoli e divani fuori dai locali e propongono cucina a base di pesce o frizzanti mojito, cuba libre, daiquiri.
Infine ci sono le spiagge irragiungibili e che pertanto sono le più desiderate. Per raggiungere la bianchissima spiaggia di Bàlos, in Grecia, bisogna affrontare un impervio sentiero a picco sul mare, fra cespugli di timo, ginestra, lentischi e carrubi, sfidando la forza del vento e scendendo circa 500 gradini, ma la fatica è ripagata dalla vista dell’acqua della laguna che sembra un tappeto rosa, per i numerosi frammenti di conchiglie.
Occorre, infine, arrivare proprio a ridosso per capire perché si chiama "la spiaggia dell’amore e del divorzio", ma Los Cabos, all’estremo sud della penisola di Baja California in Messico (), regala una grande emozione. La spiaggia dell’amore è raggiungibile solo in barca. Appena scesi, si intuisce subito il perché del nome: tutto è tranquillità, la sabbia ha il colore dell’albiccocca, delimitata da formazioni rocciose e da un arco di pietra rossa. Alla parte opposta l’acqua è quella dell’oceano pacifico, le cui onde sono impetuose, s’infrangono sugli scogli e sembra di assistere ad uno spettacolo di fuochi d’artificio. E’ questa, secondo una convinzione spagnola, l’altra faccia del matrimonio, quella che si rompe con il divorzio. La leggenda racconta che se una coppia di fidanzati le visita tutte e due, avrà un’unione sempre felice, in quanto saprà difendersi dalle insidie che possono rovinare un rapporto.
Articolo pubblicato su: VIAGGI DI REPUBBLICA