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venerdì, Maggio 17, 2024

KERALA, L’ INDIA DIVERSA DEL SUD

KERALA, L’ INDIA DIVERSA DEL SUD

 

Stato dell’estremo sud-ovest della penisola indiana, il Kerala si presenta come una striscia di terra lunga appena 555 km e larga al massimo 120, con una costa bassa e sabbiosa affacciata sul mar Arabico e un rilievo montuoso alle spalle a separarlo dai confinanti stati interni del Karnataka e del Tamil Nadu e a farne una barriera invalicabile per i monsoni. Pur essendo uno degli stati indiani più piccoli, i villaggi di pescatori lungo la costa ne fanno uno dei maggiori agglomerati urbani, con densità anche superiore ai mille abitanti per kmq. Un tratto della costa presenta una peculiarità geografica unica, le Backwaters, un intreccio infinito di canali, fiumi e lagune poco profondi e privi di corrente formato da cordoni dunali, mentre un terzo del territorio risulta ricoperto da foreste di legno pregiato (teak, sandalo, ebano e palissandro) che offrono asilo ad elefanti, tigri, pantere, cervidi e ai possenti bisonti indiani alti fino a 2 m. Ovunque il colore dominante è il verde intenso, in una natura rigogliosa ed esuberante a farne una sorta di giardino tropicale. Ne consegue che l’agricoltura costituisce la voce economica più significativa (riso, tapioca, noci di cocco, canna da zucchero, caucciù, tè, caffè, banane e numerose spezie), seguita dalla pesca esercitata con enormi reti a bilanciere e da un artigianato di qualità in legno pregiato, avorio e filigrana d’argento. Per la sua conformazione geografica il Kerala è sempre stato più aperto ai contatti commerciali marittimi, che non a quelli con il resto dell’India. Fin dal III sec. a.C. ai suoi porti sono approdate navi fenicie, greche e romane, come ci attestano Plinio il Vecchio e Tolomeo; nell’ 800 si formò il primo stato unitario locale, quando mercanti europei, arabi e cinesi vi erano di casa. Nel 1498 i portoghesi di Vasco de Gama insidiarono il monopolio commerciale arabo, seguiti da olandesi (1604), inglesi (1615) e francesi (1698), finchè i britannici dal 1792 la fecero da padroni.

Due importanti aspetti peculiari caratterizzano la cultura del Kerala: il Kathakali, il teatro-danza, e il massaggio ayurvedico. Il primo è un misto di danza, musica, teatro, pantomima e teatro religioso su base narrativa; di origine antichissima, serviva ai brahmini per diffondere in forma popolare il messaggio religioso delle grandi epiche sacre e dei racconti mitologici indù. Per il loro carattere sacrale gli spettacoli, eseguiti solo da uomini anche per i ruoli femminili, avvengono nei templi e durano dal tramonto fino all’alba. Le musiche sono affidate a tamburi, cembali e armonium, mentre due cantori raccontano e commentano le storie. Gli attori vengono sottoposti ad una disciplina severa e meticolosa, tanto da richiedere decenni di esercizi quotidiani che comprendono anche massaggi e stiramento dei muscoli. Il trucco, le maschere e i costumi sono molto elaborati e richiedono ore di preparazione. Il massaggio ayurvedico fa parte della medicina tradizionale indiana, già diffusa due millenni prima di Cristo, tanto che il grande medico greco Ippocrate ne era già a conoscenza nel IV sec. a.C. Secondo questa teoria etere, aria, fuoco, acqua e terra sono i cinque elementi base che, combinandosi variamente insieme, concorrono alla formazione corporea dell’uomo e dal loro equilibrio dipendono le attività organiche e psichiche dell’organismo umano. Esistono tre tipi di energia (vata, pitta e kapha) che contribuiscono alla realizzazione della vita umana. La malattia sarebbe causata dalla perdita dell’equilibrio esistente tra queste forze. La cura consiste nell’attivare quelle forze naturali necessarie a ristabilire tale equilibrio mediante una dieta appropriata, l’igiene accurata, la ginnastica stimolatrice delle funzioni corporee e l’uso di farmaci a base vegetale, animale e minerale. Un’esperienza davvero singolare può invece essere costituita dalla navigazione nelle backwaters su moderne e confortevolissime houseboat locali, le case galleggianti tutte costruite con materiali naturali che scivolano silenziose sulle acque trasparenti circondate da una natura lussureggiante, ad osservare il dipanarsi quotidiano della vita tra villaggi, risaie, palmizi, pescatori all’opera e barche cariche di materiali, animali e persone.

L’operatore milanese "I Viaggi di Maurizio Levi" (tel. 02 34 93 45 28, www.deserti-viaggilevi.it), specializzato in itinerari a valenza culturale e specialista sull’India, nel proprio catalogo "Deserti" propone in Kerala un itinerario soft di 10 giorni dedicato alla storia, all’ambiente, alla cultura e alla natura. Partenze individuali settimanali con guida locale di lingua inglese, oppure mensili di gruppo da ottobre ad aprile 2010 con voli di linea Lufthansa da Milano e Roma e guida italiana, pernottamenti nei migliori hotel, resort e houseboat esistenti con pensione completa, quote da 2.080 euro.

 

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