22.4 C
Milano
sabato, Maggio 18, 2024

CROAZIA: QUARNERO BELLO E POSSIBILE

 

Testo di Luciana Francesca Rebonato

Riflettori puntati sul Quarnero, il 19 maggio e nella quinta dell’Hotel Principe di Savoia di Milano: l’Ente Nazionale Croato per il Turismo, infatti, in collaborazione con l’Ente Turistico della Regione del Quarnero, ha invitato stampa e operatori del settore alla presentazione della destinazione croata.
Moderatore dell’evento è stato Klaudio Stojnic, direttore dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo, coadiuvato dai rappresentanti degli enti turistici locali: Nedo Mikelic – direttore ente turismo isola di Arbe -, Vlasta Mastrovic – rappresentante ente regionale del Quarnero -, Sandra Radetic – rappresentante della città di Abbazia -, Lara Soldicic Vodaric – rappresentante isola di Lussino – e Nedo Pinezic, rappresentante dell’isola di Veglia. Ospiti d’eccezione, l’ambasciatore della Repubblica di Croazia in Italia Tomislav Vidosevic e il console generale Andro Knego.
Mosaico naturale
Un’offerta composita, quella del Quarnero,
con un patrimonio naturale articolato in litorale, isole e monti distanti gli uni dagli altri pochi chilometri: dalle acque alle vette del Gorski Kotar la distanza è breve, in mezz’ora di macchina si giunge alle acque impetuose dei fiumi, alla spettacolarità dei canyon e delle cascate, agli specchi dei laghi montani e ai misteri delle grotte intarsiate dal vento. Ma sarebbe un errore pensare solo alla natura: il territorio del Quarnero, infatti, oltre a 2.700 specie vegetali, 83 delle 114 specie ornitologiche in via di estinzione a livello europeo, 81 di mammiferi – due terzi dell’intera Croazia – e 14 di serpenti vanta la ragguardevole cifra di 278 beni culturali.
Tesori dalla storia
Abbazia (Opatija) si allunga su tre vie parallele: la prima lambisce la costa, la seconda attraversa il centro toccando ville in stile Liberty e la terza si inerpica sulla montagna che sale ripida alle sue spalle. È l’epicentro turistico della regione, il suo lungomare si aggira sui dodici chilometri e Trieste è molto vicina, un’ora di autostrada.
Animata tutto l’anno da eventi di risonanza internazionale e base di partenza ideale per le attività legate al mare come snorkelling, vela, surf e diving, Abbazia è costellata da architetture incastonate in una vegetazione mediterranea fra le quali spicca Villa Angiolina, quinta di mostre e concerti, un trionfo neoclassico e di affreschi trompe l’oeil, di capitelli corinzi e pavimenti rivestiti di mosaici. A Fiume (Rijeka), invece, la scenografia architettonica alterna severi palazzi asburgici e ungheresi ad articolate fantasie ecclesiastiche come la barocca cattedrale di San Vito e la neogotica chiesa dei Cappuccini di Nostra Signora di Lourdes ma il ruolo da protagonista spetta al santuario della Madonna di Trsat (Tersatto), alle spalle della città e sul colle omonimo. È uno dei più antichi al mondo, eretto nel XV secolo sul luogo in cui, secondo la tradizione, dal 1291 al 1294 fu custodita la Casa di Nazareth, trasportata successivamente a Loreto.
Dal santuario si raggiunge il duecentesco castello Gradina Trsat – edificato su un precedente maniero bizantino – dal quale lo sguardo può catturare l’intero golfo.
Isole, sole e maestrale
Il Quarnero annovera 36 fra isole, isolotti e scogli ma il poker d’assi è dato da Veglia, Cherso, Lussino e Arbe. L’isola di Veglia (Krk) è la più grande delle isole che ornano la costa orientale adriatica e anche la più composita in termini geomorfologici: attraversando con il ponte lo stretto braccio di mare che a nord la separa dal litorale appare dapprima un disegno di rocce che sfuma i suoi contorni quando ci si addentra nell’interno dove subentra una fitta vegetazione mediterranea che giunge a lambire le insenature e le spiagge del litorale occidentale. Un crinale di colline calcaree attraversa Krk in senso longitudinale raggiungendo a sud e con il monte Obzova – 569 m – la massima altezza mentre il record di spiaggia più lunga lo detiene Bescanuova (Baska) con i suoi 1.800 metri. Veglia, il capoluogo, è ricco di fregi e bassorilievi e il suo nucleo dall’aspetto tipicamente veneziano è circondato da bastioni e tratti di mura. In un dedalo di viuzze lastricate si trovano la cattedrale e, alle sue spalle, il castello dei Frankopani, scenario estivo di manifestazioni culturali.
L’isola di Arbe (Rab) sembra un deserto roccioso se ammirata dalla terraferma e un trionfo di agavi, fichi d’india e lauri se osservata sul posto. L’omonimo capoluogo sorge su punta Kaldanac e nel suo centro tutto in pietra bianca i campanili si stagliano come alberi di una nave mentre le case, addossate le une alle altre, creano geometrici intrecci di strade lastricate. I palazzi con portali e finestre gotico-rinascimentali, gli antichi rilievi in pietra sui muri e gli edifici religiosi ricchi d’arte attestano l’importanza storica della località, sede vescovile già dal Medioevo. Due i volti della stessa isola: quella nord-orientale con pareti a strapiombo sul mare e quella a sud-ovest che guarda le isole di Cherso e Lussino.
Insenature assolate
Bianche scogliere, la strada che percorre la montagna a picco sulla costa e il mare solcato da windsurf e barche a vela mentre le creste delle onde si confondono con il dorso dei delfini e delle foche monache. Questo è il benvenuto dell’isola di Cherso (Cres), nel Cinquecento capitale virtuale dell’arcipelago grazie alla sua ampia baia.
Nell’omonimo capoluogo merita la loggia veneta del XVI secolo che dopo cinque secoli continua a essere funzionale trasformandosi nell’odierno mercato dei prodotti locali, fra i quali il famoso olio a bassa acidità. Ancora natura con il centro ecologico Caput Insulae – a sud dell’isola – che si occupa stabilmente della tutela dei grifoni, una delle quattro specie di rapaci ancora presenti in Europa.
Cherso è divisa dall’isola di Lussino da un canale di 11 metri e lo specchio di mare che circonda le due isole è un habitat naturale protetto e popolato da delfini che si possono adottare allo scopo di salvaguardarne la riproduzione.
Lasciate le rocce modellate dal vento di Cres si sbarca a Losinj per inebriarsi delle fragranze di un migliaio fra piante ed erbe officinali. Ai prodigi della flora da scoprire durante incentive a tutto trekking si aggiungono le meraviglie della fauna: Losinj, infatti, è un habitat naturale protetto e popolato da delfini che gli incentivati possono "adottare" allo scopo di salvaguardarne la riproduzione. Nel contesto artistico dell’isola, invece, spiccano capolavori quali le opere d’arte custodite nel duomo di Veli Losinj (Lussingrande) e una tela di Tiziano conservata nel duomo barocco di Mali Losinj (Lussinpiccolo), edificato tra il 1696 e il 1757. La pianta urbanistica, la ricercatezza delle ville conferiscono lustro a Lussingrande che vanta una cinquecentesca torre merlata posta a difesa del porto e un’imponente parrocchiale, quella di S. Antonio Abate, costruita nel XV secolo ma rimaneggiata più volte.
Un compendio d’arte, quello di Losinj, fra i più pregevoli dell’intero Quarnero, mentre sul fronte naturalistico meritano – nell’area sud occidentale – gli scogli della baia di Cikat, seguita a ruota da Ilovik, Susak e Unije, isole minori comodamente raggiungibili a bordo di motoscafi.


Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Stay Connected

0FansLike
- Advertisement -

Latest Articles