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venerdì, Aprile 26, 2024

Cina: non più soltanto biciclette

L’evoluzione della Cina negli ultimi trent’anni: da Regno delle due ruote a centro finanziario del mondo. Eppure tanta modernità non cancella la tradizione.

di Franca Iannici

Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi (Il gattopardo, 1958 di Giuseppe Tomasi di Lampedusa): ecco una perfetta sintesi che meglio descrive la metamorfosi della Cina da paese agricolo a leader tra le nazioni più importanti del mondo. La crescita economica del Paese del Dragone è iniziata con profondi cambiamenti istituzionali e riforme economiche sotto la guida di Mao Tse-tung   con la Rivoluzione culturale.   Un tentativo di modernizzare il Paese spingendo milioni di persone a collettivizzare l’agricoltura e sostenere la modernizzazione imposta dall’industria. Nel 2010, grazie anche al contributo di Expo-Shanghai, la Cina arrivò al secondo posto dopo gli Stati Uniti e secondo uno studio dell’International Comparison Program della Banca Mondiale sarà al primo posto nel 2019. Ma c’è ancora molta strada da fare per realizzare il Sogno Cinese del presidente Xi Jinping: sradicare completamente la povertà, diminuire la disuguaglianza sociale e soprattutto trovare una soluzione ai gravi problemi ambientali causati dalle industrie per puntare al turismo. L’elemento di maggiore attrazione dell’immenso territorio cinese, che è 30 volte più grande dell’Italia, è proprio il contrasto fra la tradizione radicata e la modernità che avanza. Una immagine emblematica del sostanziale cambiamento del “Regno della bicicletta,” così era soprannominata un tempo la Cina. Emblematiche le due foto scattate dal fotografo Wang Wenlan a distanza di tredici anni: una nel 1991 a un incrocio della via Guangxin di Shanghai che mostra un vero mare di biciclette che si era formato davanti l’alzata delle barriere dopo il passaggio di un treno e l’altra tredici anni più tardi, nel medesimo luogo dove la lunga fila di biciclette era stata sostituita da automobili. Oggi gli spostamenti sono semplificati dalla linea ferroviaria ad alta velocità più lunga al mondo che collega Pechino a Guangzhou: 2.298 chilometri di percorso a una velocità di 350 chilometri l’ora, che collegano le due estremità della Cina in 8 ore.

A pochi passi dai centri urbani, sempre più in espansione con quartieri finanziari e imponenti grattacieli, si trovano i villaggi agricoli, che conservano il fascino e la cultura del passato, così come montagne e natura riportano al tempo lontano delle filosofie buddiste, taoiste e confuciane. In alcune province del sud come Xiamen, importante città nella provincia del Fujian e Shanghai si trova il perfetto connubio della diversità della Cina. Posta di fronte all’isola di Taiwan Xiamen, l’antica Amoy chiamata La porta d’oriente, nacque nel 1394 come fortezza contro gli attacchi dei pirati. Conserva tracce del suo passato coloniale portoghese e olandese sulla tranquilla isola di Gulangyu ed oggi è un importante porto commerciale internazionale.

Nella provincia del Fujian, non distante da Xiamen si trovano i villaggi degli Hakka, una minoranza etnica della zona ancora molto legata alle antiche usanze e tradizioni come attività manifatturiere e commerciali, spazi di preghiera e d’interazione sociale. Gli Hakka vivono in Tulou, abitazioni collettive costruite in terra edificate su diversi piani su pianta circolare o quadrata con un cortile centrale e sono alloggi per un massimo di 800 persone ciascuno. I 46 edifici sono stati costruiti fra il XV e XX secolo e si estendono per oltre 120 km nel sud-ovest della provincia dl Fujian. I Tulou sono circondati dalla catena dei monti Wuyi, abitati dall’uomo già 4000 anni fa e dove sono poi stati trovati i resti di circa un centinaio di templi e monasteri buddhisti e taoisti, risalenti alle dinastie Song e Qing.

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Tradizioni culture e paesaggi così lontani nel tempo distano poche ore dalla metropoli e dal ritmo frenetico di Shanghai, che letteralmente significa “sul mare”, la città più popolosa al mondo e centro economico, finanziario e commerciale più importante della Cina.

Sede della Borsa di Shanghai e della Lujiazui Finance and Trade Zone Shanghai è la città che più di ogni altra mostra al mondo l’evoluzione della Cina negli ultimi quindici anni. Situata di fronte al quartiere storico di Bund, oggi è una nuova Manhattan costruita da zero in poco tempo. Simboli della modernizzazione sono i grattacieli nel quartiere finanziario del distretto di Pudong come l’Oriental Pearl Tv Tower, detta ‘la perla d’oriente’, un’ antenna televisiva che ospita all’interno un museo e un ristorante panoramico girevole, il Jin Mao Tower World Financial Center (492 metri) chiamato ‘cavatappi’, il quarto grattacielo più alto del mondo. Ma l’edificio più alto della Cina sarà inaugurato nel mese di aprile, la Shanghai Tower (632 metri), che sarà il secondo grattacielo più alto al mondo dopo il Burj Khalifa di Dubai (alto 830 metri). Progettato per resistere ai frequenti picchi di vento di Shanghai che sfiorano i 190 km orari la Shanghai Tower ospiterà 16 mila persone al giorno nei suoi uffici, bar e ristoranti. Ci saranno 106 ascensori, tra cui tre più veloci del mondo (66 chilometri all’ora, cioè 18 metri al secondo) e tra l’84esimo e il 110esimo piano sarà aperto il Jin Jiang Hotel l’hotel più alto del mondo.

La forza di Shanghai è però anche nella sua storia e nel ruolo chiave di città “ponte” tra Oriente e Occidente, tra la cultura tradizionalista legata alle sue radici e un’altra aperta all’internazionalizzazione, alle nuove trasformazioni e alla globalizzazione.

 

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 I BUSINESS CINA -ITALIA

L’Italia è considerata dai cinesi la “porta” del Mediterraneo, un ponte economico strategico verso l’Europa per puntare su logistica, elettronica e telecomunicazioni, energie rinnovabili e abbigliamento.  Nella cantieristica navale, ad inizio 2012 è stato ufficializzata l’operazione che ha permesso al gruppo cinese Shig-Weichai di rilevare il 75% del Gruppo Ferretti, produttore mondiale di yacht di lusso, con un operazione da 374 milioni di euro. Anche i diritti del calcio italiano sono stati acquisiti dai cinesi: Infront, che gestisce i diritti tv della serie A, acquistata dal gruppo Dalian Wanda per 1,05 miliardi di euro. E poi c’è il Pavia che rischiava di sparire dal calcio professionistico e grazie a Xiadong Zhu, che dal 3 luglio 2014 è presidente del Pavia Calcio, si è subito inserito ai vertici della Lega Pro, con l’obiettivo di raggiungere il traguardo della serie B. Il presidente Zhu sta per realizzando una Academy (tra Pavia e la Cina) dove formare i futuri allenatori cinesi di calcio e sta lavorando anche per quotare il Pavia Calcio alla Borsa di Hong Kong entro il 2015. Poi c’è anche il progetto per la costruzione di un nuovo stadio (per 20mila spettatori) e un centro sportivo. Il prossimo obiettivo è ovviamente Expo 2015 Milano, l’Esposizione Internazionale che avrà per tema Nutrire il pianeta, energia per la vita (Feeding the planet, Energy for life) per richiamare anche a Pavia i visitatori cinesi che arriveranno a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 con pacchetti turistici legati alle bellezze storiche, architettoniche ed eno-gastronomiche del territorio.

In occasione di Expo è previsto l’arrivo di 21 milioni di visitatori di cui 1.200.000 dalla Cina. Per praticità i turisti cinesi potranno utilizzare un portale multimediale dedicato in lingua cinese, anche dal proprio Smartphone che si chiama Turisticinesi.it e che ha come slogan Dalla via della seta alla via della rete. Nel portale sarà disponibile un canale pubblicitario bilingue per gli Operatori Turistici/Commerciali italiani, un supporto informativo per i Turisti cinesi, in partenza dalla Cina e qui in Italia, un manuale Formativo su meglio ospitare il Turista Cinese in Italia e una breviario Culturale per meglio conoscere la Cina e le sue tradizioni.

Articolo pubblicato su Style/Il Giornale

 

 

 

 

                                                                                                       

 

 

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