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venerdì, Maggio 17, 2024

CILE, TRA DESERTI E GHIACCIAI

CILE, TRA DESERTI E GHIACCIAI

Nazione davvero curiosa il Cile, dal punto di vista geografico, climatico e ambientale, formata come è da una striscia di terra lunga ben 4.330 km e larga in media meno di 180 ad occupare tutto il lato occidentale dell’America meridionale a sud del Perù, compressa tra le vette innevate della Cordigliera delle Ande alte fino ad oltre 6.000 m e le acque dell’oceano Pacifico, capace di offrire a nord i deserti più alti e più aridi del pianeta, al centro vallate alpine dal clima mediterraneo e la temperata regione montuosa dei laghi, mentre a sud presenta i ghiacciai australi della Patagonia e della Terra del Fuoco condivisi con l’Argentina. In questa striscia verticale che va dai tropici all’Antartico c’è posto per tutto: enormi città, grandi porti, minuscoli pueblo indios, cittadine coloniali, picchi andini rocciosi, vulcani attivi e non coperti di neve, vallate di ampi fiumi, canyon profondi, aridi deserti, ghiacciai che scendono fino al mare, laghi turchesi, spiagge sabbiose da dove si possono vedere le montagne innevate dove si scia, ripidi promontori, pascoli alpestri dove vivono animali a noi sconosciuti come vigogne, lama, alpaca e guanachi, lagune blu e dune costiere, una miriade di isole frastagliate dove si rifugiano pellicani, pinguini, otarie e leoni marini, fiordi ghiacciati, boschi di conifere con piante inusuali per noi come araucarie e alerce. Grande due volte e mezzo l’Italia, conta appena 16 milioni di abitanti (70 % meticci, 25 bianchi e solo 5 indios amerindi) concentrati per l’ 85 % nella zona centrale grande solo un quarto e per l’ 87 % nelle grandi città (6 milioni nella capitale Santiago) perché i tre quarti del territorio risultano inabitabili e improduttivi. Nonostante ciò, dal punto di vista politico, economico e sociale si tratta del paese più progredito dell’America latina, grazie alla radicata cultura europea ed all’ingente ricchezza mineraria. Il popolamento, del quale sappiamo ancora poco, iniziò in epoca preistorica almeno 12 mila anni fa, con povere civiltà locali poi sottomesse agli Inca del Perù. La conquista spagnola iniziò nel XVI sec. con un paese agricolo povero, che divenne ricco solo nel 1700 grazie allo sfruttamento minerario (rame, nitrati, carbone, ferro, oro, argento, solfati) producendo una borghesia locale creola che nel 1818 portò all’indipendenza.

Sebbene distante dalle sue coste ben 3.700 km, al Cile appartiene dal 1888 anche l’isola di Pasqua, un’isola vulcanica montuosa un po’ più piccola dell’Elba, ubicata in pieno Pacifico all’estremità orientale della Polinesia. Oggi pressoché arida, fino ad alcune migliaia di anni fa era ricoperta da boschi con piante endemiche che offrivano ospitalità ad uccelli migratori. Gli abitanti, parlanti un idioma polinesiano, vi giunsero con flussi migratori successivi dalle Isole Marchesi a partire dal V sec. dando vita ad una società composta da clan e governata da una monarchia teocratica fondata su una gerarchia aristocratica con rigide divisioni in caste. Tra 1000 e 1500 godettero di prosperità e pace sociale, ma poi successe qualcosa di molto grave: forse per un eccessivo incremento demografico, per la scomparsa delle foreste e l’impoverimento dei terreni agricoli si registrò una catastrofe ecologica che portò a guerre tra i clan con esempi di antropofagia, prigionieri in un’isola da cui non potevano più fuggire per mancanza di barche. La fama turistica appare legata in particolare ai moai, ben 886 enigmatiche sculture antropomorfe di pietra alte da 2 a 10 m dai tratti fortemente stilizzati, erette parecchi secoli fa, che ne fanno uno straordinario museo all’aria aperta protetto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.

Un possibile itinerario non può che partire dall’estremo nord del paese, ai confini con Perù e Bolivia, un altopiano ondulato ad un’altezza di 3-4.000 mila metri, sovrastato da imponenti coni vulcanici alti oltre 6.000 (il Cile conta oltre 2 mila vulcani, di cui 55 ancora attivi) occupato da steppe, aridi deserti e dai salar, enormi laghi salmastri. Qui si trova anche il deserto di Atacama, il più arido della terra, disseminato di lagune turchesi piene di fenicotteri e di manifestazioni geotermiche sotto forma di crateri fumanti, geyser, fanghi termali e sorgenti d’acqua calda. Per estremo contrappasso ambientale in aereo si può raggiungere Punta Arenas, la città più meridionale del Cile e del pianeta, che prima dell’apertura del canale di Panama (1914) era il maggior porto di transito per i trasporti navali internazionali. Nell’aspra e montuosa Patagonia cilena c’è veramente parecchio da vedere. Prima tappa imprescindibile il parco nazionale Torri del Paine, dove stupendi laghi alpestri si alternano a monoliti di granito, lagune, cascate e ghiacciai. Facendo base nell’attrezzato centro termale di Puyuhuapi si può visitare il poco battuto parco nazionale di Oueulat, nella regione dei Laghi, caratterizzato da stretti e scoscesi fiordi, fiumi impetuosi, foreste di sempreverdi, ghiacciai e alte vette vulcaniche, e il parco nazionale Laguna San Rafael, un’insenatura marina quasi chiusa dove scendono a mare i grandi ghiacciai della Patagonia con uno degli scenari più spettacolari al mondo; tra gli iceberg sguazzano lontre, pinguini, leoni e elefanti marini, anatre mute e albatri.

L’operatore milanese "Adenium – Soluzioni di viaggio" (tel. 02 69 97 351, www.adeniumtravel.it), specializzato in turismo culturale con accompagnamento qualificato, propone in Cile dal 29 ottobre all’ 11 novembre 2009 un tour di 14 giorni dedicato alle località più importanti e significative, con possibilità di estensione individuale all’isola di Pasqua. Partenza con volo di linea da Milano per Santiago via Madrid, pernottamenti in hotel a 3, 4 e 5 stelle con pensione completa (escluso 5 pasti), accompagnatore dall’Italia, assicurazione e documentazione, quote da 4.450 euro.

 

 

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