di Elena Pizzetti
Un passato illustre spiega la bellezza architettonica della città lombarda che vanta un centro storico ricco di arte da esplorare a piedi o in bicicletta
Sorprende Crema per il suo spirito aristocratico. Aleggia tra i palazzi del centro, una galleria di facciate e raffinate corti che lasciano intravedere dai grandi portoni lignei, oltre i ricami dei ferri battuti, il ricordo di antichi e moderni splendori. In un centro da scoprire a piedi, lungo strade strette e chiese maestose, tra allegri scampanii e ritmi rilassati.

Incanta tanta eleganza in questa cittadina circondata da una campagna ricca di rogge e fontanili. Con una storia speciale. Stoica la sua resistenza all’assedio del Barbarossa nel 1159, con l’episodio degli ostaggi cremaschi, utilizzati come scudi umani, celebrato da Gaetano Previati in un quadro nel 1879, oggi esposto nel Museo Civico cittadino. Ricavato nell’ex Convento di Sant’Agostino, il Museo vanta, tra le sezioni, un’interessante pinacoteca e il salone Giovan Pietro da Cemmo, dal nome del pittore che affrescò l’ex refettorio con scene dell’Ultima Cena e della Crocefissione.
Spirito libero, dal 1403 Crema fu anche Signoria per 20 anni grazie alla famiglia Benzoni, nel cui palazzo visse la madre di Francesco Bernardino Visconti, probabilmente l’Innominato manzoniano.
Ma è con l’arrivo della Serenissima nel 1449 che la privilegiata enclave veneziana in terraferma iniziò a vivere il suo massimo splendore, acquisendo il rango di città e di diocesi. In Piazza del Duomo il Leone di San Marco campeggia ancora sulla Torre Guelfa medievale, mentre gli stemmi sulla facciata del Palazzo Comunale ricordano i podestà veneziani.

Tra concerti e allestimenti teatrali nei palazzi nobiliari, Crema iniziò a coltivare le arti e la musica. Numerose le botteghe artistiche (in quella del Barbelli lavorerà anche il Baschenis) e artigiane, con produzioni particolari, come quelle delle tavolette per soffitto (esposte anche al Museo Civico), e lo sviluppo delle tradizioni organaria e campanaria.
Fulcro del centro è il Duomo duecentesco, con le finestre che ritagliano il cielo, disegnando l’elegante facciata con pizzi azzurri sul campo rosso del cotto. All’interno dipinti del Civerchio, di Guido Reni, del Lucini e un suggestivo Cristo ligneo trecentesco.

È rinascimentale il Santuario di Santa Maria della Croce, a pianta centrale, progettato da Giovanni Battagio, mentre parlano il linguaggio barocco i dipinti del Barbelli in Santa Maria delle Grazie, la chiesa di San Benedetto di Francesco Maria Richini, la chiesa di San Giacomo Maggiore e la settecentesca Santissima Trinità, con la duplice scenografica facciata dal rococò festoso.
Nelle vie laterali sfilano le facciate dei palazzi nobiliari, da Palazzo Marazzi a Bondenti Terni de Gregory, elegante barocchetto in cotto a vista. Tra le sorprese, spicca il Salone d’Onore dedicato ad Amore e Psiche del cinquecentesco Palazzo Zurla De Poli, con cicli di affreschi di Aurelio Buso (www.palazzozurla-depoli.it).

Sosta in piazza Trento Trieste, dove affacciano il palazzo Vimercati Sanseverino, la chiesa cinquecentesca sconsacrata del De’ Fondulis con il chiostro quattrocentesco dell’antico ospizio, il teatro San Domenico, ricavato nella chiesa gotico-lombarda del monastero, e il loggiato del mercato austriaco Del Lino e dei Grani (tutti gli itinerari sul sito www.turismocrema.it).
Chi desidera leggere testi sull’arte e la storia cremasche può trovarli nella nuova libreria Cremasca – Francesco Brioschi Librerie con annesso il caffè bistrò Fuoriporta, dove dedicarsi a dolci merende. Di fronte, la Vineria omonima, regno di bottiglie preziose, propone anche menù gourmet (www.vineriafuoriporta.it).

Tra le specialità, i tortelli cremaschi, da acquistare nel Pastificio Salvi o a La Casa dei Ravioli, e, tra i dolci, la Treccia d’Oro nell’omonima pasticceria, la Spongarda presso La Nuova Pasticceria, il gelato alla premiata gelateria Bandirali, il torrone artigianale alla cremeria Unika. E il famoso Salva, dallo storico Formaggiaio di Franco Fusar Poli. Tra i gioielli musicali i violini Gallini e, per l’antiquariato e il modernariato, la galleria di Lusardi Restauri.
Ma per la cartolina la soluzione è creativa: la talentuosa pittrice acquarellista Serena Marangon accompagna en plein air chi desidera realizzare la propria veduta, neofiti compresi (www.serenamarangon.it). Un’esperienza d’arte in una città che ne è uno scrigno.
Info: www.prolococrema.it. Per visite guidate: Associazione “Il Ghirlo”, www.ilghirlo.it.

Articolo pubblicato su Il Giornale il 14 febbraio 2021