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venerdì, Marzo 29, 2024

Viaggi Gist in Cina: le atmosfere magiche dello Xinjiang

di Paolo Stefanato

Ci si arrampica per 1.068 gradini dominando sempre di più un paesaggio fantastico. La meta è una pagoda in legno che ha una forma tutt’altro che cinese: sembra l’elmo di un nibelungo. Altri 35 scalini all’interno. Dalla grande terrazza coperta sembra di possedere, proprio di fronte, uno sfondo di montagne svizzere, con le cime bianche di neve e i fianchi spennellati dal verde dei boschi; in basso, un lago lungo 25 chilometri, stretto, simile a un lago alpino. Il bello della Cina è anche questo: la varietà. Non ci si aspetta di trovare l’Engadina a pochi chilometri da steppa e deserto. Siamo nel Nord Ovest, nella regione dello Xinjiang, nella prefettura di Altay, in una riserva di ampiezza sterminata. Il lago Kanas si trova a 1.374 metri di altezza e su di esso navigano i battelli pieni dei turisti reduci dalla lunga scalinata. Nasconde i suoi misteri: dei mostri marini (meglio: lacustri) lunghi anche 15 metri, che potrebbero ribaltare una barca con un colpo di coda. Nelle imbarcazioni turistiche sempre affollate: ad Altay i visitatori sono 1,5 milioni all’anno scorrono sui video le immagini di questi lontani parenti di Loch Ness. Quanto sia verità e quanto leggenda, in Cina è sempre difficile da decifrare.

La riserva di Kanas è sterminata: altri due laghi bellissimi, uno a forma di mezzaluna, attirano le foto e i selfy dei turisti. Qui si alternano, in un paesaggio stepposo, piccoli insediamenti di popolazioni nomadi, cimiteri musulmani con le mura di calce bianca che sembrano villaggi. Passano mandrie di bovini su cui vigila un vero cowboy, cinese. Qua e là sulla strada principale, a distanza di chilometri, sono state costruite di recente delle aree di sosta che nascondono una curiosità: ci sono alberghi, ristoranti, negozi, uffici postali e poi, stranamente, in ciascuno di questi piccoli inurbamenti si scopre quella che sembra una piccola chiesa, col campanile sul tetto e il pronao neoclassico. Una cappella in Cina? Impossibile! E infatti si scopre che il campanile non è altro che il riferimento visivo, il richiamo, per indicare l’edificio che ospita le toilettes, (l’unica meta che sempre e ovunque accomuna tutti i turisti). Non serve chiedere: una volta scoperto l’ingegnoso segnale, il campanile è visibile anche a distanza. Sulla facciata, anziché simboli religiosi, uomo e donna stilizzati. Inequivocabile.

Lo Xinjiang è una regione estrema e tormentata che confina con Mongolia, Russia, Kazakistan, Kyrgyzstan, ma anche con Afhganistan, Pakistan e India: ogni confine ha la sua storia e le sue complessità. Ma stupisce la varietà delle bellezze naturalistiche che offre la regione. Nella contea di Burqin all’ora del tramonto la natura allestisce ogni giorno uno straordinario spettacolo: le Montagne colorate. Una serie di volumi di terra e di roccia che scendono, a morbidi balzi, verso il fiume Irtysh. Rilievi tondeggianti in cui argilla, salnitro, rocce ferrose, talco s’irrorano dell’ultima luce del sole e splendono di colori imprevedibili, dall’ocra al rosso, dal grigio al blu, dal bianco all’oro, che si uniscono all’azzurro del fiume e al verde della vegetazione. La sapienza turistica cinese sa raccogliere grandi folle di visitatori ai quali offre percorsi ben programmati e, nei punti giusti, balaustre dalle quali affacciarsi a vedere e fotografare. Nei luoghi più panoramici il pubblico può dominare il tramonto da edifici a torre appositamente costruiti. Il sole dipinge il paesaggio con generosità e questo si trasforma di continuo, secondo le angolazioni della luce. Altre montagne, questa volta «fiammeggianti», si possono vedere a est di Turpam, nel deserto, dove la civiltà è presente con pale eoliche, tralicci e pozzi di petrolio. E’ uno scenario immenso formato dai 98 chilometri della catena montuosa dello Tien Shan in Xinjiang, alta in media 500 metri: qui le erosioni dell’arenaria rossa formano disegni nervosi e ascendenti simili – per il visitatore che viene da lontano – alle esplosioni di forme del gotico «fiammeggiante» europeo. Il luogo offre cammelli, asini, biciclette, quad e piccoli elicotteri per escursioni. Il parcheggio è scavato in una grande trincea, per non disturbare la vista del paesaggio con auto e pullman. Al centro della grande piazza pedonale uno dei più grandi termometri del mondo: arriva a superare i 60 gradi.

Info: www.turismocinese.it

Articolo pubblicato su Il Giornale il 19 febbraio

 

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