Nel pieno svolgimento dell’IPW, l’ international Pow Wow, la principale manifestazione dedicata al B2B per gli USA, cade come un macigno l’Affaire Los Angeles, e non è una buona notizia per il turismo statunitense, che sotto altre amministrazioni era diretto ai 100 milioni di arrivi internazionale.
Sono lontani i tempi dell’approvazione Bi Partisan del TPA, Travel Promotion Act, una storica legge che istituiva nuovamente un ente per la promozione del turismo incoming americano, con la nascita di Brand USA, una entità pubblico privata paragonabile al nostro ENIT, ma meglio gestita dal punto di vista dei finanziamenti.

Oggi gli USA sono percorsi da una serie di proteste, iniziate a Los Angeles, una delle destinazioni più popolari degli Stati Uniti, che sta affrontando una crisi senza precedenti nel pieno dell’alta stagione turistica.
La città è diventata l’epicentro di intense proteste contro le nuove politiche sull’immigrazione promosse dall’amministrazione Trump, che hanno portato al dispiegamento della Guardia Nazionale, dei Marines, e hanno creato un grande allarme tra i viaggiatori internazionali, soprattutto provenienti da Canada, Brasile, Messico ed Europa.
Giugno, tradizionalmente uno dei mesi più intensi per il turismo nella città degli Angeli, è caratterizzato da rivolte, blocchi stradali, arresti di massa e cancellazioni di prenotazioni alberghiere. Le zone del centro città sono diventate ad alta sicurezza, alcune aree addirittura sottoposte a coprifuoco; diverse compagnie aeree hanno emesso avvisi di viaggio e opzioni di cambio senza penali per i passeggeri diretti a LAX.

I turisti provenienti dai paesi latinoamericani e dal Canada si trovano ora ad affrontare una realtà diversa da quella che si aspettavano: quella che doveva essere una fuga estiva si è trasformata in uno scenario di incertezza, sirene e proteste. Zone turistiche iconiche, come Hollywood Boulevard e Santa Monica, hanno registrato un calo di visitatori tale da generare un importante impatto sull’intero settore turistico, compreso l’indotto.
Con oltre 80 milioni di passeggeri l’anno, qualsiasi interruzione all’aeroporto internazionale di Los Angeles ha un effetto domino globale. Negli ultimi giorni, almeno tre voli internazionali sono stati dirottati a causa dei blocchi all’accesso all’aeroporto. Alcuni terminal hanno rafforzato le misure di sicurezza, causando ritardi e colli di bottiglia.
Gli hotel di lusso nel centro di Los Angeles, a Koreatown e a West Hollywood registrano cancellazioni fino al 30%, mentre anche i boutique hotel e le case vacanze vedono crollare verticalmente le prenotazioni. Molti viaggiatori stanno optando per destinazioni alternative come San Diego o Las Vegas, considerate, al momento, più stabili.
Le cause di questa crisi sono da imputarsi ad una serie di misure federali in materia di immigrazione, che si sono scontrate con la posizione del governo californiano.
Il rifiuto del governatore dello Stato, Gavin Newsom, di collaborare con le autorità federali ha aggravato le tensioni e paralizzato alcune zone della città.
Lo scontro politico si è spostato nelle strade, mentre le autorità locali cercano di mediare il rispetto del diritto di protesta con il mantenimento dell’ordine pubblico. Per i turisti, questa prospettiva incerta complica tutto.
Gli esperti avvertono che questo episodio potrebbe avere effetti duraturi sull’immagine di Los Angeles come destinazione internazionale. Centri congressi, navi da crociera e tour operator stanno valutando la possibilità di trasferire le attività future, temendo una crisi più lunga del previsto.