Tempi duri per il turismo negli USA. La rielezione di Donald Trump, le nuove politiche sull’immigrazione e la stretta doganale, hanno portato a un calo significativo del numero degli arrivi per turismo negli Stati Uniti.
Destinazioni come le Bermuda e diversi paesi europei stanno già registrando un aumento delle prenotazioni da parte di viaggiatori che hanno scelto di non visitare il suolo statunitense nel 2025.

Secondo un rapporto di Tourism Economics, quest’anno si prevede che i viaggi internazionali verso gli Stati Uniti diminuiranno del 5,5%, invertendo le aspettative di crescita che si attestavano su quasi il 9%. Se questa tendenza dovesse continuare, si stima che entro il 2025 le perdite negli introiti dovuti al turismo in USA ammonteranno a 18 miliardi di dollari.
Sono lontani i tempi in cui fu promulgato il Travel Promotion Act, legge bipartisan per aiutare la promozione turistica, che dette un “boost” al numero di arrivi in USA, e il via alla creazione di Brand Usa, l’ente di promozione turistico.
Tra i principali fattori alla base di questo declino ci sono le tensioni diplomatiche, le rinnovate guerre commerciali, i dazi del 25% sui prodotti canadesi e la crescente percezione internazionale di un clima politico ostile. In Canada, il principale mercato di provenienza dei turisti diretti negli Stati Uniti, il 36% dei viaggiatori ha già cancellato i propri piani ed alcune compagnie aeree come Air Canada hanno ridotto i voli verso destinazioni popolari come Las Vegas.

La società di analisi OAG ha segnalato che le prenotazioni sulle rotte aeree tra Canada e Stati Uniti sono diminuite di oltre il 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Secondo la U.S. Travel Association, ciò potrebbe mettere a rischio fino a 140mila posti di lavoro nel settore alberghiero e turistico degli Stati Uniti.
Oltre all’impatto economico, il rapporto evidenzia l’impatto della retorica politica polarizzante, in particolare per quanto riguarda alcune comunità come quella LGBTQ+, i migranti e altri gruppi. Diversi paesi europei, tra cui Francia, Germania, Danimarca e Norvegia, hanno emesso avvisi di viaggio specifici per i cittadini transgender e non binari a causa dei nuovi requisiti per dichiarare il sesso biologico sui moduli per i visti e dell’eliminazione del contrassegno “X” sui passaporti statunitensi.
Per quel che attiene il nostro paese, la Associazione VISIT USA Italy, che promuove il turismo verso gli Stati Uniti, per bocca del suo presidente, Mia Hezi ha sottolineato: «Dal ritorno di Trump al potere nel 2025, si sono osservati i primi segnali di un modesto calo del sentiment di viaggio verso gli Stati Uniti tra i viaggiatori italiani. Alcuni operatori turistici italiani segnalano che l’incertezza sulle nuove politiche e il mutevole contesto politico hanno portato a un leggero rallentamento, in particolare nei segmenti leisure. Ciononostante, il mercato nel suo complesso rimane resiliente, grazie ai legami culturali ed economici di lunga data tra Italia e Stati Uniti, e molti esperti del settore prevedono che la domanda si stabilizzerà man mano che i viaggiatori si adatteranno al nuovo scenario».
Anche il Regno Unito e la Germania hanno aggiornato le loro avvertenze generali per i viaggiatori diretti negli Stati Uniti, citando i rischi di detenzione prolungata alla frontiera a causa di problemi con i visti. I recenti casi di turisti britannici e canadesi trattenuti in condizioni precarie hanno alimentato le preoccupazioni.

Anche paesi come il Messico, il secondo mercato turistico più grande degli Stati Uniti, hanno mostrato segnali di abbandono. A febbraio, il traffico aereo proveniente dal Messico è diminuito del 6% rispetto allo stesso mese del 2024.
Data questa situazione, altre destinazioni stanno acquisendo importanza. Secondo i rapporti preliminari, gli hotel delle Bermuda hanno segnalato un aumento del 20% nelle richieste provenienti dal Canada, mentre in Europa le prenotazioni di strutture ricettive per le vacanze sono aumentate del 32% per l’estate.
Infine, si sollevano preoccupazioni circa l’impatto che questa situazione potrebbe avere sui principali eventi sportivi internazionali, come la Coppa del Mondo maschile del 2026 e le Olimpiadi di Los Angeles del 2028.
In paesi come Brasile, Turchia e Colombia, l’elaborazione delle richieste di visto potrebbe richiedere fino a 700 giorni, mettendo a repentaglio la presenza di tifosi e atleti.
A causa dei ritardi nel rilascio dei visti, dei controlli di frontiera più severi e delle crescenti critiche da parte della comunità internazionale, gli Stati Uniti stanno affrontando un deterioramento della loro immagine come destinazione turistica, i cui effetti a lungo termine potrebbero essere difficili da invertire.