II podcaster Marcello Parmeggiani (Targi), la scrittrice Carla Perrotti e il content creator Matteo Rizzi sono i tre vincitori del premio GIST dedicato ai diversi linguaggi del viaggio
Foto di Gisella Motta
Lunedì 22 maggio scorso, nella giornata conclusiva della XXXV edizione del Salone del Libro di Torino (Sala Ambra, Lingotto Fiere), sono stati annunciati i tre vincitori del Premio Letterario GIST “Travel Stories Award”, giunto quest’anno alla sua terza edizione.
Tra le numerose e interessanti candidature arrivate negli scorsi mesi, la giuria – presieduta da Cinzia Galletto (delegato regionale GIST Piemonte) e composta dai giornalisti GIST Dario Bragaglia, Maurizio DiMaggio (vicedelegato GIST Piemonte), Cristiana Gattoni, Manuela Lenoci, Piera Genta, Gisella Motta, Elisabetta Pina, Carmen Rolle e Carola Vai – ha deciso di premiare il podcast “Emilia Rock” di Marcello Parmeggiani (meglio conosciuto come Targi) per la categoria “udito” (ovvero il racconto di viaggio realizzato attraverso podcast, radio o produzioni musicali), il volume “Deserti” di Carla Perrotti per la categoria “tatto” (carta stampata e libri) e i contenuti social di @matterizzi, ovvero il content creator Matteo Rizzi, per la categoria “vista” (social media, blog, tv). I vincitori hanno ricevuto il premio nel corso dell’incontro che si è tenuto in Sala Ambra.
Il premio GIST, nato da un’idea di Cinzia Galletto, ha così contribuito ad arricchire l’happening letterario torinese con un momento di riflessione sul viaggio e sulla narrazione turistica, collocandosi alla perfezione all’interno del tema ispiratore dell’edizione 2023 del Salone, ovvero “Lo specchio nelle fiabe indica sempre un travalicare di mondi e spazi” – spiega Cinzia Galletto “È una porta che apre verso mondi onirici paralleli e anche il viaggio è una porta che spesso fa travalicare i nostri limiti verso “spazi altri” ma soprattutto verso universi inesplorati all’interno di noi stessi” prosegue la giornalista. “Il premio giunto alla sua terza edizione ha registrato anno dopo anno un crescente interesse sia per numero sia per la qualità delle opere pervenute. Anche il Salone Internazionale del Libro quest’anno ci ha dedicato una sala, la sala Ambra nel padiglione 1 che, rispetto al consueto Salotto Letterario, ha garantito maggiore capienza e migliore visibilità all’evento“.
Il premio Travel Stories Award – ha dichiarato Sabrina Talarico presidente GIST – è per noi un evento di grande prestigio, perchè è attinente alla nostra professione, si riferisce alla letteratura e ai diversi linguaggi di racconto e interpretazione del viaggio. Il Salone Internazionale del Libro di Torino è la cornice ideale per consegnare il nostro premio e seguire l’evoluzione della cultura letteraria in tutte le sue espressioni“.
Nel corso della premiazione, la giuria ha naturalmente approfondito le motivazioni che hanno portato all’individuazione dei tre vincitori.
Nella categoria dedicata alla radio, ai podcast e alle produzioni musicali, simbolicamente rappresentata dall’”udito”, il premio è andato al podcast “Emilia Rock” di Marcello Parmeggiani, in arte Targi. Speaker, giornalista, podcaster, grafico, copywriter, autore di libri e docente di tecniche di narrazione della Comunicazione, Parmeggiani è nato e vive dalle parti di Modena (dove, oltre a conoscere molto bene la storia musicale della sua terra, suona anche la chitarra).
“Targi, col podcast Emilia Rock, riesce a dare delle informazioni precise sulle realtà musicali emiliane, compreso gli indirizzi di casa di Vasco e Ligabue, raccontando gli inizi degli artisti e collocandoli nel loro contesto. Un viaggio nella provincia dove nascono le idee per canzoni e film che hanno quasi sempre uno sguardo poetico, libero dall’influenza dei grandi centri e dell’Industria dello spettacolo.
Il podcast Emilia Rock è tecnicamente molto curato, Targi è uno speaker professionista, le musiche sono originali e ben inserite, la qualità audio è perfetta. E Targi è lo story teller che ci porta in un viaggio rock tra musica e territorio”. Maurizio DiMaggio
Nella categoria dedicata alla carta stampata e ai libri, simbolicamente rappresentata dal
“tatto”, il premio è andato a “Deserti” della viaggiatrice e scrittrice Carla Perrotti, non a caso chiamata “la signora dei deserti”. Nata a Milano nel 1947, è stata la prima donna ad affrontare con i tuareg il deserto del Ténéré in Niger a seguito di una carovana del sale (nel 1991). Tre anni dopo ha completato la traversata in solitaria del Salar de Uyuni in Bolivia, a piedi, trainando un carretto di 130 chili che di notte era la sua casa. Nel 1996 è stata la volta del deserto del Kalahari, in Botswana. In assoluta autonomia alimentare, accompagnata da un cacciatore boscimane che le insegnava a nutrirsi solo di quello offerto dalla natura. Dopo la Cina nel 1998 e il Simpson Desert australiano nel 2003, ha realizzato il sogno di attraversare un deserto per continente. Tutto sempre da sola.
“Abbiamo deciso di dare questo premio a Deserti e alla sua autrice non solo per la sua perseveranza e resistenza fisica. Esploratrice, documentarista e parte del club che annovera i migliori atleti del mondo (il Sector No Limits Team), Perrotti non è animata da sfide o dalla volontà di andare oltre i limiti” spiega la giornalista socia Gist Carmen Rolle. “Per lei il deserto è la quintessenza della Natura e il suo desiderio è entrarci in profonda sintonia. La ragione del premio sta proprio nella capacità dell’autrice di descrivere il rapporto intimo che può instaurarsi tra un territorio e l’essere umano che l’attraversa. Nei suoi libri, tutti editi da Corbaccio, e in Deserti, l’autrice racconta imprese cariche di fatica e sofferenza con un senso di pace e appagamento. Quello che nasce dalla bellezza della solitudine e dalla fatica estrema usati come mezzi per ritrovare il sé più profondo. Il deserto induce a un’immersione totale e a momenti topici, quelli che portano a scoprire che quando si è costretti ad abbandonarsi a forze superiori, si incontra la vera essenza. Per questo da oltre dieci anni Carla Perrotti si occupa di Desert Therapy, metodo “naturale” fatto di viaggi in paesaggi straordinari, silenzi e meditazioni, per ritrovare se stessi”.
Nella categoria dedicata ai social, ai blog e alla tv, simbolicamente rappresentata dalla “vista”, il premio è stato assegnato ai contenuti social di @matterizzi. Matteo Rizzi è un fotografo e content creator italiano, di base a Ravenna. Fin da giovane ha coltivato la passione per la fotografia, parallelamente all’attività agonistica di vela e agli studi scientifici: Matteo ha una laurea magistrale in Ingegneria gestionale, ottenuta all’università di Bologna. Ed è anche il fondatore e l’anima dell’account Instagram @matterizzi, pagina che negli anni – è nata nel 2012 – è riuscita a costruire attorno a sé una community affezionata e fidelizzata sui temi della fotografia, dei viaggi, dello sport e dell’avventura a 360°, che poi sono anche le sue grandi passioni. Dal 2020, complice il lockdown, ha deciso di sperimentare il mondo del video-making: ora sul suo account si possono trovar contenuti video sotto forma di reels esperienziali o vlog e scatti fotografici che raccontano le sue esperienze. Attualmente Matteo Rizzi ha più di 67mila follower su IG, oltre 52mila follower su TikTok.
“Matteo Rizzi ha una freschezza, un taglio frizzante e spontaneo, e soprattutto una tecnica invidiabile: in altre parole, Matteo Rizzi è un content creator che a nostro parere è riuscito a trovare l’equilibrio perfetto tra conoscenza del mezzo e ricchezza dei contenuti. Il risultato? Sono narrazioni che coinvolgono, colpiscono, affascinano e divertono un mondo chi le guarda” spiega la giornalista Gist Cristiana Gattoni.