Per grandi e piccini allora nulla di meglio che conoscere il Parco Fanes-Senes-Braies, accessibile per esempio da San Vigilio di Marebbe, addentrandosi nel cuore delle sue leggende grazie al sentiero tematico ‘Le Leggende di Fanes’ (con brochure illustrativa).
Lungo il sentiero sono state allestite 11 stazioni con pannelli descrittivi e disegni delle favole ladine. Si parte da San Vigilio di Marebbe, si attraversa su un ponticello il Rio e si prosegue lungo la sua sponda destra in direzione est. Poi ancora verso nord, si oltrepassa la strada per Pederù, e si ripiega attraverso il bosco per concludere il percorso non lontano dal centro Visite del Parco Naturale. All’inizio del sentiero da non perdere una sosta per ammirare la scultura naturale in legno ‘Berta’, nelle vicinanze dell’Aqua Bad Cortina, i bagni minerali di San Vigilio. Opera unica nel suo genere, rappresenta una ‘Gana’, figura del Regno di Fanes, signora delle acque sorgive, dispensatrice di fertilità e benessere. La leggenda, di cui si conosceranno tutti i particolari percorrendo il sentiero tematico, narra le vicende del Regno dei Fanes e della principessa guerriera Dolasilla e la sorella gemella Lujanta, sfortunate figlie dell’avido Re dei Fanes:la prima, nonostante le armi magiche, morì in battaglia per difendere il suo popolo dall’invasione dei nemici, mentre l’altra lo nascose nelle grotte scavate dalle marmotte loro alleate.
Se alcune leggende ricorrono su tutte le Alpi, quelle ladine sono invece uniche. Che siano state le singolari e straordinarie conformazioni rocciose, le forze della natura o semplicemente la ricchezza della fantasia popolare… – non si sa perché le leggende ladine siano così vive. "Ciò che è sicuro è che in lingua ladina vi sono molto più miti e leggende che in tutto il Tirolo", dice Leander Moroder dell’Istituto Ladino di Cultura di San Martino in Badia. E ciò nonostante il fatto che esse siano state tramandate per secoli solo oralmente.
Altri itinerari nel Parco Naturale portano alla scoperta della Val de Mareo, che conduce al Rifugio Pederü. Anche qui boschi, prati, ruscelli e tanta pace. Una passeggiata da non perdere è la ‘Roda dles Viles’ che conduce attraverso gli armoniosi insediamenti contadini (le ‘viles’ appunto) di Pieve di Marebbe, dove è possibile toccare con mano l’architettura rurale spontanea tipica delle vallate ladine delle Dolomiti. Ma ci sono nel parco anche percorsi alpinistici e una via ferrata in quota. E gli alpeggi di Fanes, Senes e FodaraVedla sono dei veri paradisi della fauna. Non è raro imbattersi in marmotte, scoiattoli, camosci e forse anche nell’aquila reale.
Pacchetto ‘Active Weeks’, valido dal 10/9 al 24/9/2011, da 490 euro a persona in 4 stelle sette giorni mezza pensione, compreso escursione guidata alle Viles e ai masi di Marebbe, escursione naturalistica guidata sulle vette delle Dolomiti con lo scalatore Simon Kehrer o Max Willeit, corso introduttivo di nordic walking, corso di arrampicata e gita in mountain bike.
I Salvan di Marebbe
Altre figure leggendarie assai note in questa zona sono i Salvan.
Il Salvan è un essere di grandi dimensioni, d’infantile ingenuità, ma dotato di poteri magici. Un personaggio rude e poco rassicurante con caratteristiche umane che vive nei boschi più profondi, in particolare presso recondite fonti o su speroni rocciosi difficilmente accessibili.Il Salvan è protettore dei contadini e del focolare, così come Silvanus, il dio dei boschi. Di tanto in tanto entra anche in un maso. Ma solo in masi singoli e dove viene accolto con ospitalità…allora benedice la casa in modo da assicurarle prosperità. Può però anche diventare cattivo e vendicativo se viene deriso o se lo si fa arrabbiare. Una delle tante storie sui Salvan è legata al casale di Curt, non lontano da San Vigilio di Marebbe. A monte di questo casale si trova la tenuta "Col sora Curt". Questa casa è indicata da sempre come dimora della benedizione e non è un caso. Tanti anni fa, infatti, un Salvan cercava casa e qui fu accolto benevolmente dalla contadina. L’ometto era molto felice e vi si fermò per qualche tempo. Era ben accetto dalla gente, soprattutto perché giocava con i bambini. Tutto il giorno si divertiva coi bambini sul prato e li sorvegliava, cosicché la contadina poteva badare senza pensieri ai suoi lavori. Quando ritornava a casa per cucinare, l’ometto si sedeva accanto al fuoco con i bambini facendo battute con tutta la famiglia. La serva della casa aveva preso l’ometto in simpatia e non di rado gli dava la sua parte di torta, accontentandosi della minestra. Il Salvan accettava riconoscente la torta. Prima di lasciare il maso, fece dono alla serva di un gomitolo di filo con il quale lei fece molte calze nel corso degli anni. Lavorava e lavorava a maglia, ma il gomitolo non finiva mai. Così divenne ricca ed infine si sposò in un bel maso. Ben presto però il lavoro a maglia le divenne monotono ed un giorno disse: "Ma non finisce mai questo gomitolo?" Ed ecco che improvvisamente il gomitolo finì; con esso finirono però anche le benedizioni e il maso andò lentamente in rovina. Si pentì spesso della sua arroganza, ma era ormai troppo tardi…
Sulle tracce dei Salvan: suggerimento per una passeggiata
Percorso: San Vigilio – Val – La Miara – Miscì -Rara – Parü – Col sora Curt – Matlogn – Curt – San Vigilio
Dislivello: 400 m – tempo di percorrenza: 3-4 ore
Dal centro del paese di San Vigilio si raggiunge innanzitutto la stazione a valle della cabinovia Miara; di lì si segue la strada asfaltata che sale a destra (segnavia n° 1 al Plan de Corones). Al termine della salita si gira a sinistra e si raggiunge infine il gruppo di case Val dla Tor. Al bivio, prima delle case, si prende a destra per la strada forestale fino al Passo Furcia (segnavia n°1). All’inizio si sale per un bosco rado fino all’Albergo La Miara, da dove si prosegue per un tratto pianeggiante. Usciti dal bosco, si sale per alcuni tornanti attraverso i prati fino a Rara e a Mischì. Poco prima si lascia il sentiero nel bosco per il passo Furcia e si prende la buona strada sulla sinistra. Quando si sono attraversate entrambe le "Viles", si segue la strada asfaltata attraverso il bosco in discesa, si passa per Parü e per una strada poderale si raggiunge Col sora Curt per poi scendere a Matlogn; si scende poi ancora fino ad incrociare la strada provinciale per il Passo Furcia che collega San Vigilio con Valdaora. Passando per Curt si fa ritorno a San Vigilio di Marebbe.
Dai casali di Miscí, Rara, Parü, Col sora Curt e Matlogn lo sguardo spazia sulla conca di San Vigilio e sulle cime dolomitiche dei dintorni (Cima Nove, Cima Dieci, Puez, Odle, SassPutia), in un panorama unico.
INFO Consorzio Turistico Plan de Corones (Val Pusteria – Alto Adige – Dolomiti).
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