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MADAGASCAR: TUTTA L’ISOLA A TAVOLA


 

Milano, 14 luglio 2011 – Crocevia delle navigazioni commerciali sulla rotta delle Indie e su quelle della pirateria dell’Oceano Indiano, tra le origini della sua popolazione si incrociano 18 etnie diverse, provenienti non solo dalla vicina Africa ma dalle isole dell’Oceania e dalle sponde asiatiche, nonché dai paesi che nel corso del tempo lo hanno occupato, come la Francia coloniale, gli olandesi, i portoghesi. 

Uno degli aspetti di grande suggestione è la sua specificità culturale, paragonabile a nessun’altra: un aspetto che annotò Marco Polo sul Milione, in cui cita il Madagascar come una terra misteriosa. 
 

Una varietà culturale che si rispecchia anche nelle sue ricette e tradizioni gastronomiche, in cui il riso è l’alimento sempre presente e le statistiche confermano che i malgasci sono tra i più grandi consumatori di riso al mondo. Questo alimento, pilastro fondamentale della cucina malgascia, è onnipresente nelle preparazioni e nelle ricette tipiche.

 

Ecco un piccolo assaggio dei piatti più caratteristici. Il romazava è il piatto nazionale per eccellenza. E’ un brodo preparato a base di un insieme di brède (spinaci) cotto con carne di manzo o pollo. Il ravitoto sy henakisoa (foglie di manioca pestate e carne di maiale) è il piatto forte di tutte le serate di festa in Madagascar e può essere preparato in molti modi, dalla più semplice alla più raffinata. Il sesika amalona (anguilla farcita) è un vero e proprio capolavoro di delicatezza, grazie alla tenera carne dell’anguilla, che si scioglie letteralmente in bocca: prima di tutto bisogna aprirla per la lunghezza e poi farcirla con carne di maiale tritata, aglio, cipolle e cuocere a fuoco lento con una salsa a base di pomodoro e zenzero. Il varanga (manzo filettato) è un trancio sottile di carne cotto in acqua per qualche ora prima di essere sfilettato e passato sulla brace con cipolline intere. Impossibile parlare di cucina malgascia senza menzionare il hena ritra, un grande classico per le festività preparato con carne di zibù leggermente grassa e cotta solo con aglio; o l’akoho mifahy, ossia carne di gallina tagliata a pezzi e stufata. Non dimentichiamo il tongo-kisoa, piedi di maiale accompagnati con fagioli bianchi, una delizia soprattutto se accompagnato dal lasary (trito di pomodoro).
La bevanda che accompagna i pasti è il ranovola, chiamata anche acqua d’argento, ottenuta bruciando il resto di riso attaccato al fondo della pentola.

A metà tra cucina e shopping, non dimentichiamo le spezie che hanno fatto la storia e la ricchezza del Madagascar. Come la vaniglia: il Madagascar è il primo produttore al mondo e ovunque sono in vendita le stecche o l’essenza per dare un tocco esotico a dessert e ricette agro-dolci.
Mazotoa romana, mangiate con entusiasmo!

Office National du Tourisme de Madagascar – Ufficio Stampa per l’Italia
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Gloria Peccini – gloria.peccini@goup.it
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