7.3 C
Milano
giovedì, Marzo 28, 2024

Lucania, una gran bella scoperta fra natura incontaminata, sapori e borghi dipinti

di Graziella Leporati

La Lucania è il palcoscenico di una Natura incontaminata, unica protagonista in un paesaggio immutabile da millenni. In particolare, la Valle del Melandro, a ovest di Potenza e al confine con la Campania, rivela un fascino impagabile coi suoi borghi scavati nella roccia, i parchi e i castelli arroccati in cima a montagne avvolte dal silenzio dove il verde è lussureggiante rigoglioso e selvaggio. Un paesaggio che non ha lasciato indifferente il mondo cinematografico che l’ha scelto come location di pellicole ormai entrate nel mito: dal classico “Cristo si è fermato a Eboli” di Francesco Rosi al discusso “The Passion” di Mel Gibson fino all’ultimo,“Basilicata coast to coast”, di Rocco Papaleo. In fondo al canyon del Bosco Luceto, camminando fra cerri e carpini (e facendo tesoro delle indicazioni della guida Isabella Abate), si arriva al Vallone del Tuorno (del tuono) dove fra sorgenti di acqua solforosa e antichissime stalattini e stalagmiti si scoprono sei cascate sconosciute ai più, alte fino a 20 metri dove vivono granchi d’acqua dolce (attenzione, granchi, non gamberetti). Seguendo il sentiero Frassati di Sasso di Castalda, nei boschi e nei secolari faggeti di quest’area del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano non è né raro né difficile vedere i cervi di cui se ne contano una trentina di esemplari. Per i lupi l’incontro è più complicato perchè, pur essendo ormai una sessantina, sono animali timidi che fuggono l’uomo, però con le guide è possibile seguirne le tracce e organizzare delle sorte di safari. Questo paradiso naturale è la meta ideale per chi pratica il trekking, ama passeggiare , andare in mountain bike, ma anche per chi ha interessi artistici o storico-naturalistici geologici e, soprattutto, per chi vuol andare alla scoperta della ricchezza enogastronomica di questa terra unica. Per non parlare delle leggende che aleggiano in ogni borgo. Il tour nella Valle del Melandro non può prescindere dal capoluogo , Potenza. Il suo cuore urbano è di origine borbonica e lo si riconosce dalla vie strette e dalle stradine costruite per smorzare il vento che soffia impetuoso. La vera essenza di Potenza emerge passeggiando per le antiche vie del centro storico, dalle piccole piazze e dai portoncini. Ogni particolare va gustato con attenzione. Ai margini del centro di Potenza si può ammirare quello che rimane del vecchio castello, costruito probabilmente in epoca longobarda, di cui oggi rimane solo la Torre Guevara chiamata così per il nome dell’ultima proprietaria, Beatrice Guevara. Uno dei palazzi più antichi della città risale al 1600: Palazzo Loffredo fu residenza dei nobili potentini per secoli, oggi è sede della galleria civica di Potenza e dei reperti del Museo archeologico nazionale della Basilicata. Particolarmente cara agli abitanti di Potenza è l’Edicola o Tempietto di San Gerardo, patrono della città: i potentini la chiamano familiarmente San Gerardo di Marmo e fu costruita nel 1865. Le cinque colonne sostengono angeli e rose di marmo mentre il particolare più evidente è la vetrata rossa dietro la statua di San Gerardo. Tra le piazze più belle c’è quella dedicata a Mario Pagano, dove di affacciano il Teatro Stabile, il Palazzo del Governo, e la Chiesa di San Francesco. Potenza si visita tutto l’anno, ma maggio è il mese ideale: durante il Maggio Potentino infatti si tengono una serie di eventi in occasione della festa del patrono, San Gerardo: la sfilata dei turchi, il Palio dei Cavalli e la venerazione del Santo. Dal capoluogo ci si inerpica su strade ben asfaltate verso Sasso di Castalda, un paesino con 800 abitanti arrampicato su un monte a quasi mille metri di altezza, dominato da una rupe su cui, un tempo, sorgeva l’antico castello normanno. Il borgo è orgoglioso del suo figlio più celebre, l’ingegner Rocco Petrone, che, negli anni 60’ fu uno dei principali protagonisti dell’esplorazione spaziale: era infatti direttore delle operazioni di lancio di Cape Canaveral, quando l’Apollo atterrò sulla luna. A un tiro di schioppo un altro interessante borgo medievale: Brienza si snoda in modo circolare fra vicoletti e scale di pietra intorno a un colle sulla cui sommità svetta il federiciano castello Caracciolo nel 1300, si racconta, abitato dalla bellissima Bianca poi catturata da un pirata durante un viaggio. Poco lontano, arroccato su un altro colle, sempre sormontato da un castello, si incontra Savoia di Lucania, l’antica Salvia. Sembra un presepe su quel cucuzzolo che cambia colore sotto i raggi del sole. Il viaggio prosegue poi verso Sant’Angelo le Fratte, conosciuto come il “Paese delle Cantine”. Se ne contano oltre 100 ricavate direttamente dalla roccia, tuttora utilizzate per la conservazione di vini e formaggi locali e collegate da scalinate in cui si sente l’odore aspro del mosto. Il centro storico è caratterizzato da una cinquantina di murales che ornano le facciate delle case sviluppando il tema del rapporto uomo-roccia-vita autoctona.

Casa dipinta

Ma è Satriano di Lucania la capitale dei murales. Il paesino che fa parte dei 190 borghi autentici d’Italia, lascia stupefatti per la quantità (se ne contano 400), la varietà, la cromaticità e l’espressività di queste opere d’arte che ornano intere facciate e raccontano storie e leggende d’altri tempi come quella dei monacieddi (le anime dei neonati morti prima del battesimo) e del Rumit , l’uomo-albero che simboleggia l’amore dei lucani verso la natura che li circonda e li protegge. Ma la Lucania conquista anche a tavola con ricette semplice e gustose. Già Cicerone, Marziale e Varrone avevano apprezzato i prodotti di questa regione, decantando il gusto unico della salsiccia lucanica o luganega per la quale ogni zona ha il suo modo di produrla e conservarla: sott’olio, stagionata oppure fresca. Tra i primi più richiesti ci sono le lagane e ceci, ovvero fettuccine di grano duro servite con aglio, olio, pomodoro e ceci: una vera delizia di cui i briganti del Vulture non potevano fare a meno (e per questo ancora oggi viene definito come “il piatto del brigante”). Oppure vari tipi di pasta: orecchiette, strascinati e manate. Per i formaggi si va dal Canestrato di Moliterno al Caciocavallo Podolico fino al cacio ricotta. Specialità tipica sono i peperoni cruschi, ovvero croccanti: fatti essiccare, poi scottati nell’olio d’oliva. E per brindare non c’è che l’Aglianico del Vulture, vino rosso con una buona corposità, ideale per accompagnare questa cucina semplice ma saporita. E per riposare, l’optimum è un delizioso B&B, “Il rifugio della luna”(www.rifugiodellaluna.it) con un sapore unico e mille tonali verdetà di. Vicino a Satriano, sotto la torre di Tito, arredato con un gusto squisito, circondato da ulivi e alberi di fico è l’deale sia per chi cerca il relax sia per chi vuole una vacanza attiva a contatto con la natura. Per info: www.basilicataturistica.com; www.fulltravel.i/destinazione/basilicata.

Articolo pubblicato su QN.net

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Stay Connected

0FansLike
- Advertisement -

Latest Articles