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domenica, Settembre 15, 2024

La tradizione dei Pupi più viva che mai a Siracusa

Siracusa, patria di Archimede e dalla grande storia, è un punto privilegiato per scoprire una Sicilia avvolgente e strepitosa. Cucina, ospitalità, arte storia religiosa, tradizioni, Pupi inclusi, tutte concentrate, soprattutto, nel quartiere Ortigia, da cui tutto ebbe inizio.

Appena esci dall’ Algilà Ortigia, Charme Hotel l’albergo in puro stile barocco affacciato sul mare, che è un ottimo punto di partenza per esplorare un territorio meraviglioso passeggiando per le strette vie del quartiere, ti addentri e resti catturato da ogni angolo. E camminando per via della Guidecca ci si imbatte nel Teatro dei Pupi.

Sì, proprio i Pupi, quelle marionette che hanno attraversato i secoli, allietato le generazioni, accattivato l’attenzione di grandi e piccini nei tempi andati che resistono nella tradizione grazie ad appassionati che portano aventi la maestria di generazione in generazione, applicando l’inventiva moderna.

SIracusa

Marionette antropomorfe venivano utilizzate per catturare l’attenzione degli ascoltatori e già dall’antico Egitto, venivano impiegate nei riti sacri, come nella Magna Grecia, e in particolare a Siracusa e successivamente Roma.
Senofonte nel suo Simposio, riporta un dialogo avvenuto tra un marionettista siracusano e Socrate a casa del ricco Callia, durante un banchetto.
Nel Satyricon di Petronio, compare, durante la cena di Trimalcione una marionetta dalle fattezze di scheletro che invita i commensali: “a godere dei piaceri terreni, perché ben diverso sarà il mondo delle ombre”.

Già dall’antichità il teatro delle marionette possedeva una propria specificità e passando attraverso i secoli alla fine del ‘700, alcuni marionettisti attenti ai piaceri del popolo siciliano, si ispirarono al “Cunto”, il racconto orale epico-cavalleresco espresso dalle sillabazioni dei “cuntisti” che, utilizzando la propria voce ed una spada, intrattenevano il pubblico nelle piazze e nei vicoli.  Così armarono le marionette  di spada e scudo per far interpretare loro le storie , i duelli e gli amori dei paladini di Francia.

La tradizione dei pupi, raggiunse il culmine della sua popolarità nei primi anni del ‘900 per poi lentamente decadere.

Siracusa e i suoi pupari

Pioniere dell’opera dei pupi fu Don Ciccio Puzzo che in uno scantinato di via Minniti realizzò il suo primo pupo. Don Ciccio operò dal 1877 al 1919; i figli, tra cui spicca per bravura Ernesto, ripresero l’arte dei pupi nel 1924. In quei primi anni, il laboratorio dei Puzzo fu frequentato da “aspiranti pupari” tra cui il giovane Rosario Vaccaro. Rosario, detto Saro, lavorò costantemente con Ernesto e quando i Puzzo terminarono il loro cammino artistico, maturò l’idea di continuare la tradizione dei pupi a Siracusa.

Quando nel 1948 il sipario calò sul palco dei Puzzo, Saro allestì in un vicolo di via della Giudecca un piccolo laboratorio. Erano gli anni ’70 e Rosario già da qualche anno aveva coinvolto nel suo progetto il fratello Alfredo, esperto artigiano della cartapesta e operatore cinematografico.

Siracusa

Il debutto a Siracusa
In una tiepida giornata, Alfredo Vaccaro manovrava lungo il Vicolo II alla Giudecca una deliziosa marionetta in cartapesta dalle fattezze di papera. Un giornalista della TV locale, fu incuriosito dal manufatto e con suo grande stupore, seguendo Alfredo, scoprì il laboratorio di vicolo dell’Ulivo. Saro mostrò orgogliosamente i suoi pupi al giornalista che riprese alcune immagini per mostrarle in televisione. Da quel momento i riflettori si spostarono sui Vaccaro, suscitando grande interesse nelle amministrazioni pubbliche che videro in quel laboratorio un volano per lo sviluppo dell’incremento turistico.

Il 5 luglio 1978 debuttarono con lo spettacolo “L’incantesimo di Angelica”, nella chiesa di San Giovannello alla Giudecca, dopo trent’anni dall’ultima rappresentazione di Ernesto Puzzo. Idue pupari si ritrovarono sommersi da richieste e l’amministrazione cittadina premiò l’inventiva e concesse, qualche anno più tardi, uno spazio all’interno dell’ex monastero di Sant’Agostino in via Nizza che divenne la sede del teatro dei pupi dei fratelli Vaccaro.

Gli spettacoli dei Vaccaro
La magia e il rapporto fanciullesco di Alfredo Vaccaro con i pupi, rivive ed emerge dalle memorabili rivisitazioni delle storie e delle gesta dei paladini di Francia, con un mini-ciclo cavalleresco.

SIracusa

I cartelloni dei Vaccaro
A differenza dei cartelloni dell’area catanese, realizzati su fogli di carta da imballaggio, i cartelloni siracusani dei fratelli Vaccaro, erano realizzati con faesite. Per ogni cartellone Saro preparava un bozzetto che poi riportava su un grande foglio di faesite, disposto “o longu” (orizzontalmente) delle dimensioni di 2,10×1,40 fissato ad un telaio in legno, ispirate alle illustrazioni di libri presi a prestito dalla biblioteca comunale. Il risultato erano opere tracciate con linee essenziali, con il verde e il giallo, ed accesi sprazzi di rosso a dminare.

Il teatro di Via Nizza
Il teatro dei pupi di Via Nizza 14, inserito nell’ex monastero di Sant’Agostino, ed al momento della consegna, ancora Teatro di cabaret “Ucciardino”, divenne la sede storica del Teatro dei Fratelli Vaccaro. Il palco occupava uno spazio di mt. 7 x 6; il ponte di maneggio era rialzato di circa mt. 1,10 dal piano di calpestio dei pupi.I fondali, alcuni realizzati a tempera dai fratelli ed altri dipinti da nascenti artisti, si trovavano alle spalle degli opranti (o manianti) ed erano calati, in base alla sequenza rappresentata, attraverso un sistema di funi e carrucole. Gli spettacoli erano rappresentati in modo ciclico da giugno a settembre e portavano solitamente in scena le gesta dei paladini di Francia.

Cavalleria e Folklore Nel 1983, Alfredo Vaccaro concepì l’idea di mettere in scena la “Cavalleria Rusticana”. L’impostazione scenografica prese spunto dalle immagini riprodotte sulla copertina di un “vinile” dell’opera e da alcune stampe. L’idea originale era quella di utilizzare alcuni brani dell’opera le cui vicende, sceneggiate in dialetto si sarebbero arricchite di una colonna sonora di tutto rispetto. Era tutto pronto, ma non si erano fatti i conti con i diritti d’autore. Esorbotanti per le finanze dei Vaccaro. E il progetto, a malincuore, fu abbandonato.

1990, ultimo capitolo
Nel 1990, a causa del terremoto, il teatro di via Nizza venne dichiarato inagibile. Il teatro dei pupi di Siracusa era finito. Alfredo plasmò nuove creature alte circa un metro e trenta, statiche e solitarie; i visi dipinti in modo grossolano, assumevano nella penombra del teatro espressioni grottesche, esprimevano un senso di imminente fine di un’epopea.
Era il 1991 quando Alfredo Vaccaro capì che non avrebbe più potuto portare avanti la sua arte.  Il “paladino” Alfredo dovette gettare le armi ed arrendersi all’indifferenza della sua città e, con il tempo, si dissolse anche lui, il 13 febbraio 1995, un giorno qualunque di un anno qualunque.

Siracusa
Alfredo Mauceri

Alfredo Mauceri
Il 13 febbraio 1995, il giovane Alfredo Mauceri, allora ventenne, invogliò i familiari a non lasciare dissolvere questa eredità culturale. «Fu allora che maturai – ci dice Alfredo Mauceri – l’idea di continuare l’operato dei Vaccaro. Il primo passo per il riconoscimento morale dovuto ai fratelli Vaccaro, fu quello di fondare un’associazione; così, il 24 ottobre 1995, fondammo l’associazione “Opera dei Pupi Alfredo Vaccaro”, con lo scopo di perpetuare nel tempo la tradizionale arte dell’opra, dalla costruzione dei pupi alla messa in scena degli spettacoli».

Dai primi giorni di attività dell’associazione, la caparbietà e la dedizione di Alfredo misero in evidenza le sue innate doti. Le sue ambizioni andarono oltre la semplice intenzione di dare sporadici spettacoli tanto da auspicare un futuro sviluppo professionale ma il giovane dovette scontrarsi con il resto della famiglia e proprio per le divergenze di idee, nel mese di novembre del 1999, l’associazione fu sciolta. Ma lui decise di proseguire dando nuova linfa all’opra dei pupi di Siracusa fondando il 3 dicembre del 1999 “La Compagnia dei Pupari Vaccaro-Mauceri”.

L’associazione è l’anello di congiunzione del passato rappresentato dai fratelli Saro e Alfredo Vaccaro, e il presente. Alfredo Mauceri, facendo leva solo sulla propria creatività e tenacia, ha presentato la compagnia e i propri spettacoli in numerosi festival e rassegne di teatro di figura in Italia e all’Estero, ponendo all’attenzione pubblica nazionale ed internazionale la tradizione siracusana.

Siracusa

Ad oggi, l’operato di Mauceri ha condotto gli stessi a realizzare importanti progetti per il consolidamento dell’Opra siracusana, che arricchiscono il tessuto culturale della città:
Il Laboratorio, una bottega artigianale dove ancora oggi, sono costruiti i pupi tradizionali e gli oggetti di scena utilizzati durante le rappresentazioni.
Il Teatro, un piccolo gioiello nel cuore della Giudecca dove sono rappresentati gli spettacoli tradizionali dell’Opra dei pupi, dalle storie dei paladini alle tragedie greche.
Il Museo, lo spazio espositivo allestito in memoria dei fratelli Vaccaro, per divulgare e far conoscere la loro favola di cartapesta e legno.
Il centro studi che rappresenta il volano culturale della compagnia, nato per la raccolta di ogni documento utile alla ricostruzione della storia dei pupi e dei pupari siracusani.

Lunga vita ai Pupi!

Massimo Terracina
Massimo Terracina
Giornalista dal 1987 si è sempre occupato di sport e turismo, con incursioni su radio e tv. Ha sempre la valigia pronta per esplorare il mondo, inesauribile fonte di spunti. Viaggiare allarga la mente. "State viaggiati" (con licenza)

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