di Elena Pizzetti
@epizzet
Scoprire il nord della Spagna a bordo del Costa Verde Express, treno di lusso che serba tutto il fascino del mitico Transcantábrico, lungo un itinerario di sei giorni da Santiago de Compostela fino a Bilbao attraversando Galizia, Asturie, Cantabria e Paesi Baschi. Un nord dal clima atlantico, fresco e verdissimo, che esprime però tutto il calore dell’accoglienza spagnola. Un’esperienza per provare il piacere del viaggio a ritmo lento, con un punto di osservazione che entra nel paesaggio e ne diviene parte, regalando momenti di autentica poesia.
L’appuntamento con lo staff che accompagnerà al treno è a Santiago de Compostela all’Hospital de los Reyes Católicos, fondato nel 1511 dai re cattolici come ospedale per i poveri e i pellegrini, affacciato su Praza do Obradoiro e oggi Parador di lusso. Dormire una notte tra queste mura, girovagando tra le antiche corti dove un tempo si coltivavano le erbe officinali, ammirando la filigrana scolpita nell’arenaria e fare colazione davanti a una finestra che affaccia sulla maestà della Cattedrale è il prologo perfetto al viaggio che, a scartamento ridotto, condurrà fino ai Paesi Baschi.
Nella gioia di Santiago de Compostela
Una folgorazione dello spirito Santiago de Compostela, città che trabocca sacralità dove la devozione non è mai dolente ma festosa: in Praza do Obradoiro arrivano pellegrini dalle età e provenienze più disparate, chi cantando, chi con gli scarponi in mano, chi tra abbracci, saluti, lacrime di gioia. Ovunque scorre il palpito dell’emozione, quasi come se anche il granito degli edifici ne fosse contagiato. Regna un’accoglienza speciale, accompagnata musicalmente della cornamusa tradizionale, la gaita galiziana.
Il cammino più famoso della Cristianità, istituito nel IX secolo dopo la scoperta delle reliquie di San Giacomo il Maggiore, converge sul lastricato di questa immensa piazza e si irradia ovunque: dal Pórtico de la Gloria, gioiello romanico della Cattedrale, opera del Maestro Mateo terminato nel 1188 e oggi parte museale, alla retrostante piazza Quintana. Delimitata dal severo Convento di San Paio de Antealtares e distinta in una parte inferiore e superiore, è uno scenario perfetto per sedere a un bar con un bicchiere di bianco galiziano, ammirando il retro barocco della Cattedrale, la Porta Santa e la Torre dell’Orologio, l’edificio più alto della città.
Un altro punto di osservazione privilegiato delle torri è nell’elegante chiostro del vicino Palazzo Fonseca, sede della prima università.
La visita al sepolcro nella Cattedrale e l’abbraccio alla statua del santo sono momenti intensi che fanno parte della ritualità di Santiago. Quella turistica prevede invece l’acquisto di un souvenir d’argento con la conchiglia del pellegrino e la freccia del Cammino in Plaza de Las Platerías, oppure di un monile in azabache (ambra nera) una pietra semi-preziosa di origine vegetale di colore nero brillante che nel medioevo si credeva capace di proteggere dal malocchio.
La sera è festosa, animata da molti piccoli locali dove è imperdibile un pulpo a la gallega cucinato secondo la ricetta tradizionale galiziana.
L’avventura su rotaie inizia
Il giorno dopo all’Hospital de los Reyes Católicos l’incontro con le eleganti assistenti del Costa Verde Express, una visita guidata della città e poi, a bordo del bus gran turismo che segue il convoglio e accompagna durante le escursioni, si raggiunge la stazione di Ferrol, dove aspetta il treno che, pur offrendo ogni confort moderno, conserva alcuni vagoni risalenti agli anni ’30 sapientemente restaurati.
Tra boiserie, velluti, ottoni, dettagli Liberty sembra di trovarsi sul set di un film dedicato all’era d’oro dei grandi viaggi su rotaie: negli ovattati vagoni lounge un flute di bollicine dà avvio al viaggio. Dal finestrino della Suite Gran Clase il paesaggio della Costa Verde scorre come in un documentario, mentre il dondolio culla i pensieri: sdraiati a letto si guarda sfilare i declivi ricoperti di boschi di querce, faggi, castagni che, a tratti, svelano la costa scura dove il Mar Cantabrico ha scavato profondi fiordi, ai quali sono aggrappati borghi di pescatori. Un mare forte e invadente che penetra nelle foci dei fiumi creando le rÍas, dove l’acqua salata si mescola a quella dolce, dando vita ad habitat propizi alla pesca.
Il treno lambisce orti curatissimi, giardini dal verde brillante dove le ortensie crescono gigantesche, costeggia tratti di fiumi luccicanti e lunghe spiagge dorate, proprio come in una fiaba, mentre i rami degli alberi frusciano sul convoglio. Si riposa avvolti come in un bozzolo dalla boiserie di legno della suite e con un elegante bagno a disposizione privato rifinito in legno.
Galizia in dolcezza
Il convoglio arriva alla rÍas di Viveiro, sull’estuario del fiume Landro, la più grande del mar Catabrico. Con il suo Ressurection Fest, festival di musica heavy metal e punk, che si tiene ogni estate dal 2006, questo borgo così tranquillo, è una mecca per gli amanti del genere.
La passeggiata nel centro storico ripercorre i resti delle antiche mura medievali che resistettero agli attacchi dei pirati del 1500, passa sotto le tre possenti porte rimaste, si snoda lungo strade linde dove i palazzi sono ricoperti da eleganti galerías, verande – bovindo rifinite in legno bianco che ricamano le facciate e accumulano calore durante l’inverno.
Le case più strette sono quelle dei pescatori di un tempo che si dice furono costruite in base alla lunghezza del remo. Un luogo dove tornare durante la Settimana Santa per assistere alle processioni che nascono dalla chiesa romanica di Santa Maria.
Lo charme della sera
C’è grande attesa per la prima cena a bordo del Costa Verde Express. L’illuminazione e la mise en place raffinata accentuano l’atmosfera di altri tempi senza indugiare nella nostalgia. I piatti gourmet della chef Victoria Fernández (preparati nel luccicante coche cocina) portano il Mar Cantabrico in tavola, con polipo, aragosta, filetto di tonno con funghi e la Tarta Mondonedo, tipica torta galiziana alle mandorle. Un drink nel choche cafetería termina una serata che sembra provenire da lontani fasti del passato. Nei giorni a seguire non mancheranno le sorprese nel coche disco grazie alle esibizioni di una violinista e di una pianista.
La notte il treno è sempre fermo per facilitare il sonno che arriva cullato dall’atmosfera riposante. E la mattina alle otto è il tintinnio della campanella suonata lungo i corridoi da una hostess ad avvertire che la colazione è servita. Dolce con croissant e macedonia fresca, oppure salata con tortilla di patate, pane e burro con prosciutto di montagna, il prelibato jamón serrano, uova o omelette, c’è di tutto. Vicente, con la classe nel portamento e la giusta dose di affabilità spagnola nel sorriso, si muove lesto con porcellane cariche di tè e caffè, mentre il treno sferraglia fino alla ría di Ribadeo, uno stretto braccio di mare di circa 10 km, punteggiato da vele che solcano la foce del fiume Eo, confine tra Galizia e Asturie.
Le case più strette sono quelle dei pescatori di un tempo che si dice furono costruite in base alla lunghezza del remo. Un luogo dove tornare durante la Settimana Santa per assistere alle processioni che nascono dalla chiesa romanica di Santa Maria.
Emozioni a fior di Oceano
Riserva della biosfera ricca di granchi, salmoni, trote e rifugio invernale di aironi cenerini e anatre, la rìa di Ribadeo è costellata di ville molto colorate, le case degli indianos soprannome dato ai galiziani emigrati in America latina e tornati, dopo aver fatto fortuna, negli anni ‘20 in patria.
Ribadeo conserva nell’eleganza degli edifici la signorilità che le deriva dall’essere stata il porto più importante del Mar Cantabrico. Tra i palazzi più belli il pazo (residenza) dei fratelli Moreno, di stile modernista, attualmente in restauro. Numerosi i punti panoramici mozzafiato sulla scogliera come i due fari sull’isola di Pancha, oggi convertiti in strutture turistiche, e i resti del Forte de San Damián.
L’oceano dà spettacolo anche nella vicina Playa de las Catedrales (nome originario Praia de Augas Santas) dove, insieme al vento, ha scolpito nei millenni gigantesche formazioni rocciose alte più di 30 m, formando spettacolari archi naturali che ricordano le volte e i contrafforti delle cattedrali gotiche.
Un luogo che esprime un forte misticismo naturale, da visitare (su prenotazione ma con il Costa Verde è già tutto organizzato) durante la bassa marea e da percorrere da soli perché trasmette il senso di una grandezza materica che rimanda al trascendente.
Dopo il pranzo al Parador di Ribadeo, affacciato sulla ría e con di fronte il fiabesco borgo di Castropol, ci si concede un dolce a La Galleteria, pasticceria tradizionale, prima di reinreare sul Costa Verde Express.
Un piccolo riposo cullati dal dondolio del treno e si arriva a Luarca, candido villaggio di pescatori, con la sua scogliera a strapiombo alla quale è aggrappato un cimitero bianco come la neve e molto panoramico. Vicino, il bianco Santuario della Madonna della Bianca o Ermita de la Atalaya e il faro dominano la scogliera e sembrano toccare il volo dei gabbiani.
Tra Gijón e Oviedo
Le Asturie sanno sorprendere non solo per la maestà delle scogliere. Anche l’architettura ha i suoi capricci. A Gijón l’ecclettismo si è sbizzarrito nella Laboral Città della Cultura, un immenso spazio architettonico che al primo sguardo richiama lo stile imperiale di San Lorenzo del Escorial, un tempo sede universitaria, oggi dedicato all’istruzione, alla produzione culturale e all’industria creativa. Dal Decò agli ordini classici, dal Rinascimento al Barocco, le citazioni non mancano come in un compendio grammaticale universale.
Grande respiro anche nel centro cittadino dove si dipana la lunghissima spiaggia urbana di San Lorenzo frequentata da surfer e famiglie, mentre le vie interne sono ricche di locali e sidrerie, dove fermarsi a bere un culete (un bicchiere) di questo nettare. Il sidro è un’istituzione, un autentico patrimonio culturale delle Asturie che ne producono 40 milioni di bottiglie l’anno, divise in parti quasi uguali fra sidro naturale e sidro spumante.
Sferragliando si arriva a Oviedo, capoluogo del Principato delle Asturie, adagiata tra i monti Cantabrici e il Golfo di Biscaglia.
Ben conservato ed elegante il centro medievale, pedonale, e con autentici tesori, come la cattedrale gotica del Santo Salvatore che, nella Camera Santa custodisce il Sudario di Oviedo, il velo nel quale, secondo la tradizione, venne avvolto il volto di Cristo dopo la deposizione e, nella sagrestia, la Croce della Vittoria, dono di Alfonso III e, secondo la tradizione, portata da Pelagio, condottiero austuriano, nella battaglia di Covadonga, che segnò l’inizio della Reconquista spagnola.
È un pizzo mistico il chiostro, dove nel tardo pomeriggio, attraverso i capitelli la luce proietta antichi disegni sulle pareti, aggiungendo magia alla magia.
La città è anche un museo en plein air con oltre 100 statue, per lo più bronzee, che compaiono all’improvviso, disseminate tra le vie, le piazze e i giardini. Solo per citane tre: la La Regenta, donna in abiti ottocenteschi, di Mauro Álvarez Fernandez, davanti alla cattedrale gotica; Woody Allen di Vicente Martínez-Santarúa in rua Milicias Nacionales, omaggio al regista dopo le riprese del film Vicky Cristina Barcelona, e la Maternidad di Botero in piazza de la Escandalera.
Natura e devozione
Il giorno seguente, dalla costa il bus del Costa Verde Express attraversa strette valli e fiumi, luoghi attrezzati per gli amanti di canoa e kayak, e si inerpica agile fino a Los Picos de Europa nel Parque Nacional de Los Picos, regno di mucche e capre felici all’origine dei prelibati formaggi asturiani, come sua Maestà il Cabrales dop, un erborinato tra i più famosi al mondo.
Lungo la strada compaiono all’improvviso, come in un miraggio, il ponte romano di Cangas de Onís, e il maestoso Santuario di Covadonga, punto di ingresso al parco. Mito e venerazione si intrecciano nella grotta, dove viene venerata l’immagine de La Santina (la Vergine) e riposa Pelagio che qui, nel 722 sconfisse i Mori dando inizio alla Reconquista.
A tavola brilla la stella Michelin al ristorante El Corral del Indianu, dove lo chef José Antonio Campoviejo, tra le tante prelibatezze, propone bombon di Cabrales ricoperti di cioccolato bianco con mela arrostita ed esalta in purezza la Fabada asturiana, zuppa di fagioli asturiani e maiale.
E poi è di nuovo il Mar Cantabrico a essere protagonista nella verde Llanes, caratteristica località di vacanza colorata da fiori dai colori accesi, con spiagge ben protette, come la centrale Playa del Sablón, e spunti artistici come i Cubos de la Memoria, frangiflutti che proteggono la darsena, trasformati in opere d’arte dal pittore basco Agustín Ibarrola.
Tra Cantabria e Paesi Baschi
La fermata successiva è in Cantabria. In bus si raggiunge il museo di Altamira nel parco dove si trova la “Cappella Sistina” del paleolitico. La grotta (oggi chiusa al pubblico) è famosa per le pitture parietali raffiguranti bisonti, cervi, cinghiali, cavalli e mani umane, patrimonio Unesco che sono state riprodotte nella grotta replica del museo. E subito viene alla mente il toro di Picasso in Guernica. Un salto di circa 14.000 anni e diversi stili pittorici compongono una miriade di figure, che serbano ancora molti misteri.
La vicina Santillana del Mar è una sorpresa medievale: un villaggio nato nell’VIII secolo attorno alla Chiesa Collegiata di Santa Giuliana, considerata una delle maggiori espressioni dell’architettura romanica in Cantabria. Costruita su un antico eremo nel XII secolo, ha una facciata decorata da diverse sculture tra le quali spicca al centro il Cristo Pantocratore incorniciato in una struttura a forma di mandorla. Una sinfonia il chiostro, con raffinati capitelli istoriati, autentiche opere d’arte medievali.
Il centro è ricco di negozi che vendono prodotti tipici, primi far tutti le acciughe del Cantabrico. Inizialmente, per cercare di attirare nel villaggio i turisti che provenivano da Altamira, alcune donne offrivano un bicchiere di latte e un dolce tipico: quesadas, sobaos o bizcochos, esattamente come fa ancora la Casa Quevedo dal 1950, laboratorio dolciario artigianale. Molta atmosfera al paradores Gil Blas, tra pietra e arredi d’epoca, luogo da non mancare per prendere un aperitivo o pranzare.
Si cena a Santander, capoluogo della comunità autonoma della Cantabria, raccolta attorno alla sua profonda baia e incastonata tra montagna e le lunghe spiagge dorate. Mecca dei surfisti, fu eletta luogo di villeggiatura dall’aristocrazia europea alla fine dell’800 e ne serba ancora la signorilità in edifici prestigiosi come il Palazzo della Magdalena. Fortissimo il legame con l’Oceano, tanto da essere chiamata “sposa del mare”: il quartiere dei pescatori è il luogo ideale per assaporare la cucina tipica tra calamari fritti, con cipolle e vongole alla marinara. Ma la città ha anche un côté moderno con il Centro Botín, firmato da Renzo Piano, edificio per metà agganciato a terra e per metà sospeso sull’Oceano, dedicato all’arte contemporanea, alla musica, al cinema e al teatro. Si trova proprio sul lungomare, il Paseo de Pereda, ricco di giardini, monumenti e fontane.
Nel sogno di Bilbao
Ultima tappa: i Paesi Baschi. Bilbao sull’estuario del Nerviòn, è a tratti severa, forse per via del suo passato industriale, ma ha una movida e una vita culturale vivacissime, con un forte spirito innovatore che la proietta nel futuro.
Sulla riva destra del fiume, il Casco Viejo, il quartiere storico, rimasto intatto con la grande Plaza Nueva, invita a fermarsi a un bar per assaggiare i pintxos, gli stuzzichini tipici della gastronomia basca, farciti e accompagnati da un calice di vino. Qui si affaccia il Palazzo della Real Accademia che preserva il patrimonio culturale della lingua basca. Attorno alle Sette vie originali del centro, le Siete Calles, si sviluppa un reticolato di stradine fitte di negozi e locali.
Da questo mondo antico si balza nel presente e nel futuro con il ponte di Calatrava e il Museo Guggenheim dall’altra parte del fiume, edifico avveniristico disegnato da Frank O. Gehry, che ha cambiato e sorti della città basca balzandola agi onori del turismo mondiale.
Sotto una copertura di 33mila scaglie di titanio 19 gallerie espositive per un totale di 24.000 mq ospitano opere del 900 e di arte contemporanea, un Santuario della contemporaneità dove si sente la magnificenza dell’architettura moderna. Ma ancora tanti cantieri preprando future sorprese laddove esistevano le industrie lungo il fiume.
Il pranzo di arrivederci in una casa basca cinquecentesca: il Restaurante Aspaldiko, un tempo casa Bengoetxe, immerso nel verde, con legni originali e una cucina genuina. L’aeroporto è a cinque minuti.
Isabella, la capo-spedizione, che con Gloria e Joanna hanno sempre seguito passo a passo (è il caso di dirlo) i passeggeri del Costa Verde Express in tutte le escursioni, consegna un diploma di partecipazione. Un po’di commozione è comprensibile perché questo è stato molto più che un semplice viaggio. È stata una spedizione su rotaia molto emozionante e condivisa da tutti i passeggeri che qui si salutano. Tra poco il Costa Verde Express riprenderà la sua lenta corsa, questa volta verso Santiago.
Informazioni
Il Costa Verde Express viaggia lungo la Costa Verde da maggio a ottobre. Esiste anche una versione più breve, il “Microviaje” di 4 giorni/3 notti da Oviedo a Santiago de Compostela e viceversa.
Tariffe: https://www.renfe.com/es/es/experiencias/viajes-de-lujo/costa-verde-express/precios-y-contacto
Ulteriori informazioni:
https://www.spain.info/it/scoprire-spagna/transcantabrico-treno-hotel-lusso/
https://www.renfe.com/es/en/experiences/viajes-de-lujo/costa-verde-express/el-tren
articolo pubblicato al sito: https://blog.ilgiornale.it/viaggiopervoi/2023/08/01/viaggi-di-lusso-su-rotaia-la-spagna-del-nord-a-bordo-del-costa-verde-express/