I tour operator sono tutti d’accordo: in Europa si è visto un aumento della domanda di viaggi fuori stagione, in particolare verso Grecia e Turchia durante l’autunno, e di soggiorni nelle città e capitali, in inverno.
Le grandi aziende turistiche europee sono in trattativa con albergatori greci e turchi per procrastinare le aperture delle strutture fino alla fine di novembre e persino estendere le operazioni a gennaio nelle destinazioni tradizionalmente estive.
Si stanno progettando nuove offerte per il periodo successivo all’alta stagione e si punta a mantenere la disponibilità degli hotel in Grecia e Turchia fino all’inizio dell’anno.

Per esempio questa politica è portata avanti in maniera importante da TUI, un operatore tedesco leader di mercato che accoglie ogni anno oltre tre milioni di visitatori in Grecia e sta lavorando a nuovi pacchetti con attività su misura, in risposta a recenti sondaggi che mostrano una crescente preferenza tra i viaggiatori, soprattutto provenienti da Germania e Regno Unito, per evitare il caldo estremo, la folla e i prezzi più alti dell’estate.
Mentre la Grecia consolida la sua popolarità nei mesi primaverili e autunnali, la Turchia si sta promuovendo come un’alternativa più economica, consentendo una nuova finestra di occupazione e dando agli operatori una possibilità ulteriore di fatturato e prodotti.
Le aziende turistiche stanno investendo molto nel dynamic bundling, che consente ai clienti di combinare voli, alloggio e attività personalizzate, anziché scegliere pacchetti predefiniti. Si prevede che questa opzione aumenterà dal 25% nel 2025 al 50% nel 2026, il che consentirà anche ai player di aumentare strategicamente i prezzi.
Secondo Miguel Sanz, presidente della Commissione Europea per il Turismo, questa tendenza è supportata da diversi studi sulle abitudini di viaggio nel continente: «Gli europei non sono disposti a rinunciare a viaggiare; preferiscono sempre più destinazioni tranquille e il turismo fuori stagione».














