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martedì, Settembre 17, 2024

Giordania, Petra: un affresco di architettura e natura

Appunti di viaggio di Alessandra Fusè

Petra: 5 lettere magiche il cui suono, ovunque nel mondo, automaticamente apre una carrellata di immagini avvincenti della Giordania, il regno Hashemita.
Il Siq impolverato dal cavallo al galoppo di Indiana Jones; carovane del passato intrise di incenso; imponenti facciate di eleganti edifici scolpiti nell’arenaria; pareti altissime di rocce sfumate dei colori più caldi, tinti dal sole; beduini dagli occhi profondi accanto ai loro animali da soma; bazar costruiti con stoffe e tappeti dove acquistare souvenir con l’illusione di portare a casa un pezzo d’emozione.

Petra
Andando veso il Siq

Perché le emozioni avvolgono i cinque sensi in modo così aggressivo, che ci si dimentica della fatica e dell’orologio. A Petra, il tempo si ferma.

All’ingresso, ci si incammina verso il celebre Siq e la magia pervade l’atmosfera: si può andare a piedi ma anche a cavallo o sul dromedario. Il Siq è una faglia naturale formatasi dopo un violento terremoto che spaccò letteralmente in due la grande montagna, dando vita a questa singolare e suggestiva via di accesso.

Il quadro prende già colore. L’entrata di questa fessura cattura lo sguardo che subito prende le misure: le pareti si ergono altissime e il cielo sparisce. L’arenaria si lascia accarezzare, le dita scorrono sulle sfumature naturali di questa roccia antichissima, scolpita nei millenni dal vento e dall’acqua. Si percorre lentamente questo strepitoso chilometro e mezzo con la consapevolezza che prima o poi compaia il cuore pulsante di Petra, l’icona vera e propria che rappresenta Petra un po’ dappertutto: il “Tesoro del Faraone“.

Giordania
Petra, il tesoro

La bellezza del Siq fa perdere la percezione della distanza, le sue misure giocano con i turisti ipnotizzati dalla sua altezza che raggiunge in certi punti i 182 metri; nel punto più stretto le pareti distano 2 metri e il buio ha il sopravvento. L’imponenza è vertiginosa e l’immaginazione riporta ai mercanti, sultani, crociati, all’esercito di re Saladino, ai pellegrini, ai Nabatei che edificarono la città nel I sec. a.C.  e ai romani (l’imperatore Adriano si recò di persona nel 131 d.C.).

Difficile immaginare che qui transitavano quotidianamente migliaia di persone, (nel suo massimo splendore, intorno al 40 d.C. Petra contava 25 mila abitanti); difficile immaginare anche che Petra cadde in oblio per secoli fino alla riscoperta dell’archeologo svizzero Jacques Burckhardt che, sotto le mentite spoglie di Sheikh Ibrahim Ibn ʿAbd Allah, il 22 agosto 1812 percorse il Siq e annunciò al mondo intero il fascino di questo sito archeologico.

Petra
Il Teatro

Giunti al termine della gola, si sbuca letteralmente nella luce e nella sorpresa: il grandioso edificio Khazine el-Firawn o il Tesoro di Faraone appare come un miraggio illuminato, affacciato su un ampio spazio aperto che permette al cielo di ricomparire. L’impatto visivo è forte.
La grandiosa facciata è un’opera d’arte scolpita nella roccia: gli architetti hanno preso spunto dall’architettura ellenistica e hanno realizzato un capolavoro che dopo millenni non smette di emozionare.

A Petra, la creatività umana è immortalata sulle pareti di arenaria, il binomio architettura / natura è il fil rouge che ha visto, nel 1985, il sito archeologico di Petra inserito nel Patrimonio dell’Umanità. Nel 2007, Petra, insieme al Colosseo, La Grande Muraglia cinese, il Cristo Redentore di Rio de Janeiro, Machu Picchu (Perù), Chichén Itzá (Messico) e il Taj Mahal (India) è entrata a parte anche nella speciale lista delle “7 Meraviglie del Mondo Moderno”, un importante riconoscimento a livello mondiale.

Giordania
Petra by night, a lum di candela

Nella “piazzetta” antistante al Tesoro, si vive una vivace atmosfera, c’è un brulicare di macchine fotografiche e cellulari impegnati a catturare immagini, l’inquadratura più gettonata è quella che include anche il dromedario accuratamente agghindato, con il giusto tocco esotico. La magia di questo luogo è anche osservare la sana trepidazione dei turisti che sbucano dal Siq con un’espressione sbalordita, subito pronta per un selfie carico di soddisfazione. Al caratteristico ristoro ci si può accomodare e sorseggiare un “lemon mint” (tipica bevanda giordana: spremuta di limone, foglie di menta sminuzzate e ghiaccio) e immergersi nello spirito di questa dinamica festa.

Ogni lunedì, mercoledì e giovedì, dalle 20.30 alle 22.30, Petra si veste con il miglior abito da sera: migliaia di candele illuminano il Siq e la piazzetta del Tesoro dando vita ad un’onirica atmosfera notturna. I riflessi della luce fioca segnano il cammino fino al Tesoro, dove un cantastorie beduino narra le antiche leggende e intona con il flauto le canzoni tradizionali. La facciata del Tesoro si colora dal blu al rosso: un mosaico di cromatismi in grado di stupire la platea.

Petra

Proseguendo la visita verso l’altro highlight di Petra, ovvero verso il “Monastero” si percorre la splendida Strada Colonnata, una strada romana che nel 106 d.C. fu costruita sopra la precedente strada nabatea. La strada corre in direzione est ovest per quasi 250 metri, conducendo al teatro che poteva ospitare tra i 7000 e i 10 mila spettatori.

È inserito all’interno di una rientranza naturale della montagna che forma un semicerchio: i gradini sono abilmente scolpiti nella roccia. Dal teatro si vedono sul versante occidentale della montagna chiamata al-Khubtha il complesso funerario delle tombe reali, visitabili con una breve camminata. Per giungere al Monastero (el – Deir) invece la camminata non è proprio agevole ma vale la pena di salire, anche a passo lento, per guardare da vicino queste rocce sagomate che hanno visto passare nei secoli migliaia di mercanti e avventurieri.

Petra
Il beduino e la sua best view sul Monastero

E la salita è già un’avventura: si devono salire 800 gradini scavati nella roccia. Insieme al Tesoro, il Monastero è il monumento più famoso di Petra: la sua facciata è larga 45 metri e alta 42 metri. Solennità e bellezza sono le caratteristiche di questo imponente monumento.

Si sale piacevolmente perché il panorama è grandioso: le pareti di arenaria sono verticali e incutono quasi timore. Come “taxi” i beduini offrono la possibilità di salire in groppa all’asino, ma salire con le proprie gambe è grande fonte di soddisfazione. La profonda gola che corre accanto al sentiero fa venire i brividi. Le tende dei beduini offrono non solo souvenir ma anche bevande dissetanti: qualche sosta all’ombra e una chiacchierata con le persone del posto rende la salita piacevole.

Giordania
Il Monastero

Il Monastero si erge su un altopiano arioso e soleggiato, dal quale si gode un panorama incredibile sulle aride montagne circostanti. Alzando gli occhi, si intravedono dei grandi cartelli, con le scritte a mano, in inglese, che recitano “best view”. Il trekking si allunga di una ventina di minuti: la fatica viene ampiamente ripagata. Ancora più in alto, l’orizzonte è ancora più ampio. Sul cucuzzolo, un beduino canta e suona: ha allestito un piccolo ristoro dove dimenticare il tempo.

Il Monastero è incastonato nella roccia, un miraggio di perfezione artistica nella natura.

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