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mercoledì, Aprile 24, 2024

FESTE DEL FUOCO IN ROMAGNA

Testo di Carlo Torriani

 

Tradizioni popolari, cultura e cucina rurale sono i tre elementi che si combinano per ridare vita in Romagna ad un antico rito: i fuochi magici, Lòm a Merz (i lumi di marzo).

Le feste sono in programma da lunedì 27 febbraio a sabato 3 marzo all’imbrunire nelle aie e nelle case di campagna dei Comuni fra le province di Ravenna, Forlì, Ferrara e Bologna: Argenta (Fe), Bagnacavallo, Brisighella, Casola Valsenio, Faenza, Gambellara, San Pietro in Campiano, Sant’Alberto, Savarna, Riolo Terme, Russi (tutti in provincia di Ravenna), Imola (Bo) e Modigliana (Fc).

In questi siti verranno accesi dei grandi falò attorno ai quali si svolgeranno iniziative e incontri sulla tradizione e la cultura contadina romagnola con balli, spettacoli, mostre. Sarà possibile degustare vini e cibi tipici dell’enogastronomia locale. Ad animare le serate ci saranno scrittori, cuochi, sommelier, maestri artigiani, cantastorie, antropologi per conservare una tessitura fra dialetto, storia, musica, vita, costume, buon cibo e buon vino allo scopo di far conoscere e valorizzare le tradizioni, per traghettarle nel futuro.

Hanno dato la loro adesione, tra gli altri, gli scrittori e giornalisti Alfredo Antonaros, Giuseppe Bellosi, Enrico Gurioli, Alessandro Molinari Pradelli, Beppe Sangiorgi, Antonio Graziani, Angela Schiavina, Gianfranco Camerani, Franco Dell’Amore; gli artigiani e artisti Egidio Miserocchi, Aurelio Brunelli, Maurizio Camilletti, Fabiano Sportelli, Claudia Apuzzo, Lucia Baldini, Giuseppe Neri; le associazioni "Friedrick Schurr" per la valorizzazione del dialetto romagnolo, Sloow Food condotta di Ravenna, Parco del Delta, Museo delle Valli di Argenta, "Il mare a casa vostra" pescatori di Cesenatico, Accademia Italiana della Cucina.

 

Il primo appuntamento, lunedì 27 febbraio, andrà in scena a Villa Corte di Brisighella un convivio e musica per poi proseguire in tutto il territorio della Romagna.

La Romagna è una terra storicamente votata all’agricoltura e come altre attività "all’aperto" era, ed è tutt’ora, soggetta alle avversità meteorologiche. Così la tradizione contadina del passato voleva che per scongiurare la malasorte venissero fatti riti propiziatori come i fuochi magici: i "Lòm a Merz" (i lumi di marzo). L’accensione dei falò intendeva celebrare l’arrivo della primavera e invocare un’annata favorevole per il raccolto nei campi, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno. Il suo significato era quello di incoraggiare e salutare l’arrivo della bella stagione, bruciando i rami secchi e i resti delle potature. Per questa occasione, ci si radunava nelle aie, si intonavano canti e si danzava intorno ai fuochi (al fugarèn), mangiando, bevendo e soprattutto divertendosi. La tradizione di fare "lòm a merz" si è protratta in Romagna fino agli anni ‘30, perdendo poi definitivamente il suo carattere di festa dopo la guerra.

Informazioni e programma dettagliato a: illavorodeicontadini@libero.it – tel. 331-4428484

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