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martedì, Dicembre 3, 2024

Etiopia del Nord, chiese e popoli dell’altopiano

 

L’Etiopia, nazione del Corno d’Africa grande quasi quattro volte l’Italia, è l’unico paese subsahariano a poter vantare una storia antica e un succedersi di civiltà, testimoniati da monumenti e da testi scritti.  Una storia che parte addirittura dalla più remota preistoria, prima ancora che l’uomo diventasse tale.  Negli ultimi decenni infatti qui sono stati scoperti lo scheletro di Lucy, un ominide che già 2,6 milioni di anni fa camminava in posizione eretta, di un gruppo di australopitechi, punto di transizione nell’evoluzione dalle scimmie all’uomo, vissuti 4,4 milioni d’anni or sono e infine strumenti litici vecchi di 2,5 milioni d’anni, i più antichi del mondo.  Ecco perché si parla di Etiopia come di culla dell’umanità.  Già testi egizi di 4.500 anni fa dimostrano che gli egiziani intrattenevano rapporti commerciali con la mitica terra di Punt, ricca d’oro, ebano, avorio, schiavi, incenso e mirra, e terra di frontiera con le genti arabiche e i popoli dell’Africa nera.  Nel I° millennio a.C. vi si sviluppò una fiorente civiltà, con influenze yemenite ed ebree e citazioni bibliche alla mitica regina di Saba, seguita nel II-V° secolo d.C. dal potente regno di Axum, quando vi penetra il cristianesimo copto, destinato a diventare una delle maggiori peculiarità nazionali, che ne fa tuttora un baluardo cristiano tra animisti e islamici.  Ancora oggi la religione copta, assai praticata e fondamento imprescindibile della cultura etiope, permea la misera vita degli etiopi. Nel 1600 i viaggiatori europei di ritorno dall’Etiopia raccontavano storie incredibili di antiche civiltà, di palazzi e castelli favolosi, di corti sontuose.

Percorrendo la cosiddetta rotta storica, che si sviluppa a nord di Addis Abeba tra montagne vulcaniche a 2-3 mila metri di altezza (ma anche con venti cime che superano i 4.000), si fa fatica a credere alla bellezza e al misticismo delle chiese e dei monasteri celati dalla vegetazione sulle rive e sulle isole del lago Tana, all’eleganza dei seicenteschi castelli di Gondar, prima capitale e patria del Rinascimento etiope, la Camelot abissina, alle tombe reali e alle steli di Axum (sito Unesco), alle inusuali chiese duecentesche monolitiche interamente scavate in soli 23 anni nelle roccia a Lalibela, la nuova Gerusalemme e ottava meraviglia del mondo, considerate tra le più ingegnose opere di ingegneria di tutti i tempi (altro sito Unesco),  alle chiese rupestri del Tigrai abbarbicate su monoliti di pietra come le Meteore greche e nelle innumerevoli altre località. A colpire è anche l’ambiente, con un susseguirsi di piramidi e di picchi di roccia, un numero elevato di piante e di animali endemici, tantissimi uccelli, le grandi cascate del Nilo Azzurro, lo stesso lago Tana percorso come un tempo da barche di papiro. E poi gli uomini, nell’unica nazione del continente ad essere stata risparmiata dal colonialismo, capace quindi di mantenere intatti e incontaminati nel tempo cultura, religione e stili di vita. Ma a colpire i visitatori sono anche gli inestimabili tesori d’arte contenuti in chiese e monasteri e, soprattutto le suggestive cerimonie religiose con processioni, preghiere, canti, danze e battesimi rituali in un tripudio di paramenti colorati e di fede esasperata, che raggiungono il loro acme nel Timkat, l’Epifania, e nella Pasqua copta, entrambe posticipate di 13 giorni rispetto al nostro calendario.

Ogni itinerario in Etiopia parte dai 2.400 m della caotica e multietnica Addis Abeba, il nuovo fiore creata nel 1887 dal negus Menelik II al centro dell’acrocoro e nel punto di incontro di importanti vie di comunicazione, e si sviluppa ad anello tra le impervie montagne a settentrione. Nella capitale da non perdere il variegato mercato, tra i maggiori del continente, la cattedrale di San Giorgio con vetrate policrome, il Museo etnografico con raccolte artigianali e storiche nell’ex residenza dell’ultimo imperatore Hailè Selassiè, e il Museo nazionale contenente lo scheletro di Lucy, la nostra più lontana progenitrice vecchia di 2,6 milioni di anni. In volo si raggiungono Bahar Dar e il  lago Tana, grande dieci volte il nostro Garda, un mare interno ricco di uccelli e di vegetazione e ancora solcato da barche di papiro come millenni or sono, disseminato di decine di isolette 20 delle quali ospitano chiese e monasteri tra i più pregevoli a partire dal 1100, ricchi di tesori d’arte. Dalle sue cascate finali si origina il Nilo Azzurro, il maggior fiume africano, che concluderà la sua corsa nel Mediterraneo dopo 5.223 km; nei pressi possibile avvistare ippopotami, coccodrilli e cercopitechi, in cielo gipeti e uccelli.

Segue Gondar, graziosa cittadina coloniale dove si può assaporare un buon cappuccino in un qualche bar italiano in stile art decò, capitale per oltre due secoli dove visitare il recinto imperiale, un’area di 70 mila mq racchiusa da mura disseminata di castelli merlati, palazzi turriti, chiese, biblioteche, bagni turchi, piscine e giardini, un misto di architettura peculiare con influenze indiane, portoghesi, moresche e axumite ma anche massima espressione della cultura durante il Rinascimento etiope. In volo ci sposta a Lalibela, sede di uno dei maggiori complessi storico-religiosi del mondo cristiano e protetto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, una Petra africana e il luogo più santo del paese, meta continua di pellegrinaggi. Si tratta di un insieme di 11 monumentali chiese scavate nella roccia rossa vulcanica nel giro di un secolo a partire dal 1100 da re Lalibela, per coronare il sogno di costruire in terra d’Africa una nuova Gerusalemme, attestanti un’eccezionale abilità edilizia. Sempre in volo si raggiunge Axum, città sacra del Tigrai e capitale nel I sec. d.C. di un regno arabo, dove visitare vari monumenti tra cui i resti del palazzo della Regina di Saba e il parco delle famose stele, monoliti di granito alte decine di metri e risalenti al IV sec. d.C.. Lungo la strada per Adigrat e Mekele si visitano Yeha, la città più antica del paese, e quindi alcune delle famose chiese monolitiche ed ipogee del Tigrai.

L’operatore urbinate “Apatam Viaggi” (tel. 0722 32 94 88, www.apatam.it),  specializzato in percorsi culturali di scoperta con accompagnatore qualificato in tutto il mondo, propone un itinerario di 13 giorni dedicato alle principali località storiche dell’Etiopia del Nord.  Partenze di gruppo con voli di linea Ethiopian Airlines da Roma  il  24 ottobre e 26 dicembre 2017, nonché il 6 febbraio 2018, voli interni, guide locali di lingua italiana e accompagnatore dall’Italia, pernottamenti in hotel a 3 e 4 stelle con pensione completa, quota da 3.400 euro in doppia tutto compreso.

 

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