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venerdì, Aprile 18, 2025

Corno alle Scale: un nuovo protagonista per il rilancio turistico sull’Appennino Bolognese

Missione possibile il rilancio del Corno alle Scale sull’Appennino bolognese,la montagna, anzi il massiccio che sfiora i 2000 metri il cui nome si deve ad una peculiarità: le “scale” che sono stratificazioni geologiche ben visibili e caratteristiche.

Il parco che lo circonda per cinquemila ettari confina con quello dell’Alto Appennino modenese e con la Toscana e siede su due regioni. Da Bologna ci si arriva con una settantina di km sulla storica strada statale 64 Porrettana che da Porta Saragozza sale lungo la valle del fiume Reno toccando, tra gli altri, il paese di Porretta Terme dal quale prende il nome.

Poco conosciuto, se non dagli stessi bolognesi, il parco del Corno alle Scale è quasi interamente coperto di boschi di faggio, castagneti, conifere, molte specie botaniche protette e presenta decine di punti panoramici molto suggestivi.

Corno alle scale: ogni stagione un motivo per visitarlo

Corno alle Scale
Il foliage al santuario della Madonna del Faggio

Nella bella stagione chi ama la quiete e il contatto con la natura troverà valli solitarie con un habitat alpino intatto, piccoli paesi e borghi che spuntano tra folti boschi, ruscelli, cascate e sentieri perfetti per lunghe camminate o per trekking più impegnativi ed escursioni in mountain bike. Qui non è difficile avvistare daini e caprioli, cinghiali, tassi e volpi. E non è raro, alzando lo sguardo, scorgere l’aquila reale che da qualche anno è tornata a nidificare in questa zona.

Lo spettacolo del foliage autunnale è imperdibile. Le faggete e i campi di mirtilli che crescono abbondanti sulle praterie del crinale si tingono di un bel colore arancione preannuncio di un cambio di scenario molto suggestivo.

In inverno il Corno si ammanta di neve e diventa stazione sciistica che si estende in un vasto anfiteatro naturale. Dalla cima del monte arriva fino al lago Scaffaiolo tramutandosi in un paradiso per gli appassionati degli sport invernali che possono contare su trentasei chilometri di piste per lo sci alpino servite da moderni impianti di risalita.

Corno alle Scale
Lo chalet delle terme sulle piste

Nonostante tanta bellezza e le molte occasioni per una vacanza da queste parti, i turisti non sono più così numerosi come negli anni passati. L’Appennino, il Corno alle Scale, non è più di moda, dicono gli snob che se non sono le Dolomiti non è montagna, e oggi, sostengono, è una destinazione per una gita, per prendere il fresco d’estate e concedersi una sciata in inverno. Una toccata e fuga insomma, non come facevano i genitori con i figli o i nonni con i nipoti che dagli anni ‘50 ai ‘90 del secolo scorso partivano numerosi dalla pianura emiliano romagnola per trascorrere qui lunghe vacanze estive e quelle natalizie in inverno.

I conti degli operatori locali faticano a quadrare, ed allora, che fare per riportare i turisti sull’Appennino? Le attività di promozione turistica e gli investimenti della Regione Emilia Romagna e degli enti locali sono generosi ma non bastano. Ci vuole un guizzo, un’idea e soprattutto un progetto che rimetta in moto la macchina, perché a soffrire non sono soltanto gli operatori dei rifugi e degli impianti di risalita, ma anche le comunità locali che vivono di turismo nei paesi e nei borghi dell’area.

Corno alle Scale
Le terme di Porretta: manifesto del ‘900

In tanti oggi nell’area del Corno alle Scale pensano a come fare, ma merita segnalare che un imprenditore ha scelto un percorso che potrebbe rivelarsi interessante:il professor Antonio Monti, con il Gruppo Monti Salute, potrebbe avere compreso come.

Monti è un operatore di successo e quando si muove arrivano risultati positivi. L’attività del Gruppo inizia negli anni ‘70 con ambulatori e centri per la salute, mentre la svolta avviene quando Monti coglie l’opportunità di allargare il raggio del proprio intervento passando dalla salute al benessere. In questa nuova prospettiva, nell’arco di pochi anni, il gruppo diventa anche protagonista di attività turistiche: progetta e realizza a Monterenzio, sulle prime colline del bolognese, il Villaggio delle Terme Salute Più, il più esteso centro termale, sportivo e ricreativo della regione.

Nel 2022 il Gruppo Monti rileva e riapre lo storico stabilimento termale di Porretta, in crisi da tempo, con il progetto più ampio di mettere in rete le diverse attrattive turistiche del territorio dell’Appennino per renderlo fruibile tutto l’anno. Nei primi mesi di quest’anno aggiunge un nuovo tassello al suo progetto. Acquisisce “La Tavola del Cardinale”, la storica baita con bar, ristorante e spaccio per la vendita dei prodotti del territorio, che sorge tra il Corno alle Scale e il Lago Scaffaiolo.

Ad appena mezz’ora di auto da Porretta con la nuova insegna “Chalet Terme di Porretta”, la vecchia baita diventa il collegamento tra il comprensorio sciistico e quello termale e luogo di partenza nella bella stagione per le escursioni nei dintorni.

Corno alle Scale
Villaggio della Salute Più, Monterenzio

Operare in termini progettuali nel settore turistico comporta inevitabilmente l’avvio di una rete di alleanze con gli altri operatori attivi nella stessa area. Il Gruppo Monti ha iniziato questo percorso stabilendo una relazione funzionale con la Rocchetta Mattei, un bizzarro castello in stile arabo-moresco costruito nella seconda metà dell’Ottocento a Riola di Vergato a dodici chilometri da Porretta Terme, per incentivare lo scambio dei visitatori, aumentando così la gamma delle opportunità offerte ai rispettivi clienti. 

In questo periodo il gruppo sta lavorando alla messa a punto della Strada delle Terme, un percorso di un centinaio di chilometri che collega il Villaggio Salute Più di Monterenzio a Porretta. Gli accordi con gli enti locali e gli operatori attivi lungo il percorso renderanno possibili la messa in valore di decine di punti interessanti raggiungibili, oltreché in auto, a piedi o con la mountain bike seguendo percorsi dedicati.

Per dare una nuova vita all’area del Corno alle Scale

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