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giovedì, Marzo 28, 2024

CIPRO, un piccolo continente che canta l’inno alla vita.

Testo e foto di Pia Bassi

Il volo Ryanair che atterra a Pafos poco prima mezzanotte è in perfetto orario e alto in un limpido cielo splende Orione, il cacciatore che instancabile insegue le ninfe Pleiadi accompagnato dai due inseparabili cani. E’ un cielo mitologico che ben si accompagna ai miti di cui l’isola di Cipro è permeata.
La storia umana dell’isola affonda a diecimila anni fa, numerose sono le testimonianze archeologiche pervenute ai nostri giorni, delle quali possiamo oggi goderne la bellezza. Le antiche città di Pafos e Limassol si stanno contendendo la denominazione Unesco "città della cultura", ma già ora molti siti ciprioti sono "patrimonio inestimabile dell’umanità". Cipro è ben nota nel mondo come l’isola che diede alla luce la dea Afrodite, che emerge dalle acque mediterranee nei pressi di una spiaggia di sogno. Afrodite per i greci e Venere per i latini, è stata ben rappresentata dal pittore Sandro Botticelli in un quadro del Rinascimento esposto alla Galleria degli Uffizi a Firenze. E’ la dea non solo della bellezza ma della Terra madre, un mito o meglio religione che dominava i Paesi del Medio Oriente.
E’ novembre e la temperatura è ancora mite, l’aria profumata di mille essenze fra le quali spiccano il rosmarino e il frangipane, il fruscio delle palme e degli ulivi ci accompagnano per i 26 km. che collegano l’aeroporto alla città di Pafos. Siamo accolti all’Almyra Hotel, il primo albergo costruito nel 1972 sulla spiaggia di Pafos, poco distante dal centro storico dominato dal castello fortezza dei Lusignano. L’Almyra, 5 stelle è stato rimodernato con efficiente centro benessere e tre piscine d’acqua dolce. Una serie di camere con prato all’inglese si affacciano direttamente sul mare, che di notte fa sentire i suoi umori : dalla dolce risacca di acque chete al rumoreggiare fragoroso della tempesta. Il tutto immerso in giardini ben curati dall’intenso verde tropicale dal quale spiccano i fiori sgargianti delle Bouganvillee. Una strada pedonale costiera collega i vari alberghi che si affacciano sul mare son sontuosi ristoranti, per terminare sul porto turistico della vecchia Pafos. Una quantità di ristoranti e taverne offrono ottimo cibo con un buon rapporto fra qualità e prezzo. Qui a Pafos si può cenare tutto l’anno sul mare e gustare pesce e verdure biologiche coltivate sull’isola.
L’Ente Nazionale per il Turismo di Cipro ha delineato otto itinerari per visitare l’isola in modo veloce e intelligente, eccoli: itinerario archeologico di Afrodite, delle chiese bizantine e dei luoghi dove vissero i Santi cristiani, dei vini, della botanica, birdwatching, equitazione, ciclismo, podismo, vela e pesca, safari nei parchi naturali e campi da golf (se ne contano per quattro, l’ultimo nato è L’Elea, una club house elegante in prati smeraldini).
S’inizia il tour archeologico da Pafos, la capitale dell’isola al tempo dei greci e dei romani. La sua importanza è testimoniata dalla ricchezza che ha lasciato ville adorne di splendidi mosaici venuti alla luce in modo casuale nel 1962 mentre un agricoltore arava un campo. Così ora possiamo visitare la casa di Dioniso, il dio del vino e la casa di Teseo che raffigura l’antico eroe greco che brandisce un randello con il Minotauro, il mostro cretese. Sono pavimenti di ville patrizie del III° e V° Sec. d.C., raffiguranti scene della mitologia greca e considerati fra i più raffinati del Mediterraneo. Il mosaico più antico è del periodo ellenistico, rinvenuto a un metro di profondità. Realizzate in tessere in bianco e nero, raffigura il mostro Scilla (donna-pesce-cane) con tridente e delfini: è’ descritto da Omero nell’Odissea e vive nelle profondità dello stretto di Messina fra Scilla e Cariddi. Un altro mosaico toccante per la sua intrinseca storia mitologica raccontata da Ovidio è quello di Narciso e la fanciulla Eco. C’è da perdersi in questo sito magico passando da un mosaico all’altro, da un mito all’altro: Dyonisos e Akme, Apollo e Daphne, Icarios e i suoi buoi che trainano un carro colmo di mercanzia. La vecchia città Nea Pafos fondata nel XII° sec. a.C. si estendeva sul promontorio sovrastante la baia e il porto per 950mila metri quadrati e soltanto nel 58 a.C. Cipro fa annessa a Roma con il privilegio di battere moneta. La città era protetta da alte mura con porte, dalla porta nord una strada portava alla necropoli dove venivano sepolti gli aristocratici: i Tolomei di Alessandria, greci e romani. L’area denominata "Tombe dei Re" conta centinaia di tombe scavate nell’arenaria, alcune sono simili a quelle trovate ad Alessandria e a Cirene. Nea Pafos infatti aveva forti legami commerciali con Alessandria, Rodi ed Atene. La posizione geografica di Cipro è strategica anche nei giorni nostri tanto che la vicina Turchia perpetrò nel 1974 un’invasione che perdura ai giorni nostri con l’occupazione del 37 per cento del territorio nord est dell’isola.
Le Tombe dei Re furono più volte depredate e i preziosi reperti furono venduti ovunque, a musei e a privati. Fra i molti predatori "tombaroli" si annovera l’ italiano Luigi Palma di Cesnola, piemontese, che intraprese il primo scavo nel 1870 ed esportò circa 37mila pezzi. Forse nei 200mila metri quadrati della necropoli esiste ancora qualche tomba intatta che potrebbe dare alla luce oggetti di inestimabile valore. Su Cipro si può leggere con i reperti archeologici il divenire dell’evoluzione della civiltà: dal Neolitico 8200-3800 a.C. al Calcolitico 3800-2400 a.C.. dall’età del Bronzo 2400-1650 a.c. all’età del ferro 750 a.C.. Di questi periodi si trovano nei musei terrecotte e statuette dei periodi Geometrico e Arcaico.
Gli scavi hanno portato alla luce le fondamenta di città stato affacciate sul mare, nell’XI° sec. a.C.: Salamina (ora in zona occupata dai turchi), Kition, Amathous, Kourion, Idalion, Palaipafos, Marion, Soloi e Tamassos. La leggenda vuole che siano state fondate da eroi achei ritornati vittoriosi dalla guerra di troia ed è a loro che si deve l’ellenizzazione di Cipro con l’adozione della lingua e cultura greca. L’estrazione e la lavorazione dei rame profondeva ricchezza nei commerci, ma l’ambiente ne subì le conseguenze. Per alimentare i forni estrattivi del rame l’isola che era coperta da un fitto manto boschivo, fu deforestata ben 16 volte, così almeno dicono.
E’ d’obbligo una tappa a Kourion per visitare i mosaici delle ville patrizie vicine all’antico teatro sapientemente restaurato e tuttora fruibile per spettacoli e concerti. Dall’alto si domina il mare e la sottostante pianura ricca di campi ben coltivati. Anche nell’odeon di Pafos d’estate sono rappresentate le opere del teatro greco classico. Da Pafos a Limassol sono molti i siti archeologici da visitare . A Kouklia il tempio di Afrodite (Venere per il latini), l’antica dea olimpica della bellezza e dell’amore legata al mito della madre terra, nata dalle onde del mare che lambiscono le bella spiaggia di Petra tou Romiou. Le statue di Afrodite rinvenute nei vari siti archeologici sono ora conservata in diversi musei dell’isola, a Nicosia nella capitale, il Museo di Cipro – 1, Museum Street, tel. 22865888) conserva reperti dal Neolitico al Calcolitico (8000 – 2500 a.C.) testimonianze del culto della fertilità: un fallo in pietra proveniente da Choirokoitia, idoli cruciformi in picrolite, dalla regione di Pafos l’interessante statuetta di una donna con testa e braccia dipinte, raffigurata mentre partorisce con il bambino che emerge tra le sue gambe, rinvenuta nel sito di Kissonerga, e la nota Signora di Lempa. Vasi in ceramica del periodo geometrico – arcaico (VIII-VI sec. a.C.), decorati con rappresentazioni che fanno riferimento al culto di Afrodite, tra questi la famosa anfora Hubbard cu cui è raffigurata una sacerdotessa, seduta su un trono, che beve del liquido da una brocca con una lunga cannuccia, aiutata da un sacro servo. Statuette votive dei periodi arcaico, classico ed ellenistico (VI-I sec. A.C.), testa e busto di donna con pendente a disco, testa di Afrodite proveniente da Salamina di Cipro, IV sec. a.C., statua in marmo di Afrodite con la chioma raccolta sulla fronte, proveniente da Soli, I sec. a.C.
Quattro sono i luoghi idilliaci e magici della Cipride Dea: Petra tou Romiou, dove Afrodite nacque dalla spuma del mare – 25 Km. a est di Pafos – ; bagni di Afrodite, penisola di Akamas, nei pressi di Polis, 46 Km. a nord di Pafos, la grotta naturale dove Afrodite soleva fare il bagno e incontrò Adone, il suo amante; Capo Gkreco, 45 Km. nordest di Larnaka, con un santuario sul promontorio dell’antica Pidalion e un altro santuario importante sul lago salato di Larnaka lungo la strada per l’aeroporto. Forse era la dea qui venerata come protettrice della produzione di sale. Del periodo romano si trovano statuette di Artemis Paralia, L’Artemide marina ossia legata al sale, ma del santuario non c’è più traccia. Il Lago Salato da ottobre a maggio diventa un lago, ideale luogo di sosta per le migrazioni dei fenicotteri, d’estate è ricoperto da una crosta di sale. A Kouklia dove ci sono resti di un tempio, è stata eretta la chiesa detta "Panagia Aphroditissa", meta di devozione femminile. Al culto della Cipride dea erano associate piante e arbusti originarie dell’isola: tamerice, melograno, mirto, rosmarino, fiore d’Adone o ranuncolo dei grani, narciso, anemone, asparago, rosa, acero, origano, mela cotogna e alcune conchiglie, le bivalvi perché ricordano i genitali femminili quali: astarte fusca, venericardia antiquata, ciprea, e sedici tipi di veneridae ovvero vongole.Ma come vivevano gli antichi abitanti di Cipro? Le loro abitazioni erano composte da un unico ambiente a forma cilindrica, usavano utensili e recipienti in pietra, creavano gioielli in picrolite, si nutrivano di pesce, cereali, carne di capra e di agnello e seppellivano i loro cari all’interno degli insediamenti. Reperti in terracotta più antichi risalgono al V millennio a.C.. l’Età del Bronzo è apportatrice di uno stile di vita nuovo: le case cilindriche vengono sostituite da strutture rettangolari composte da più ambienti, si fabbricano gioielli di rame e si usa l’aratro in agricoltura, i defunti si seppelliscono in fuori dai villaggi, nei cimiteri.
La ricchezza di quest’isola in cui c’è di tutto come un piccolo continente, attirò molti popoli dominatori: Fenici, Assiri, Franchi, Veneziani, Ottomani, Britannici (che ancora oggi anno due basi militari) e i turchi che occupano il 37 per cento del territorio. Ognuno ha lasciato tracce ben visibili, usi e costumi diversi. Tuttavia la pietra miliare nella storia di Cipro è la conversione al Cristianesimo nel 45 d.C ad opera degli apostoli Paolo e Barnaba, durante il periodo romano. A Cipro furono erette enormi basiliche a nove navate. E’ d’obbligo visitare la basilica paleocristiana di Chrysopolitissa a Pafos dove sono visibili pavimentazioni musive. Una porzione di colonna in marmo bianco indica dove l’Apostolo Paolo fu legato e fustigato per 39 volte. A Cipro i due Apostoli vi giunsero per annunciare la parola di Dio nelle Sinagoghe. A loro si deve la diffusione del Cristianesimo e la fondazione della Chiesa autocefala di Cipro, una delle più antiche chiese cristiane al mondo. Barnaba fu martirizzato a Salamis (zona occupata) e qui sepolto a ovest della città. La tomba sotterranea di San Barnaba è visitabile e si trova nel complesso di un monastero a Engomi, costruito sui resti di una basilica paleocristiana del V sec. d.C, dedicato al santo.
E’ bello perdersi nei meandri delle radici della cultura europea, fra arte, archeologia, religioni, ma a Cipro la natura è sovrana e aspetta il visitatore sulle sinuose spiagge e gli alti monti Troodos, 1952 m., una vera scoperta perché anche in queste valli sperdute ogni cosa parla di cultura e arte. Ettari di boschi, pinete e macchia mediterranea, sono attraversati da sentieri per il trekking, piste ciclabili, strade asfaltate e autostrade collegano i centri più importanti o ti portano su belvedere dove lo sguardo spazia sul Mediterraneo. Visitare l’interno e soggiornarvi è facile, l’ospitalità è assicurata da romantiche case vacanze e agriturismi sparsi un po’ ovunque. Un luogo ancora selvaggio e protetto è la penisola di Akamas, parco naturale, con la splendida spiaggia di Lara, luogo ideale delle tartarughe caretta caretta chi vi depongono le uova. Un Centro di Ricerca le protegge con cartelli conoscitivi, segnaletica, gabbiette e recinzione. E’ bello vedere le orme dei carapaci sulla sabbia che dal mare vanno verso l’interno e viceversa e le depressioni nella rena che indicano i nidi. La spiaggia è vietata anche ai cani, un invito spesso disatteso.Visitando l’isola si attraversano ampie zone adibite a vigneti terrazzati che danno ottimi vini. I vitigni di Cipro sono autoctoni, l’isola non ha mai subito l’invasione della filossera, come avvenne in Europa. Molti di questi vitigni sono stati recuperati e ripiantati. Uno di questi è il Ximsteri dal quale si ottiene un vino bianco fresco da bere giovane. L’itinerario enologico parte da Limassol verso i monti Troodos. S’incontrano piccole aziende vinicole, osterie, negozi, musei del vino, dell’agricoltura, d’arte folk, ecclesiastico. In molti paesi si tengono i festival del vino, un evento che attrae turisti enologici e gastronomici. Dai monti scendono torrenti dalle acque limpide dove vive il granchio d’acqua dolce Potamon fluviatile, ora specie protetta. Oltre ai vigneti, vi è una coltivazione intensiva di banane, ottime, di frutta tropicale, ma soprattutto mandorle, pistacchi, noci, nocciole che vengono lavorate e trasformate nel prodotto dolciario nazionale: Loukumi, esportato in tutto il mondo.

Pubblicato sulla rivista AVION giugno – luglio 2013

 

 

 

 

 

 

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