Vittorio, un personaggio come non ce ne sono più.
Te lo aspetti ma non vorresti mai che questa notizia ti arrivasse, ed invece, implacabile arriva e ti lascia l’amaro in bocca e il dispiacere di non averlo salutato.
Ci lascia, e lo fa in silenzio sogghignando, Vittorio Agostini, giornalista fiorentino, vero maestro di vita e di mestiere. Ma soprattutto toscano doc con la battuta pronta e l’autoironia sempre in modalità “on”.

Lo conobbi anni fa in occasione di una conferenza stampa a Bologna, agli albori del mio percorso professionale, e me lo ritrovai, decano, con 42 presenze, all’IPW International Pow Wow, la fiera più importante del turismo americano, quando guidava, con simpatia e modestia il manipolo di giornalisti italiani che, a questa manifestazione, sono sempre stati un punto di riferimento per la stampa mondiale presente: Cristina Ambrosini, Paola Baldacci, Roberta D’Amato, Fabrizio Mezzo, Marco Berchi, Lucio Rossi e tutti quelli che ha accudito da veterano.
Mi ricordo quando Roger Dow, il grande capo di U.S. Travel, iniziò a chiamare per esclusione, durante un luncheon, chi avesse partecipato a 10, poi 20 , poi 30 edizioni di IPW, e le mani si abbassavano man mano, finché oltre le 42 “attendance” restarono solo due mani alzate, quella di una signora statunitense, detentrice del record con 43, e quella di Vittorio, direttore di quello che lui, ironicamente, definiva “Giornalino sega” www.ideeinviaggio.it
Vittorio era stato da sempre nel turismo, anche come gsa di una nota compagnia di bandiera sudamericana, Arolineas Argentinas, e il mestiere lo conosceva bene.
Per questo era stato il riferimento per tutti gli argentini (soprattutto calciatori) che giocavano a Firenze e diveniva primo anfitrione e cicerone per portarli a conoscere la città gigliata, ancora prima del Franchi: Battistuta, Passarella, Bertoni
Insomma un vero personaggio del mondo del turismo, quei giganti che tutti prima o poi dovevano conoscere e ai quali avrebbe lasciato un ricordo indelebile.
Ricordo i suoi tic che lo rendevano così buffo e le sue battute sempre sagaci ma con garbo, e i suoi apprezzamenti delicati sul gentil sesso che sempre lo attraeva, “nonostante non sia più utile” soleva dire…

Nella foto lo vediamo assieme ad un gruppo di colleghi, Fabrizio Mezzo, Marco Berchi, Paola Baldacci e Cristina Ambrosini anche lei purtroppo scomparsa, (e chi scrive) e caro Vittorio, mi lasci ora il grave fardello di essere il decano dei giornalisti IPW…ma credo tu sia insostituibile.
Ci ricorderemo di te quando scherzavi sulle tue accompagnatrici all’IPW, note agenti di viaggio toscane (Cristiana e Alessandra), attribuendo loro il ruolo di “badanti”, ridendo assieme sul prosieguo della battuta.
O quando venivi sbuffando alle 7 del mattino in sala stampa a chiedermi di cnfigurarti il wifi che “non ci capisco ’na sega di ste hose”, fa te, Max.
Fai un buon, ultimo viaggio e se avrai tempo, scrivi due note sul tuo “giornalino sega” che così ci prepariamo anche noi…
Mi piace pensare che possa leggre queste due righe di ricordo, ma di certo starà commentando: “m’ importa una sega delle commemorazioni se un ci ‘so più”
La terra ti sia lieve, amico mio.