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giovedì, Aprile 25, 2024

Cabine girevoli per la nuova funivia del Bianco

 

di Edoardo Stucchi

L’eccellenza della Valle d’Aosta in vetrina all’Expo. Quattro anni di lavoro e 110 milioni di euro per dare un volto nuovo a questo impianto che il mondo ci invidia. A fine maggio andranno in pensione le vecchie cabine. Nella stazione intermedia, cinema e centro congressi e una cantina per vinificazione.

La funivia più famosa in Italia e nel mondo si appresta a cambiare volto. Fra due mesi la parte italiana dell’impianto funiviario che collega Courmayeur a Chamonix, considerata l’ottava meraviglia del mondo, sarà completamente nuova, mandando in pensione il vecchio impianto a tre tronchi che collega i due paesi frontalieri. In 4 anni di lavoro e con una spesa 110 milioni di euro sono state rifatte le tre stazioni, una alla partenza, quella intermedia e la terza a punta Helbronner, a 3500 metri di quota, collegate con cabine da 80 posti girevoli, in modo da permettere a tutti i passeggeri una vista panorama a 360 gradi. Tre stazioni in acciaio e vetro, a cupola, in grado di sopportare venti a 150 km. all’ora, compresi i flussi d’aria delle valanghe che potrebbero colpire la stazione a valle, posta alla confluenza di due grandi ghiacciai. Il tracciato segue quello precedente, ma soltanto in 2 tronchi invece di 3 con una capacità di 3.000 persone al giorno.

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Già dal primo imbarco, posto a ridosso dell’autostrada invece che nel centro paese di La Palud, i turisti entrando nella stazione godranno di un panorama fantastico, lungo la valle, verso sud, mentre a punta Helbronner si sentiranno immersi in un mondo fatto di guglie e ghiaccio, strapiombi e canaletti mozzafiato, percorsi preferiti dai free riders oppure punto di partenza per discese emozionanti ma più sicure lungo le Valli Bianche, tra seracchi e panorami sconfinati che scendono fino a Chamonix. L’eccellenza di questo impianto sta in tante caratteristiche che potrebbero permettere all’ottava meraviglia del mondo di risalire la graduatoria delle meraviglie del mondo. Aldilà dei connotati tecnici, che sono all’avanguardia, dai cavi portanti, alle fune trainanti, dai motori ai sistemi di controllo digitalizzati, le cabine girevoli sono considerate un importante passo avanti nella realizzazione di questi impianti funiviari, il cui scopo è proprio quello di mostrare mondi nuovi difficilmente raggiungibili dalle persone comuni. Soltanto gli alpinisti possono arrivare a tanto. Alla partenza e all’arrivo due stazioni speculari, ma è alla stazione intermedia che il turista può trovare servizi che rendono piacevole la sosta più o meno lunga. La fermata intermedia del Pavillon è come una cattedrale, suddivisa su tre piani di facile utilizzo per chi prosegue e per chi vuole soltanto sostare per qualche ora.

Potete scegliere di rimanere con gli occhi appiccicati ai vetri a rimirare il paesaggio oppure di sostare al bar e al ristorante; ci saranno anche un cinema, una sala congressi, un orto botanico, un corridoio di immagini che testimoniano la capacità degli operai, dei tecnici, degli ingegneri che hanno lavorato 4 anni in condizioni disperate, tra freddo e gelo, appesi a una corda, in bilico su una putrella a stringere bulloni senza un incidente, ma soltanto con qualche malore per la quota che ha costretto la società a selezionare maestranze sempre più forti dal punto di vista fisico e sanitario. La stazione intermedia sarà anche un banco di prova per sperimentazioni come la fermentazione spumeggiante di un vino della valle i cui enzimi gradiscono le quote elevate. La cantina attuale è al rifugio Monzino in quota sopra Morgex, ma da giugno le botti saliranno al Pavillon.

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Courmayeur e la Valle d’Aosta sono pronte a presentare questa eccellenza ad Expo e a tutti i suoi visitatori, in particolare i flussi di turisti che già oggi brulicano per le vie di Courma, dagli inglesi ai russi, dai coreani ai polacchi che qui sono di casa e si integrano con i turisti locali, i Vip e tutti coloro che amano queste montagne, il Bianco e le sue guglie come il Dente del Gigante e i suoi ghiacciai. La funivia del monte Bianco non è soltanto un collegamento, ma è il risultato di una integrazione fra l’innovazione tecnologica e l’ambiente, nel rispetto della qualità della vita.

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