Berlucchi Bar Club:
inaugurato a Shangai il flagship lounge della casa franciacortina
Marzo 2008 – Berlucchi arriva nella megalopoli più europea e vitale della Cina, Shangai, con un progetto tutto nuovo: il Berlucchi Bar Club, aperto all’interno di Villa Oro, il concept store che accoglie il meglio del "made in Italy".
Berlucchi Bar Club è il primo flagship lounge della casa franciacortina, e propone alla mescita e all’asporto la gamma completa di Enosfera Berlucchi, l’universo enologico che spazia dalla Franciacorta, con la Cuvée Storica Brut, al Metodo Classico, con i Cellarius Millesimati, includendo i rossi toscani della bolgherese Caccia al Piano 1868 e i Gavi della Tenuta la Bollina.
Il Bar Club è all’interno di Villa Oro, sontuosa dimora Anni Trenta situata in uno dei quartieri più vivaci di Shangai, accanto a store multimarca con i più bei nomi della gastronomia, della moda e dell’arte italiana. Il locale si trova al terzo e ultimo livello della villa, collocazione voluta: nella cultura cinese, i "piani alti" rappresentano l’empireo.
Villa Oro è di proprietà di Andrea Mamo, presidente di Italian Wine & Food, partner Berlucchi per l’import in Cina. Direzione artistica e interior sono stati curati da Lorena D’Ilio, designer, già mente creativa per Roberto Cavalli e Cacharel, che ha immaginato arredi ispirati allo spumante, dalle sedute modellate come gabbiette ai separé ornati da bollicine.
L’apertura del Berlucchi Bar Club è stata accolta con entusiasmo dalla comunità italiana, ma ha intrigato soprattutto gli shangaiesi, particolarmente attenti al made in Italy.
«A Shangai, l’enogastronomia e la ristorazione italiane sono di altissima qualità. La cucina italiana, con i suoi sapori semplici, veri, "universali", è molto gradita al popolo cinese», dice Cristina Ziliani, Direttore della comunicazione Berlucchi, «l’Ambasciatore d’Italia a Pechino, Dr. Riccardo Sessa, si è dichiarato interessato a sviluppare questa attenzione per il wine & food tricolore».
«Berlucchi è un marchio italiano, che può e deve crescere in Cina, ma occorre creare riconoscibilità al brand. In un contesto come Villa Oro, la "casa dell’ars vivendi italiana", il marchio ha un’ambientazione forte, e la sua identità ne trae beneficio. E’ tempo di agire: se a Shangai chiedi "bollicine", ti rispondono "Champagne": contro questa sovranità dobbiamo competere e misurarci. La Cina è un mercato molto interessante, con consumatori attenti e consapevoli, e il settore marketing della Berlucchi sta elaborando un piano quinquennale per entrare in questo straordinario avamposto della globalizzazione», conclude Cristina Ziliani.
I dati economici confermano: secondo l’Istituto per il Commercio Estero, l’import di vini spumanti italiani in Cina è passato dai 0,06 milioni di euro del 2003 ai 0,32 del 2007, ma il primato resta saldamente in mano francese, con 8,09 milioni di euro di "bulle" importate lo scorso anno*.
* Fonte: ICE, World Trade Atlas, China imports, Sparkling wine of fresh grapes – China customs data
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