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venerdì, Marzo 29, 2024

Nelle Fiandre alla scoperta del Rinascimento Fiammingo

L’epoca borgognona

ovvero il Rinascimento Fiammingo

 

Tra il 1348 e il 1482 i Paesi Bassi furono governati dai Duchi di Borgogna che portarono un’incredibile prosperità economica nella regione. I duchi erano sovrani illuminati, amanti dell’arte, della musica e della letteratura e favorirono uno sviluppo culturale che fece segnare importanti progressi in Europa nel campo dell’arte e della scienza. Il casato borgognone non aveva una reggia fissa e tendeva a spostarsi tra le diverse città delle Fiandre.

Bruges, Gent, Mechelen, Lovanio Bruxelles, portano oggi i segni di quell’epoca d’oro. I duchi vivevano in sontuosi edifici che erano la loro dimora (temporanea) ma anche luogo di lavoro e pensiero per le grandi menti dell’epoca. I palazzi cittadini esercitavano un’irresistibile attrazione su governanti, filosofi, scrittori, musicisti, pensatori, artisti, scienziati, artisti.

Tra i tanti, il filosofo Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro. Fu questo il periodo dei cosiddetti Primitivi Fiamminghi (Van Eyck, Memling, Bouts) e dei grandi maestri del sedicesimo secolo come Quinten Metsys e Pieter Bruegel, nonché dei grandi compositori della musica polifonica. La floridezza dei palazzi era lo specchio di un atteggiamento gioviale anche nella vita quotidiana e si rifletteva nei grandi banchetti dell’epoca e nell’amore per il buon cibo e il buon bere. Una tradizione che ha lasciato il segno nelle Fiandre: i fiamminghi sono oggi noti per essere “bon vivants” o, per l’appunto, “borgognoni”.

Quali sono le tappe da percorrere nelle Fiandre per scoprire l’eredità di questo straordinario momento storico e artistico?

Il 2020 ha visto Gent sotto i riflettori, padrona di casa indiscussa del terzo e ultimo anno del progetto Flemish Masters 2018-2020. Nell’anno dedicato a Van Eyck, la città ha ospitato la straordinaria mostra Van Eyck An Optical Revolution al Museo di Belle Arti ed è giunto a termine il restauro del capolavoro assoluto di Van Eyck, il Polittico dell’Agnello Misticoche nel 2021 troverà una nuova ubicazione all’interno della Cattedrale di San Bavone – Sint-Baafs, dove aprirà anche un nuovo Visitor Centre.

Le celebrazioni legate all’artista, interrotte a causa del Covid19 proseguono nel 2021 con un programma diffuso e articolato dal titolo OMG Van Eyck was here!. Il Museo di Belle Arti di Gent ( MSK) e la Cattedrale sono due tappe imprescindibili per chi desidera scoprire Van Eyck e il Rinascimento fiammingo.

Anche le altre città d’arte fiamminghe hanno molto da dire. Il pittore fu infatti la punta di diamante di un momento storico e artistico che lasciò una preziosissima traccia in tutte le Fiandre.

In primis a Bruges, dove Jan Van Eyck si trasferì nel 1432 al seguito di Filippo il Buono, del quale era pittore ufficiale. Qui visse, morì e venne sepolto. Molti sono i luoghi del centro storico che lo ricordano ancora oggi: il Prinsenhof (all’epoca residenza della Casata di Borgogna), da cui partiva per le sue missioni diplomatiche, la Cattedrale di San Salvatore, con il coro da lui stesso progettato, fino ai resti della Sint-Donaaskathedraal sotto la piazza Burg, dove fu sepolto (oggi non ci sono tracce della sua tomba andata distrutta insieme alla Cattedrale). Ma la vera tappa imprescindibile sono i capolavori custoditi nel Museo Groeninge: Madonna del Canonico Van der Paele (1436) e Ritratto di Margherita van Eyck (1439). La sua influenza sui pittori a lui contemporanei, anche stranieri, fu fondamentale, incluso il suo concittadino Hans Memling, le cui opere si possono ammirare nel Sint-Janshospitaal – Memling Museum. Insieme al Museo Gruuthuse, altro edificio simbolo del Rinascimento, recentemente restaurato, i tre musei costituiscono il circuito dei musei civici della città, perfetta immersione nell’epoca d’oro di Bruges.

Il casato borgognone non aveva una reggia fissa, e tendeva a spostarsi tra le diverse città fiamminghe. Mechelen ne fu un luogo privilegiato e quando all’inizio del XVI secolo Margherita d’Austria la scelse come dimora, la designò di fatto a capitale dell’impero borgognone. Il palazzo rinascimentale Hof van Busleyden, residenza dell’umanista e mecenate Hieronymus van Busleyden, era frequentato dai più grandi artisti, scienziati, umanisti e personaggi politici dell’epoca. Oggi museo, mostra l’eredità di quel glorioso periodo in tutte le sue forme, dall’architettura alle opere esposte.

Proseguendo a Lovanio, città universitaria e di grande fermento intellettuale, la tappa d’obbligo è la Chiesa di San Pietro. Qui dallo scorso marzo, terminati i lavori di restauro della chiesa, si può di nuovo ammirare L’Ultima Cena di Dieric Bouts, capolavoro del pittore del silenzio, custodito nel luogo originario per il quale fu dipinto.

Non in ultimo, anche nella capitale Bruxelles le tracce dell’eredità borgognona sono evidenti. A settembre 2020 è in programma l’apertura del nuovo museo De Librije, nella cinquecentesca Nassau Chapel, all’interno della Royal Library (KRB). La splendida e ottimamente conservata collezione di manoscritti appartenente ai Duchi di Borgogna è considerata una delle eccellenze dell’arte della miniatura del nord Europa. I manoscritti, risalenti al XIV – XV secolo raccontano un’epoca di grande splendore e di talento artistico.

 

Informazioni:

www.visitflanders.com

www.flemishmasters.com

                                                                       Gent vista dall’alto

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