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giovedì, Aprile 25, 2024

Magia Islanda

Testo e foto di Claudia Farina

 

Elfi, gnomi, fate abitano qui, visibili per chi sa interpretare i segni racchiusi in fuoco – terra – acqua – aria, da milioni di anni. Si nascondono tra le scure pietre vulcaniche, le conche dei geyser, le lingue dei ghiacciai, le fragorose cascate, i canyon, le distese di muschio. Lo raccontano le saghe, alle quali s’ispirò Wagner per comporre i Nibelunghi; lo sapeva Jules Verne quando descrisse un vulcano d’Islanda nel suo "Viaggio al centro della terra"; ne sono convinti gli islandesi e chi visita l’isola a sensi aperti.


Vulcani e storia

Il fuoco vulcanico con la pioggia di ceneri e lapilli domina la scena geologica. Laki ha oscurato i cieli per mesi nella devastante eruzione del 1783 che ha lanciato lava alta chilometri, ridisegnando a coni la morfologia del territorio meridionale. Se Laki è estinto, indimenticabile è l’eruzione dell’Eyjafjöll del 2010 che bloccò con nubi cenerine il traffico aereo sull’ Europa. Ora, un altro vulcano sta eruttando:è il Bardarbunga che bolle sotto Vatnajökull, il più grande ghiacciaio d’Europa; la sua calotta ne sta contenendo, per ora, il magma incandescente.
Sembra di essere in altre ere geologiche, complice il silenzio, le pianure solitarie e quelle case isolate a ridosso della falesia, colorate di rosa, azzurro, giallo, piccole in lontananza: appunto, le case di elfi e fatine.
E c’è un luogo speciale, dal punto di vista geografico, da cui la zolla tettonica europea "osserva" quella americana: sotto il parco nazionale Thingvellir si trova proprio la spaccatura causata dalla deriva dei continenti tra la placca nord americana e quella euroasiatica, che si allarga di 5 mm all’anno.
Qui si scrive la storia d’Islanda: nell’emiciclo naturale alto sul campo di lava tra due dirupi, fu istituito nel 930 il primo Parlamento d’Europa e anno dopo anno fin verso la fine del 1200, i clan si radunavano per recitare e ricordare la loro legge. Tracce scritte della cultura vichinga – nata all’inizio del XII secolo – si trovano nel Codex Regius del 1270 che contiene leggende nordiche dell’Edda Poetica, ispirate alle saghe islandesi dei primi del 900.
All’aperto, nello stesso emiciclo del Parco, è stata proclamata la Repubblica d’Islanda nel 1944.
Il parco nazionale Thingvellir è una verde distesa pianeggiante solcata dai riflessi bianchi del lago e della cascata; dominata dalla "roccia della legge" dove i vichinghi si riunivano in Parlamento, è percorsa da una rete di sentieri verso l’altura, mentre le uniche costruzioni sono una fattoria e una chiesetta con campanile svettante tra gli alberi.

Reykiavik e Hafnarfjoerdur
Su una popolazione di 320.000 abitanti, metà abita nella capitale accogliente, ordinata e culturalmente molto vivace, come ci si aspetta dalle capitali del nord Europa. Manifestazione emblematica è la "Notte della cultura" che si tiene dal 1996 nella terza settimana d’agosto con esibizione di mostre, film, concerti, spettacoli, musica tradizionale, gallerie e musei aperti, fuochi d’artificio. Chiunque può suggerire idee per la Notte, scrivendo sul sito menningarnott.it
E’ una notte di breve buio baluginante, in un giorno d’estate islandese illuminato per 20 ore.
Per mangiare e fare shopping non si va tanto lontano: ristoranti e negozi si trovano numerosi sulla stessa centralissima via.
Fantasmagorica è la visione della grande Harpa, la costruzione affacciata sul porto, adibita a sala concerti e centro congressi. Di notte, le pareti ricoperte di vetri concavi e convessi luccicano con movimento stroboscopico, vibrando sulle note suonate dall’Orchestra Sinfonica. Oltre al Museo Nazionale (www.nationalmuseum.is) che conserva interessanti reperti di ogni epoca, incuriosisce il museo fallologico dotato di vari reperti, da peni di cetacei, ad un esemplare umano fino – non potevano mancare in Islanda, ben conservati nei vasi – a quelli di elfi e fantasmi! (www.phallus.it).
A un quarto d’ora d’auto dalla capitale (fly & drive è una formula simpatica e agevole, visto il traffico limitato e civile, le strade ampie, praticamente la strada n. 1 permette di visitare in tondo la parte meridionale, la più significativa dell’isola) sorge il villaggio vichingo di Hafnarfjoerdur, un tempo chiamata "città della lava", con ristorante e sculture dedicate, mentre nel porto sono ancorati vecchi battelli da pesca.

 

Set fotografico
In un territorio modellato da forze geotermiche onnipresenti e attive, i fotografi trovano un set ideale, infatti arrivano da tutto il mondo. Cavalletti, obiettivi e smartphone si allineano di fronte a cascate, fumanti vapori, muschi su roccia nera, fiori, iceberg striati d’azzurro vaganti in laguna, ma anche di fronte al baluginante centro culturale Harpa di Reykiavic o nei tepori lattiginosi della Blue Lagoon.
Fuoco e acqua disegnano la geografia dell’Islanda.In una superficie di 103.000 km quadrati, solo l’1% è coltivabile; i campi di lava occupano il 25%, la sabbia il 4%, i ghiacciai il 12%, i laghi il 3%, i pascoli il 20%: pecore e cavalli vagano in libertà. Fiumi, laghi, fumarole e cascate si vedono un po’ ovunque nell’Islanda del sud. Imponente e fragorosa precipita dalla roccia Svartifoss, la "cascata nera"incorniciata da colonne di basalto scuro, visibile nel Parco Nazionale di Skaftafell. Sorprendente è Gulfoss – cascata d’Oro – la più grande d’Islanda, che si incunea a balzi in un canyon, producendo avvolgenti nebbie sorvolate dall’arcobaleno. Emblematico è il Geyser: fotografi allineati vicino al cratere devono essere ben lesti nel riprendere l’alto getto vaporoso, che fuoriesce rombando a ritmo cadenzato.
Oltre alla cascata nera, di straordinario nel Parco Nazionale di Skaftafell c’è la lingua glaciale del Vatnajökull, il più grande ghiacciaio d’Europa, di un bianco abbacinante tra pareti di roccia nera, che ricopre con la sua calotta il turbolento vulcano attivo Bardarbunga. Ci si avvicina percorrendo vari sentieri concentrici, tra cespugli di piante basse, boschi di betulle, tappeti di muschio e macchie colorate di fiori. Un luogo di straordinaria energia geotermica e spirituale.

Spettacoli naturali
Oltrepassato il circuito turistico "Circolo d’oro" (Thingvellir, il lago Laugarvatn, Geysir, Gullfoss) e proseguendo verso il villaggio di Kirkjubaejarklaustur, merita una sosta di meraviglia (anche perché ignorato dalle guide) il Fjardargljufur, un canyon di novemila anni fa: le pareti rocciose di 100 metri sono state modellate dal fiume sottostante che scorre in profondità per due chilometri.
Spettacolare è la laguna glaciale di Jökulsàrlòn, dove gli iceberg staccatisi dal ghiacciaio confluiscono in un moto perpetuo di scioglimento e ricongelamento, fino ad incanalarsi in un fiume e raggiungere l’oceano Atlantico.
Benefica, rigenerante sensazione finale si prova nella Blue Lagoon, dove vaporose acque termali fluttuano in una conca di lava nera. Immergersi qualche ora prima di lasciare l’isola, visto che si trova vicino all’aeroporto di Keflavik, è il saluto migliore. L’acqua calda e lievemente salata, proveniente da sorgenti profonde 1800 metri, contiene silice, calcare, zolfo e alghe verdi azzurre, elementi che danno quel particolare colore smeraldino alla laguna, una SPA open air di caldi vapori. (www.bluelagoon.com)

Informazioni
Tour Operator Evolution Travel: islanda.evolutiontravel.it
Voli diretti con Icelandair in partenza da Malpensa: www.icelandair.it
Per il pernottamento: www.farmholidays.is

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