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venerdì, Marzo 29, 2024

L’AVVENTURA DI PIPPI

 

 

 

testo di Anna Chiara Moggia

 

La prima cosa dalla quale si viene colpiti arrivando in Kenya è la luce abbagliante, una grande luminosità ovunque, tanto sole, un chiarore assoluto e accecante che fa da sfondo ad ogni cosa, persone , animali e paesaggi nella savana, ma lo scorso 14 ottobre allo Tsavo Buffalo Camp, cuore del programma "Safari Academy" organizzato dal Malindi Key’s Group, l’attenzione di tutti non era rivolta alle condizioni meteo, vista la totale assenza di sole e un impercettibile inizio quasi autunnale, di pioggia.
L’attenzione era tutta per lei, 80 kili di tenerezza disarmante, per soli 60 cm di altezza, vi starete chiedendo di chi stiamo parlando? Ma di PIPPI, questo è il nome con il quale lo staff del campo safari ha chiamato un tenerissimo esemplare di elefantino, che d’improvviso si sono visti materializzare davanti ai loro occhi, caracollando e incerta nei passi, vista la tenerissima età, all’incirca 6 giorni, si è presentata all’ingresso del campo, seguita da un meravigliato Masai che di punto in bianco se l’era trovata accanto.

Si può dire che PIPPI non è stata trovata, ma è stata lei a trovare noi.

Alla sorpresa e incredulità iniziale di tutto lo staff, immediatamente l’emozione ha lasciato spazio alla voglia di prendersi cura di questo esserino che come si può vedere dalle immagini, si è lasciato coccolare, nutrire e fiduciosamente lasciarsi andare alle cure amorevoli del responsabile del campo, il sig. Lino Marano.
Lo stesso Lino poco fa al telefono, mi raccontava l’episodio, con la voce rotta dall’emozione, rarissima cosa per chi in Africa vive da sempre.
Capita spesso nei safari di incontrare intere famiglie di pachidermi, papà, mamma e i cuccioli al seguito, ma trovarsene uno davanti, che silenziosamente e fiduciosamente ti chiede aiuto, è un’emozione difficile da tradurre in parole.
Latte, acqua e ripetutamente bagnata sotto e dietro le orecchie, per evitare la disidratazione, Pippi è sembrata trovarsi a suo agio al campo safari.
Sono seguite le cure di routine che si adottano in casi del genere, è stata allertata la "KWS", una organizzazione para statale, che si occupa dei parchi in Kenya, un po’ come il nostro corpo forestale in Italia.
A questo ha fatto seguito la chiamata al centro "DAVID SCHELDRIK" un vero e proprio "orfanotrofio" per gli elefantini abbandonati, come nel caso della nostra PIPPI, rimasta orfana di madre, si presume da oltre 4 giorni, come mi raccontava appunto il sig. Lino, madre questa successivamente ritrovata, morta, a pochi kilometri dal campo, dove il cucciolo era arrivato.
La permanenza di PIPPI al campo è durata poco meno di 8 ore, poche, ma sufficienti per far si che a molti dello staff, la partenza di PIPPI per Nairobi, in aereo, seguita e monitorata costantemente dallo staff medico, dove in seguito verrà accudita e curata da personale specializzato, per tutto il tempo dello svezzamento, che in genere copre una durata di circa due anni, ha scatenato non pochi malumori e tristezze.
Al termine di questo periodo di nursery, PIPPI verrà riportata allo TSAVO, seguita da un tutor che "insegnerà" lei, il "mestiere" di elefante.

Tutto questo è stato possibile, grazie e soprattutto alla impareggiabile ed efficientissima organizzazione che fa capo alla struttura dove PIPPI è arrivata con le sue zampe, sto parlando del MALINDI KEY’S GROUP, società interamente Italiana, che oltre ad essere proprietaria di ben sette alberghi che sono la tradizione di Malindi, offre appunto la possibilità di poter soggiornare in questi due campi safari, situati all’interno del parco Tsavo. E poter così ammirare con i propri occhi le meraviglie che la natura ci offre.

Questo che è accaduto allo Tsavo Buffalo Camp, è uno stimolo a far si che il MALINDI KEY’S GROUP sia sempre più presente con uomini e mezzi idonei alle circostanze del caso.
Per voce del fondatore del gruppo, l’imprenditore italiano Marco Vancini,
con alle spalle un’esperienza di oltre 20 anni in Kenya, il M K G ha intenzione di adottare a distanza la cucciola PIPPI e nel frattempo attrezzarsi per poter gestire autonomamente situazioni, in futuro, di questo tipo.

 

 

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