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venerdì, Marzo 29, 2024

Itinerari turistici a Morimondo nel Parco del Ticino tra cultura, religione, biodiversità e buona cucina

Testo di Maurizio Pavani

Tra i vari itinerari turistici che il territorio lombardo propone, Morimondo occupa un posto interessante non solo dal punto di vista culturale ma anche sul versante del turismo religioso, del rispetto dell’ambiente e della buona cucina

Nel Parco del Ticino, a pochi minuti da Milano si trova l’abbazia cistercense di Morimondo, sita nell’omonima località ai confini con la provincia di Pavia. Tra i vari itinerari turistici che il territorio lombardo propone, certamente Morimondo occupa un posto interessante non solo dal punto di vista culturale ma anche sul versante del turismo religioso, del rispetto dell’ambiente e della buona cucina.

L’abbazia di Morimondo
L’abbazia di Morimondo, inizia la sua storia il 4 ottobre 1134 con l’arrivo di un gruppo di monaci fondatori provenienti dalla casa-madre di Morimond, in Francia. Nei primi anni la comunità ebbe una progressiva espansione tanto che in breve furono fondate altre due abbazie: ad Acquafredda presso Como nel 1153 e a Casalvolone presso Novara nel 1169. La Chiesa abbaziale, quarta fondazione italiana e la prima in Lombardia, si differenzia da tutte le altre edificazioni cistercensi del XII secolo per l’architettura evoluta verso lo stile gotico; inoltre la grandezza di Morimondo è dovuta alla presenza di ben otto campate che ne evidenziano la maestosità e la totale essenzialità derivata dal senso d’ordine dei mattoni a vista. Visto da est e da sud il monastero si presenta come un’imponente costruzione di quattro piani. Nonostante i saccheggi, i terremoti, nonché le modifiche seicentesche e la soppressione (1798), il monumento è sopravvissuto negli anni con i suoi valori. Un segno notevole dell’intensa spiritualità è testimoniato dalla fiorentissima attività dello Scriptorium, finalizzata alla costituzione della biblioteca monastica. Il 1564, segna un’altra tappa importante perché l’abbazia viene eretta parrocchia da san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano. La soppressione, avvenuta il 31 maggio 1798 sulla scia della Rivoluzione francese, pose fine alla presenza dei monaci cistercensi e causò la totale dispersione del patrimonio codicologico. Nel 1941 l’arcivescovo di Milano, Ildefonso Schuster volle riportare nel cenobio la vita religiosa. Nel 1991 il cardinale Carlo Maria Martini affidò alla Congregazione dei Servi del Cuore Immacolato di Maria la cura pastorale della parrocchia con un nuovo invito a rilanciare l’abbazia di Morimondo come centro di spiritualità e di iniziative pastorali. Con la costituzione della Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo, nel 1993 si assiste a un rilancio di Morimondo con la valorizzazione del patrimonio spirituale e culturale dell’abbazia e del monachesimo di Cîteaux. Dal 2006 è il clero diocesano che nella figura di Padre Mauro Loi assicura la continuità nel mantenere vivo lo scopo di questo luogo religioso e culturale. Gli scopi della Fondazione sono infatti la valorizzazione culturale e spirituale dell’Abbazia di Morimondo e la promozione di attività per il recupero strutturale e architettonico di tutto il complesso monastico. Attraverso la Fondazione è possibile visitare l’intero complesso monastico che è museo regionale. Il museo è suddiviso in due sezioni: il Museo dell’Abbazia, nato per valorizzare e far conoscere i vari ambienti del complesso monastico e il Civico Museo Angelo Comolli, finalizzato a conservare i cartoni dell’artista e a farne conoscere l’opera. Negli ultimi decenni, è notevolmente cresciuto l’interesse per l’Abbazia di Morimondo e il suo patrimonio artistico e culturale. Informazioni sugli uffici di segreteria e dati della Fondazione: piazza Municipio 6 – Morimondo, orari di apertura da lunedì a giovedì dalle 9.00 alle 12.00. Telefono e fax: 02.94961919; email: fondazione@abbaziamorimondo.it; www.abbaziamorimondo.it.

Flora, Fauna, Biodiversità
Il Parco del Ticino presenta pecie floreali altrove scomparse o estremamente rarefatte: alberi tipici della fascia pedemontana, fiori acquatici ed erbe medicinali. Il Parco del Ticino rappresenta un’eccellenza nel panorama faunistico del territorio della Pianura Padana. Nel Parco vivono stabilmente 48 specie di mammiferi. I carnivori predatori, dopo la scomparsa del lupo, sono rappresentati da martora, volpe, tasso, donnola, puzzola e faina, ai quali è affidato il ruolo fondamentale nella regolazione dell’equilibrio biologico. La varietà degli ambienti del Parco permette insediamenti e nidificazioni di un elevato numero di uccelli, decisamente superiore alla media della Pianura Padana con ben 246 specie diverse di volatili presenti: Ardeidi Gregari tra cui Aironi bianco maggiore, cinerino, rosso, e Guardabuoi; garzette, Nitticore. Anatidi, come il Germano Reale, l’Alzavola, la Folaga, lo Svasso. L’avifauna silvana è composta da cince, cinciallegre e cinciarelle, picchi, scriccioli, merli, pettirossi, ghiandaie e cuculi, fringuelli e usignoli, upupa, beccaccia, succiacapre, fagiani, beccaccini, pavoncelle, allodole, storni. Tra i predatori, il lodaliolo, la poiana, lo sparviero, il gheppio, la albanella reale, il falco pellegrino e il falco pescatore, l’allocco e il gufo, la civetta, il barbagianni e il gufo di palude. La Valle del Ticino rappresenta un’area ad elevata biodiversità, dove ad una grande variabilità di ambienti (corsi d’acqua, boschi di conifere, boschi planiziali, brughiere, zone umide, pianura agricola irrigua, impianti arborei da legno) corrisponde una mirabile varietà di habitat all’interno dei quali trovano condizioni uniche per la loro sopravvivenza numerose specie di animali e vegetali. Per la sua posizione geografica “strategica”, il Parco del Ticino rappresenta un insostituibile corridoio ecologico tra Alpi e Appennini, anello indispensabile di connessione biologica tra l’Europa continentale, il bacino del Mediterraneo e l’Africa.

Enogastronomia
Cultura e Ambiente si sposano anche con le specialità culinarie della Valle. Per l’ottimo rapporto tra qualità e prezzo, la Trattoria Basiano, un’antica Cascina-osteria lombarda a soli tre chilometri dall’Abbazia di Morimondo, gestita da oltre 25 anni dalla famiglia dello Chef Colombini, presenta la cucina tipica del territorio con una vasta scelta improntata su piatti tipici della zona: salumi nostrani con cotechino, paste fresche fatte in casa, risotto con le rane, stracotto d’asina, selvaggina, lumache, rane fritte. In alternativa propone anche un menù a base di pesce fresco di mare con arrivi giornalieri. Per informazioni: Trattoria di Basiano – Loc. Basiano – 20081 Morimondo (Mi). Sito web: www.trattoriabasiano.it. Tel. e Fax 02.945295. Chiuso il lunedì sera e il martedì; il giovedì sera è dedicato ai menù della carne (€ 25,00 cad) mentre e il venerdì sera ai menù del pesce (€30,00 cad.) entrambi con ampia scelta di antipasti, primi piatti con seconde portate a volontà compresi i dolci e caffè (bevande escluse).

Source: Articoli

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