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venerdì, Marzo 29, 2024

Hawaii, Aloha State, mix di terra, cielo, fuoco e acqua


Testo e foto di Maurizio Pavani

 

Un arcipelago da sogno dove la Natura si è divertita a sprigionare tanta impetuosa energia e struggente bellezza

Hawaii, un arcipelago nel mezzo dell’Oceano Pacifico costituito da sei isole maggiori: Oahu, Hawaii (the Big Island), Maui, Kauai, Molokai e Lanai, ricchissime di contrasti naturali; uno tra gli scenari più unici al mondo con spiagge di sabbia bianca, acqua cristallina, montagne innevate, paesaggi vulcanici, laghi, cascate e scogliere a picco sull’oceano; insomma … lussureggianti foreste tropicali ricche di flora e fauna e coste che incontrano onde giganti e imperdibili tramonti, il tutto a formare un magico mix di terra, cielo, fuoco e acqua.
Ecco Hawaii, il 50° stato USA che in Honolulu ha la sua suggestiva capitale, distante dalla west-cost americana quasi 4.000km; un arcipelago tra i più lontani e isolati al mondo, situato a 3.000km al largo di San Francisco, formato da isole quasi tutte di origine vulcanica, soprattutto l’isola di Hawaii sulla quale sono presenti ben cinque vulcani, di cui tre fra i più attivi al mondo: Kilauea, Mauna Loa e Hualalai. Il clima più che mite rende l’arcipelago una meta turistica ideale in qualsiasi periodo dell’anno. Due sono le principali stagioni: l’estate (più calda e umida) e l’inverno (meno caldo e più secco). Assolutamente da gustare è il cibo, un variegato mix di cucina cinese, giapponese, coreana, thailandese, vietnamita con tanto pesce e frutta tropicale, tra cui le noci di macadamia, l’avocado, il cocco e le red bananas. La cucina locale fa abbondante uso di carne, pesce e verdure accompagnate da salse piccanti. Tra le bevande alcoliche, il Mai Tai, buono in tutte le occasioni e l’immancabile birra "Primo", nome del primo Re di Hawaii. Tra le festività, il Giorno dell’Indipendenza (4 luglio), il Giorno del Ringraziamento (24 novembre) e l’Aloha Week (una settimana di festeggiamenti che a rotazione vede protagoniste tutte le isole nel periodo tra settembre e ottobre). Per chi si reca nell’arcipelago per la prima volta, Oahu e Maui sono le isole più indicate da visitare. Oahu, conosciuta ai più anche per alcune serie TV (Magnum PI, Flipper e Lost), oltre ad ospitare la capitale, Honolulu, Big Island è anche nota per la baia di Pearl Harbor, ampiamente citata in film e documentari sul secondo conflitto mondiale, il cui attacco militare da parte nipponica ha dato inizio alle ostilità belliche tra Usa e Giappone. Per fortuna su quest’isola è ancora possibile ammirare le famose spiagge, Waikiki e Sunset, il giardino botanico Koko Head, il santuario dei surfisti (con onde gigantesche), effettuare immersioni nelle Lagoons, camminare dentro un vulcano spento, giocare tra infiniti campi da golf, cavalcare a Turtle Bay e godere di indimenticabili tramonti. Nella parte nord di Ohau c’è il Mokuleia beach park: un’area verde, vicino a distese di palme, ananas e campi di golf, adibita a camping, ben attrezzata con barbecue, servizi igienici e parking per auto e caravan, dove è facile incontrare turisti e studenti del fine settimana locale, militari in tuta mimetica accampati con le loro mega tende da campo e una sparuta ma divertente comunità di hippies, ragazzi e ragazze, gentili e rispettosi, ben integrati con gli abitanti del posto con i quali condividono albe e tramonti, tutti all’insegna delle regole del buon vivere civile. Mike, un biondo ragazzone californiano, ex avvocato oggi praticamente nullafacente contemplativo, ci vive da anni con il suo bianco caravan sul quale trova posto l’immancabile impianto stereo che al suono dei mitici Jefferson Starship, James Taylor, Crosby, Still, Nash e Young, sovente accompagna le escursioni lungo costa oppure all’interno dell’isola. ESP (Extraordinary Sensorial Perceptions) – è l’insegna che metaforicamente brilla sul suo caravan: "Se sei arrivato fin qui – dice sorridendo – è perché nel tuo passato c’è qualcosa che a questo posto ti lega; qualcosa o qualcuno che qui devi ri-trovare; qualcosa di tuo che avevi lasciato, dimenticato o sepolto nel tuo intimo, di cui ora hai tanta nostalgia". In effetti, Mike, non ha torto. Nel suo mistico vagheggiare, forse intende dire che la magia delle lontane Hawaii non è poi così … irraggiungibile, bensì dentro di noi. Maui, l’isola più romantica e tranquilla, offre ai suoi visitatori ben 42 miglia di spiagge: da quella rosa di "Red Sand Beach", alle nere di "Waianapanapa State Park. Molokai, la meno abitata di tutte, è un paradiso incontaminato abitato per lo più da indigeni che hanno mantenuto le loro tradizioni. Per rivivere gli scenari di film come King Kong e Indiana Jones, si consiglia una visita all’isola di Kauai davvero sorprendente per fauna e flora e non solo, dal momento che il monte Waialeale, è il punto più piovoso sulla Terra. Bellissima ma difficile da visitare è invece Niihau in quanto isola privata, per vederla occorre avere l’invito di uno dei suoi abitanti. The Big Island (la grande isola di Hawaii) rappresenta invece il luogo dei contrasti con le sue montagne dalle cime innevate e le spiagge nere, bianche e verdi. Isola di antichi ricordi, offre anche chiese e geroglifici e ben due vulcani attivi. Il suo Hawaii Volcanoes National Park è senza ombra di dubbio il più originale tra tutti i parchi nazionali degli Stati Uniti. Per ammirare questo paradiso in terra si può viaggiare dall’Italia con British Airways, via Londra; fare tappa a New York, Los Angeles e poi, via per Honolulu; oppure con Air France. L’aeroporto principale è quello internazionale di Honolulu, ben collegato soprattutto con la west-cost americana, Nuova Zelanda e Australia. Le Hawaii si caratterizzano per le influenze di usi e costumi della tradizione polinesiana, uniti a quelli tipicamente americana. La rinascita della cultura hawaiana ha comportato il fiorire delle scuole di hula, nonché la riscoperta di antiche tradizioni hawaiane come la creazione delle variopinte ghirlande di fiori e la tessitura dei tapa. Alle Hawaii, il costo vita è direttamente proporzionale alla presenza dei turisti giapponesi, con l’ovvio risultato di un costo medio decisamente alto. Anche il Servizio Sanitario, dato l’elevato costo delle prestazioni, suggerisce di stipulare un’assicurazione che copra oltre alle spese mediche anche quelle di un eventuale rimpatrio. Non è obbligatoria nessuna vaccinazione. A me è capitato di avere un modesto herpes simplex sulla schiena; data la posizione era difficilmente visibile e per questo motivo, al solo tatto, mi aveva preoccupato; risultato: una veloce corsa in auto al modernissimo Honolulu Medical Center dove ad accogliermi c’era una gigantesca infermiera indigena che mi ha subito spogliato; infilato addosso un camice bianco, infine accompagnato in un aula universitaria dove un dottore, camice bianco e bacchetta in mano, illustrava e spiegava agli studenti ogni sfumatura di questo virus che, scaturito da uno stress alimentare, fisico o dalla diretta esposizione della cute ai raggi solari, è responsabile della comparsa di piccole vescicole caratterizzate da lieve pizzicore e calore, sintomi che, una volta terminato il processo infiammatorio, sono destinati a scomparire senza complicanze nel giro di pochi giorni. Dopo la visita, la ricevuta per il pagamento di 100 USD. "Doctor Hawaii" ha però aggiunto che l’infezione provocata dall’herpes può ciclicamente ricomparire con facilità dopo ogni prima esposizione solare poiché il virus sopravvive "dormiente" all’interno delle cellule, pronto a scatenarsi con il primo sole estivo. Questo "amico scomodo", è stato uno tra i tanti regali delle Hawaii che porterò per sempre con me … senza rammarico.

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