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venerdì, Aprile 19, 2024

Colline, castelli e grandi vini delle Langhe

Un viaggio d’autunno sulle dolci colline piemontesi, per partecipare alla vendemmia di Barolo e Barbaresco, immergersi nel paesaggio che si riempie di calde sfumature di arancio e godersi qualche tappa molto gourmand

Una luce calda e magica fa risplendere le foglie dalle nuances rosse ed arancio in una tiepida sera settembrina mentre in alto le nuvole si gonfiano in un’esplosione di luce. Dolce distesa di colline e valli scavate da torrenti, le Langhe si adagiano tra i fiumi Tanaro e Bormida e l’Appennino Ligure. Terra di grandi cru, di quei vini le cui uve vengono vendemmiate quando l’autunno cambia colore alle piante e già le vette sono spruzzate del bianco candore della prima neve. Quando la nebbia sale lenta dal fiume e avvolge come una veste i filari. Quando nell’aria c’è odore di caldarroste e di tartufo. Una vendemmia di attesa quella delle autoctone uve Nebbiolo che, una volta lasciate riposare tra barrique ed affinamento in bottiglia, produrranno i celebratissimi Barolo, l’austero e possente Re dei vini, e il Barbaresco, l’elegante e raffinata Regina.

Le colline degli dei del Barbaresco

Barbaresco, la chiesa che ospita l'Enoteca regionale del Barbaresco

Barbaresco, la chiesa che ospita l’Enoteca regionale del Barbaresco. Foto: Elena Barassi

A comporre il regno del Barbaresco sono solo quattro piccoli borghi, Barbaresco, Treiso e Neive, oltre che una frazione di Alba nella Langa orientale che guarda al Roero, alle più alte creste del Moscato e alle vicine colline astigiane. Qui si aprono gli scorci più affascinanti di tutte le Langhe, un paesaggio che alterna la morbidezza delle colline alla meraviglia di gole, rocche e burroni che si aprono all’improvviso oltre una fila di gaggie.

Il cuore del territorio è Barbaresco, all’ombra della Torre medioevale, recentemente aperta al pubblico, che regala un panorama mozzafiato sul fiume Tanaro e i colli circostanti. Sosta d’obbligo all’Enoteca , situata nell’ex-Confraternita di San Donato, una chiesa edificata a metà dell’Ottocento in ringraziamento ad un’ottima annata per il vino. Qui si assaggiano i migliori cru e riserve di Barbaresco, ma anche grappe, vini chinati e pure l’aceto di Barbaresco.

Amatissima da Beppe Fenoglio tanto da far da sfondo a molti suoi racconti, Treiso è un pugno di piccole case, una chiesetta barocca e la Rocca dei 7 fratelli, un anfiteatro, o meglio una voragine contornata di pareti in guisa e di enormi bracci che si protendono dalla base dello smottamento fin verso una valle umbratile e stretta. Sorprendente dal borgo la vista mozzafiato che abbraccia l’Alta Langa e il Barolo. E all’ora del tramonto si sale su per i colli di Treiso fino a Rombone dove l’agriturismo con annessa azienda vitivinicola Ada Nada è un luogo di pace e relax sospeso nel nulla. Qui, sotto un profumato pergolato con vista a 360° che abbraccia perfino il Monviso, si assaggia un ottimo Barbaresco DOCG e, per gli appassionati di bianchi, un bicchiere di Roero Arneis.

Si scende e si risale su questi colli ed ecco spuntare su un piccolo poggio Neive, il paese “dei signorotti” per via dei molti palazzi titolati. Passeggiando per i vicoli acciottolati di quello che è definito uno dei borghi  più belli d’Italia, impossibile non fermarsi alla Casa della Donna Selvatica, memoriale alla figura di Romano Levi che, seguendo la tradizione di famiglia, continuò a produrre la grappa conosciutissima tra i più grandi collezionisti di tutto il mondo grazie anche alle etichette disegnate a mano.

Assaggi di tome da Silvio Pistone a Borgomale

Assaggi di tome da Silvio Pistone a Borgomale

Prima di lasciare l’area del Barbaresco un piccolo tour nell’Alta Langa, à dove le colline si fanno più alte e dove i vigneti lasciano il posto a boschi di castagni e noccioleti per  ritrovare tutte le atmosfere dei romanzi di Beppe Fenoglio e Cesare Pavese e  per scoprire Borgomale e il suo castello medioevale “delle 5 torri” in cui soggiornò papa Pio VII durante il suo viaggio verso la Francia, per l’incoronazione di Napoleone Bonaparte ed anche teatro delle tristi vicende di Nella di Cortemilia qui confinata. Ma ci sono anche belle storie da raccontare qui nell’Alta Langa all’ombra dei grandi noccioli. Come quella di Silvio Pistone che oggi, in un’atmosfera quasi surreale di silenzio e serenità, con un piccolo gregge di 30 pecore produce tome straordinarie frutto di una ricerca e passione fuori dal tempo.

I morbidi colli del Barolo

I vigneti di Dante Rivetti a Bricco

I vigneti di Dante Rivetti a Bricco. Foto: Elena Barassi

Il luogo natale del grande vino italiano per eccellenza è nel cuore delle colline di Langa, a pochi chilometri a sud della città di Alba, nel territorio di undici comuni che si inseguono in un suggestivo itinerario di colline, cesellate dalla mano esperta dell’uomo e sorvegliate da imponenti castelli medioevali, fra cui proprio quello di Barolo da cui prende nome.

Tra le dolci colline su cui si ergono qua e là le sagome di castelli medioevali come sentinelle che vegliano immobili su questo paesaggio unico al mondo, la prima tappa non può che essere Barolo, luogo caro a tutti gli estimatori del vino, grazie alla marchesa Falletti di Colbert e Camillo Benso Conte di Cavour che proprio qui iniziarono la produzione del re dei vini. Al centro del borgo medioevale si innalza maestoso Castello Faletti al cui interno si cela l’eclettico WIMU, il museo del vino, che rapisce il visitatore in un percorso che intreccia dimensione scientifica e poetica. Non solo. Tra le spesse mura delle cantine del castello, l’Enoteca regionale del Barolo racchiude il meglio dei grandi cru.

Il Barolo Marcenasco della cantina Renato Ratti

Il Barolo Marcenasco della cantina Renato Ratti. Foto: Elena Barassi
Il Castello di Serralunga dal Boscareto_

Il Castello di Serralunga dal Boscareto. Foto: Elena Barassi

Salendo verso La Morra, da sempre considerato il balcone delle Langhe per la vista mozzafiato delle colline tutt’intorno, si fa tappa all’Abbazia dell’Annunziata nelle cui cantine si cela il Museo Renato Ratti tutto dedicato al vino. Spuntano tra i diversi reperti una botte costruita scavando un tronco d’albero forse più di due secoli fa, simbolo dell’enologia del Nord e il bel bicchiere tulipano tronco del 1700, tipico per il consumo del Barolo. Impossibile non visitare le suggestive cantine di Renato Ratti, oggi nelle sapienti mani del figlio Pietro. Conosciuto ovunque, Ratti èstato nel tempo uno dei principali artefici della rivoluzione culturale e tecnica del mondo del vino piemontese ed italiano.

La strada è sinuosa verso Serralunga d’Alba che appare all’improvviso già da lontano abbarbicata su un alto colle. Si erge maestoso e slanciato il suo Castello medioevale, uno degli esempi meglio conservati di maniero trecentesco, e tutt’intorno, disposta a raggiera, una ragnatela di strette viuzze. Immerso nei vigneti sulla collina proprio di fronte, il Boscareto Resort è un luogo d’incanto dove far pace con la frenesia del mondo moderno. Un castello moderno quello voluto dalla famiglia Dogliani, circondato da trentatré ettari di vigneti di proprietà, in cui dominano legno di frassino, pietra di Vico e grandi vetrate. Imperdibile la cena stellata: un perfetto equilibrio di tradizione delle Langhe e un cuore che batte pugliese, quello del giovane chef Pasquale Laera.  Su tutto, i grandi vini Beni di Batasiolo, sempre di proprietà della famiglia Dogliani.

Dalla Porta delle Langhe lungo la Via lattea 

Le cantine di Fontanafredda

Le cantine di Fontanafredda. Foto: Elena Barassi

Terra di grandi vini, il Piemonte regala alcune golosità che ben si abbinano con il gusto intenso e corposo di Barolo e Barbaresco. E allora via verso Carrù, la Porta delle Langhe, rinomata per la Fiera del Bue grasso che ha origini antichissime. Un piccolo tour tra il castello un tempo dei Vescovi d’Asti e la chiesa  romanica di San Pietro e via verso l’incontro goloso. Nel centro del piccolo borgo si fa tappa da Alessandro Chiappella, giovane entusiasta che porta avanti la tradizione familiare con piglio travolgente. La scelta è  davvero ardua tra salame al tartufo, alla nocciola o dell’ottimo salame di Langa. E perché non perdersi nel filetto al Barolo o nel Lardo ai fiori di montagna? E da qui si prosegue lungo la Via Lattea, tra castagni, faggi e frassini fino a Valcasotto, un pugno di case e la reggia di caccia dei Savoia, nell’antica Certosa, che domina austera l’intero paesaggio. Una storia di passione quella di Beppino Occelli che trasforma un piccolo villaggio tra i monti nel Borgo del Gusto o meglio, dei formaggi. Qui si scoprono le antiche cantine di stagionatura dei formaggi di Langa ed alpeggio. Qui si scopre che il burro di sola panna fresca è il più buono del mondo, secondo Wine Spectator e che la Tuma de Paja al Fancy Food di New York ha conquistato perfino un Oscar.  E che nel molino napoleonico le farine di Meliga ridanno vita al biscotto di Valcasotto, un’antica specialità locale. L’Italia, il Piemonte è anche questo. Storie di grandi uomini che dedicano la propria vita  ad inseguire grandi sogni.

dormire

Dove Dormire:

Serralunga d’Alba  

Il Boscareto Resort & Spa *****L Weekend di vendemmia  per 2 persone: notte in camera doppia Superior con prima colazione, cena per due persone con menu Grande Degustazione a La Rei e vini Beni di Batasiolo, vendemmia nei vigneti Beni di Batasiolo con visita alle cantine e degustazione e ingresso Spa a 570,00 euro.

Fr. Rombone di Treiso

Azienda Agricola e agriturismo Ada Nada Si dorme in una cascina settecentesca con vista mozzafiato. La mattina colazione gourmet con dolci sfornati freschi, formaggi e salumi delle Langhe. Prezzi a camera con colazione 80 euro. Degustazioni gratuite su prenotazione.

Mangiare

Dove mangiare:

Borgomale

Cascina Pistone: si acquistano le piccole tome di varia stagionatura e la giunca, un formaggio fresco oggi rarissimo. Degustazioni da 15 euro con 5 tipi di toma, Dolcetto d’Alba, pane fatto in casa e dolce.

Le riserve di Beppino Occelli
Le riserve di Beppino Occelli. Foto: Elena Barassi

Valcasotto

Beppino Occelli: nel borgo di Valcasotto si visitano le cantine di stagionatura dei formaggi e si acquistano nella bottega, tra gli altri, le grandi riserve al Barolo, al fieno Maggengo, al Malto d’Orzo e Whisky, oltre all’insuperabile burro. Nella Locanda del Mulino degustazione di formaggi e piatti tipici.  

Carrù

Salumeria Chiapella: d’obbligo lasciarsi tentare dai  Baròt, in dialetto il bastone per la ricerca del tartufo, raffinati salamini al Barolo o tartufo ma anche dal prosciutto cotto di bue e dal salame biologico al tartufo.  Tel. 0173 732001

bere

Dove bere:

Cantine del Barbaresco

Enoteca Regionale del Barbaresco: Piazza del Municipio 7, Barbaresco Tel. 0173.635251, enoteca@enotecadelbarbaresco.it.

Cantina Dante Rivetti: Bricco di Neive. Tra Barbera, Dolcetto e un fresco Arneis un raffinato Barbaresco riserva Bricco di Neive pluripremiato.

Cantine del Barolo

Il Barolo Briccolina di Beni di Batasiolo Credito elena Barassi bassa

Il Barolo Briccolina di Beni di Batasiolo. Foto: Elena Barassi

Cantina Beni di Batasiolo: frazione Annunziata di La Morra. Emblema della produzione della cantina di proprietà della famiglia Dogliani, il Barolo è la punta di diamante con 5 diversi cru provenienti dalle colline di Monforte, Serralunga e La Morra. Indimenticabile il pluripremiato Briccolina.

Cantina Renato Ratti: frazione Annunziata di La Morra. Il primo a vinificare un Barolo proveniente da singolo vigneto (Barolo Marcenasco 1965) e a realizzare la mappa delle più importanti vigne storiche (Carta del Barolo 1976), Renato Ratti è considerato il grande innovatore del Barolo. Da provare il Barolo Rocche dell’Annunziata.

Cantina Fontanafredda: a Serralunga d’Alba, un piccolo borgo con cantine spettacolari, la Foresteria delle Vigne per un romantico weekend, il ristorante stellato Guido nella Villa Reale e pure una piccola chiesa. Un tempo di proprietà di Vittorio Emanuele II, oggi nelle mani di Oscar Farinetti, patron di Eataly.

eventi

Eventi:

10 ottobre – 15 novembre – 85° Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. Ogni sabato e domenica di ottobre e novembre. Inoltre rievocazioni medievali, mercatini, eventi sportivi e enogastronomici.

17-18 ottobre – Piacere Barbaresco: all’Enoteca regionale del Barbaresco, in degustazione grandi cru delle migliori cantine.

10 dicembre – Fiera del Bue Grasso di Carrù: Una grande festa dei sapori in cui il bollito, di cui Carrù è la capitale gastronomica, trova il suo momento di pura gloria.

Articolo pubblicato sul sito: http://www.lavocedinewyork.com

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