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giovedì, Aprile 18, 2024

Cappadocia, i surreali camini delle fate

Un dedalo di chiese, castelli, torri rupestri, canyon, pinnacoli, funghi di tufo col cappello di roccia: il paesaggio della Cappadocia è unico al mondo. Anche il nome è magico: i camini delle fate. Ma non è un incantesimo. 10 milioni di anni fà, nel periodo dell’Alto Miocene, iniziarono delle grandi eruzioni vulcaniche e la lava ha formato strati di tufo che poi ha subito una trasformazione continua per effetto del vento e dell’acqua. La conseguenza di queste erosioni è stata la creazione di formazioni coniche che si innalzano come pinnacoli verso il cielo. Alcune sono sormontate da un blocco di roccia più dura: ecco il cappello a borsalino o , appunto, a cono come quello delle fate.
Non è pensabile di andare in Turchia senza visitare la Cappadocia (non a caso patrimonio dell’Unesco), regione storica dell’Anatolia, situata a 700 km a sud di Istanbul, nell’area corrispondente all’attuale Turchia centrale, che comprende parti delle province di Kayseri, Aksaray, Nigde e Nevsehir, dove strade scenografiche attraversano panorami lunari in un paesaggio surreale impregnato di cultura millenaria. Abitata dagli Hatti prima e poi da Hittiti, Assiri e Persiani, attraversata dalla “via della seta”, passò infine sotto il dominio dei Romani e fu poi costretta a subire le invasioni degli arabi. Dapprima rifugio di anacoreti ed eremiti cristiani, poi di intere popolazioni che scavarono le loro abitazioni nel tufo, la zona si è trasformata in epoca bizantina in uno straordinario universo rupestre. La più popolata era la Valle di Goreme dove sono state contate 365 chiese, alcune delle quali ancor oggi splendidamente affrescate. C’erano anche una decina di misteriose città sotterranee: Derinkuyu è la più grande e complessa, nove piani sovrapposti nelle viscere della terra in cui uomini e donne si rifugiavano in caso di incursioni nemiche, nascondendosi in un labirinto di stanze che arrivavano a ospitare fino a 25mila persone. Il complesso architettonico prevedeva anche cucine, refettori, botteghe, chiese, scuole e stalle per il bestiame.

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La Cappadocia, che in turco significa “terra dai bei cavalli“, si può ammirare anche dall’alto con un volo in mongolfiera (www.assianaballoons.com). Costa 150 euro e l’esperienza vale la spesa: Il volo, all’alba, dura circa un’ora e lo spettacolo è talmente affascinante da togliere il fiato. Con circa 6 euro invece si entra nel museo a cielo aperto di Goreme. Le chiese rupestri sono situate in una valle, sono scavate direttamente nella roccia e custodiscono splendidi affreschi millenari, conservati quasi integralmente. Sono tutti molto belli e significativi: dal Cristo pantocratore al Bacio di Giuda, attraverso Madonne, santi e arcangeli ritratti in modo magistrale. Simile a quello di Goreme è l’altro spettacolare museo all’aperto, quello di Zelve, con la Chiesa dell’Uva, abitazioni scavate nella roccia e ormai disabitate. Una sosta nella Love Valley ( a circa 10 minuti d’auto a nord di Goreme) è imperdibile: una distesa a perdita d’occhio di giganteschi camini delle fate che si innalzano verso il cielocon forme vagamente falliche, in mezzo a cui scorre uno sterrato dove si cammina per circa 30 minuti ammirando l’opera della natura.

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I posti migliori per ammirare i “camini delle fate” si trovano a nord di Goreme su una strada panoramica che collega Cavusin con Pasabag e la Valle di Devrent dove le formazioni rocciose raggiungono i 40 metri di altezza con la classica forma conica sormontata da una specie di cappello costituta da una roccia piatta. Per gli amanti del trekking c’è la Ilhara Valley che si estende per ben 16 km con un verdeggiante canyon scavato nel corso di millenni dal fiume Melendiz: nelle pareti rocciose hanno trovato rifugio i monaci bizantini e hanno pregato nella Chiesa Fragrante decorata con dipinti rimasti quasi intatti. Infine, per conoscere a fondo la Cappadocia, a 80 km da Goreme vale la pena di visitare il Monastero di Selime (ingresso 5 lire turche, meno di 3 euro) scavato in una roccia come un castello naturale. Stretti corridoi e scale a picco mettono in contatto i vari ambienti che può essere divertente esplorare.

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