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giovedì, Aprile 25, 2024

Capoverde/Boavista, dove le dune incontrano il mare

Testo e foto di Maurizio Pavani

 

Tra infinite e ancora incontaminate spiagge con dune di sabbia finissima; una meta turistica abbastanza nuova fatta di tanta avventura in un’isola non ancora soggiogata in pieno dal turismo di massa

 

Natura selvaggia! Un’immagine ammaliante a cui non siamo ancora abituati. E allora? … Prendiamo il "pentolone della fantasia"; mettiamoci dentro un paesaggio africano, aggiungiamo una manciata di storia e cultura europea mischiando il tutto con un pizzico di America Latina al ritmo lento della Morna. Cosa ne uscirà? Una terra "non più Africa, non ancora Brasile": l’isola di Boavista. Si narra che l’arcipelago di Capo Verde, con le Canarie, Azzorre, Madeira e le Isole Selvagge, altro non sarebbe se non parte della mitica Atlantide, almeno ciò che nell’immaginario collettivo oggi rimane di quel magico continente scomparso nella notte dei tempi e che tuttavia ritorna nei racconti del mito, oggi in pieno Oceano Atlantico al largo delle coste del Senegal. La suggestione esotica: prendiamo una giovane creola, bellissima nelle sue movenze: bacino stretto. sinuosi fianchi. Gambe lunghissime. Neri, profondi occhi di gazzella. Sahariana pelle di Viana: è Lei. E’ Varandinha (la costa sud-ovest di Boavista dove il mare tempestoso si diverte a giocare con la spiaggia e con le grotte in un susseguirsi di meravigliose insenature rocciose e sabbiose n.d.r.). Rincorretela! Chiamatela forte. Gridate il suo nome! Varandinhaaa, Varandinhaaa. Non vi risponderà! Meravigliosa Curral Velho dai lunghi neri capelli mossi dall’Harmattan (vento del deserto n.d.r.). Una danza di granelli, dopo granelli è il tuo abbraccio. Conca di sabbia dorata. Noi siam qui. Siamo venuti a sognare, sdraiati sulla sabbia per ammirare l’intenso azzurro del cielo di dieci isole d’origine vulcanica, disposte a semicerchio al largo delle coste dell’Africa Occidentale a poco più di 5 ore e mezza di volo dall’Italia. Nell’Oceano Atlantico, 1200Km a sud delle Canarie e non troppo lontane dal Brasile ma più vicino al Senegal. Paesaggi variegati che vedono alternarsi distese di dune sabbiose a rare oasi verdeggianti e nera roccia lavica lesta a gettarsi nel blu cobalto dell’Oceano, circondata dall’abbraccio affettuoso di bianche e infinite spiagge. LE ISOLE, tagliate in due dagli Alisei che soffiano da nord-est , vengono suddivise in due gruppi: isole SOPRAVENTO (al nord) con Sal, Boa Vista (Boavista), Santo Aantao, Sao Vincente, Santa Luzia e Sao Nicolau; isole SOTTOVENTO (al sud) con Maio, Santiago (dove è anche la capitale Praia), Fogo (dove c’è il vulcano) e Brava. La lingua ufficiale è il portoghese ma quella utilizzata dalla popolazione locale è il creolo (misto tra il portoghese e alcune lingue africane) e in buona parte l’italiano data la massiccia presenza di turisti connazionali molti dei quali stanziali. Le stagioni sono due: quella secca (da novembre a luglio) e quella delle piogge (da agosto a ottobre). La temperatura media annuale è intorno ai 24-26°. La moneta in vigore è l’Escudo Cabo-Verdiano (EscCV = 100 centavos); 1€ equivale a circa 110 Escudos Ecv. L’euro è quasi sempre accettato da tutti, in particolare dai taxisti. L’arcipelago di Capoverde fu scoperto dai marinai portoghesi tra il 1456 e il 1460 e, ironia della sorte rispetto a oggi, all’epoca appariva proprio verde dal momento che si presentava rigoglioso di vegetazione affiorante dalla sabbia sahariana. Conquistata l’indipendenza dai portoghesi nel 1975, le isole hanno assunto una forma di governo indipendente e autonomo che non disdegna l’ingresso di capitali e valuta estera pregiata. Pensate che per vivere degnamente, oggi basterebbero circa 500/600 euro-mese, quando un direttore di banca del posto ne guadagna circa 900/1000 e un lavoratore occupato presso i villaggi turistici deve invece accontentare di 200-250 euro al mese; infatti il governo di Capoverde, rilascia la cittadinanza a coloro che fatta la richiesta possono dimostrare di avere un reddito mensile minimo di circa 1200/1300 euro, potendo usufruire così di benefit e vantaggi non solo fiscali. Per esempio il Governo Cinese che ha realizzato una serie di opere, ha avuto in cambio il vantaggio del libero commercio per i suoi connazionali e molto probabilmente a breve, si dice che avrà anche la gestione dei possibili Casinò che il governo Capoverdiano intende realizzare sulle isole di Sal e Boavista. Anche gli italiani si sono accaparrati una buona fetta del mercato delle costruzioni tant’è che l’isola di Boavista vede una serie di cantieri, lesti a sorgere in assenza di un serio piano regolatore e con tipologie abitative in un mix di stili dei più disparati. MA VENIAMO AL VIAGGIO. Tra le dieci isole, la scelta è caduta proprio su BOAVISTA, terza isola dell’arcipelago in ordine di grandezza; la più vicina al continente africano, quella dal clima più tropicale; la più "tranquilla" e certamente selvaggia, una terra ancora lontana dal pur organizzato turismo di massa in stile Mar Rosso. LE SPIAGGE a Boavista sono le più belle, estese e larghe dell’arcipelago. C’è Praia do Curalinho (conosciuta come Santa Monica che si estende per ben 18 km) e poi Praia de Chaves (con il fantastico parco delle dune di sabbia), Praia de Varadinha (con le sue grotte naturali che accolgono le onde dell’oceano), Praia de Lacavaò, Praia de Curral Velho, Ervatao ed Estoril che ai visitatori offrono lo spettacolo di rive sabbiose, dall’aspetto selvaggio, con colori e sfumature striate dai riflessi solari caratterizzanti albe e tramonti come quello nel DESERTO DI VIANA, ricordo indelebile per chiunque lo visiti, di quest’isola sahariana. Oltre che per l’aspetto morfologico, l’isola è rinomata anche per le numerose specie animali protette che trovano rifugio sicuro tra le sue acque. In primo piano la salvaguardare delle TARTARUGHE CARETTA-CARETTA, facili da avvistate sulle rive quando si apprestano a deporre le uova; poi balene e megattere che si avvistano nel periodo che va da dicembre a giugno, i pacifici squali balena e i più aggressivi squali carcarini (molto ghiotti di tartarughe) e poi tantissimi tonni, marlin, serra e aragoste che nel periodo di fine riproduzione arricchiscono con il loro sapore e dimensioni giganti le portate (50 euro ad aragosta) di questo o quel villaggio turistico. VISITE E ITINERARI: di fronte al capoluogo dell’isola, la città di Sal-Rei, sorge un isolotto con lo stesso sul quale vi sono le vestigia dello storico forte Duque de Bragança. Da Rabil (dove c’è l’aeroporto), si può arrivare alla spiaggia de Chaves dove c’è l’antica ciminiera realizzata dagli inglesi che un tempo cuoceva i mattoni, soprattutto c’è il suggestivo parco delle dune di sabbia e l’antica chiesa di S. Roque. Tra dune e datteri si possono organizzare quattro circuiti escursionistici assolutamente in fuoristrada: IL CIRCUITO NORD – sulla costa settentrionale, dalla Ponta do Sol ha inizio una bellissima e lunghissima spiaggia sabbiosa conosciuta come Costa de boa Esperanca che a circa metà della sua lunghezza presenta il relitto ormai arrugginito di un mercantile spagnolo (Santa Maria) che qui naufragò nel 1988, forse perché nel suo destino era scritto che sarebbe diventato rifugio di falchetti e altri specie di uccelli marini e una curiosità turistica da far capitalizzare a beneficio del modesto reddito della popolazione locale; la verità è che su quella costa insistono rocce magnetiche che fanno impazzire le bussole dei naviganti oltreché fortissime correnti e gorghi. La costa ha il suo fine con la Ponta Antonia, nelle cui vicinanze è la località di Espinguera, antico villaggio di pescatori abbandonato, da un paio d’anni restaurato da un italiano a modello di resort di lusso (a circa 2 ore da Sal-Rei tutta in fuoristrada e difficilmente raggiungibile quando piove) per coloro che intendono riposare nell’assoluto silenzio contemplativo e meditativo. CIRCUITO SUD – nella parte meridionale dell’isola, forse la più accattivante, con la cittadina di Provocao Vela (XVII secolo) e una montagna ricca di caverne e l’immensa spiaggia di Curalinho (S. Monica) bianchissima e lunghissima per oltre 18km sulla quale s’infrangono le onde dell’oceano alte anche 3mt. Dopo S. Monica c’è la laguna di palme da cocco e dattero con le tipiche case dei pescatori che conservano ancora oggi il tetto in foglie di palme. CIRCUITO EST – un’antica strada in cubetti di porfido (lastricata a mano dalle donne di Boavista) collega Sal-Rei alla parte più verde dell’isola dove si trovano le pittoresche cittadine di Joa Galego, Figueiras e Cabeco de Tarafes e Faro di Morro Negro da cui si gode una vista mozzafiato fino alla Punta do Roque e alla Praia dos Balejas con numerosi scheletri di delfini e megattere portati dalle correnti atlantiche. CIRCUITO OVEST – con la bellissima spiaggia di Chaves, il parco delle dune di sabbia desertica (il luna park dei quad), e la suggestiva Punta Varadinha, una bellissima spiaggia ricca di grotte naturali. Dal circuito Ovest è possibile inoltrarsi nel DESERTO DI VIANA con dune di sabbia fine e bianchissima e oasi di cocco e datteri. DIVERTIMENTI – ciò che Boavista offre nel relax giornaliero delle sue lunghissime, bianche e silenziose spiagge è inversamente proporzionale, in senso positivo, al frenetico e chiassoso divertimento serale. A PLAYA DE ESTORIL c’è il BAHIA, un caratteristico localino in stile afro-sudamericano, mix di restaurant, happy hour e disco music, gestito da Marco, un ragazzone italiano simpatico e ciarliero che insieme al socio Enrico, propone a prezzi decisamente contenuti (circa 15 euro) freschi, ottimi e abbondanti tranci di tonno alla griglia, attrezzati lettini per il sole in stile indonesiano, servizi, doccia, birra e caffè e inoltre alla sera, gustose grigliate di pesce attorno al fuoco sotto un cielo nero illuminato solo da una miriade di stelle e dalla via lattea, il tutto a ritmo di musica. Nella piazzetta centrale di Sal Rei c’è invece l’Esplanada, caratteristico locale attrezzato con griglia elettrica per polli e fiumi di birra, dove è possibile ascoltare dal vivo della buona musica locale. C’è anche il Pub Cabana, ritrovo per i ragazzi Capoverdiani e per i turisti che hanno voglia di trascorrere la sera sorseggiando caipirigna, grogue (il liquore locale, sorta di fortissima grappa) e cerveza, ascoltando tanta musica. Il Tortouga Club situato nella spiaggia dell’Estoril è affascinante anche di notte. Un’alternativa è costituita dalla discoteca "Silva" molto frequentata dai ragazzi capoverdiani, aperta solo nel fine settimana. A Rabil, dove c’è l’aeroporto, si trova l’altra sala da ballo, il Crystal. LA MUSICA è infatti nel sangue di tutti i capoverdiani. Ci si sveglia al mattino e si ascolta musica; ci si muove al ritmo musicale, si fa l’amore e tutto il resto sempre a ritmo di Batuko, Coladeira, Colasanjon, della tradizionalissima Morna e della Funanà. Si balla da bambini, adolescenti e anziani e forse … si balla anche nell’aldilà. Ogni istante della giornata è al ritmo della musica capoverdiana, mix di ritmi africani, portoghesi e brasiliani. Per quanto riguarda la pratica degli sport e l’artigianato non ci sono sostanziali differenze con il resto del mondo: surf, windsurf e kitesurf i più gettonati insieme alla pesca fuoribordo e alle escursioni motorizzate in quad su per le dune e lungo le spiagge. Orci, mosaici, pavimenti, pannelli di azulejos e tegole; ricami, statuine d’argilla, cappelli di paglia e oggetti di corno e di guscio di noce di cocco nonché statue, statuette, maschere, collane e collanine della tradizione africana e infinite magliette. Insomma … immaginiamo un’isola grande tre volte l’isola d’Elba ma con un territorio d’origine vulcanica dove convivono nere pietraie intervallate da terre rosse, deserti di sabbia sahariana, bianche dune di sabbia in perenne movimento che si rincorrono lungo chilometri e chilometri di spiagge semideserte, affacciate sull’Oceano e dalle tonalità cromatiche, mix di verde smeraldo e blu cobalto. Prima di partire, però, è doverosa una raccomandazione! Ricordate che "Natura selvaggia" non è sinonimo di Paradiso.

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