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giovedì, Aprile 25, 2024

ALASKA, L’ AMERICA DELL’ ESTREMO NORD

ALASKA, L’ AMERICA DELL’ ESTREMO NORD

Situata nell’estremo nord-ovest del continente americano e tagliata quasi a metà dal Circolo Polare Artico l’Alaska, grande cinque volte l’Italia, confina ad est con il Canada – con il quale condivide parecchie caratteristiche geografiche e ambientali – ed è separata dall’estremo nord-est della Russia dalla lingua di mare dello stretto di Bering. Territorio selvaggio di frontiera per antonomasia, una tundra artica fredda e poco ospitale, si presenta montuoso e disseminato all’interno di grandi foreste, imponenti montagne innevate tutto l’anno (qui si trova il monte McKinley con i suoi 6.193 m la più alta vetta del nord America), enormi fiumi, vulcani attivi e spenti, vasti ghiacciai che scendono fino al mare lungo una costa estremamente mossa caratterizzata da profondi fiordi, ampie penisole e un numero elevatissimo di isole nell’estremo settentrionale dell’oceano Pacifico, tanto da poter totalizzare ben 54.700 km di coste. Dal 1959 costituisce il 49° stato degli USA e, anche se non collegato fisicamente alla madrepatria, ne è lo stato più vasto e anche il meno popolato. L’Alaska, il cui nome significa grande paese, riveste un ruolo storico fondamentale per tutto il continente americano. Dal suo territorio transitarono infatti le popolazioni che durante l’ultima glaciazione, alcune decine di migliaia di anni fa, passarono dall’Asia all’America attraverso un ponte naturale oggi sommerso dallo stretto di Bering: alcune, come gli inuit esquimesi, si fermarono qui, altri, la maggioranza, proseguirono il loro cammino verso sud, colonizzando poco a poco l’intero continente, mentre il tempo li differenziava etnicamente. Il primo europeo ad esplorare queste terre fu il danese Vitus Boering, a capo di una flotta russa che si annesse il territorio per conto dello zar. I russi però non lo colonizzarono, ma si limitarono alla caccia ed al commercio di pellame con i locali, tanto che nel 1867 decisero di disfarsene vendendolo agli Stati Uniti per 7.200.000 dollari, vale a dire 5 dollari per kmq e meno di un cent per ettaro. Eppure tra gli americani ci fu chi la considerò una spesa inutile ed eccessiva, molto criticata. Tutti cambiarono ovviamente parere quando nel 1880 vennero scoperti ingenti giacimenti auriferi, e cominciò una massiccia corsa all’oro celebrata da Jack London, e poi altre importanti risorse minerarie, fino alla scoperta nel 1968 del maggior deposito di petrolio e di gas naturale di tutto il nord America, ottime integrazioni economiche alla magra economia locale basata essenzialmente fino ad allora su pesca e legname.

La maggior attrazione turistica dell’Alaska, capace di richiamare ogni anno 600 mila visitatori (quanti sono gli abitanti, per il 70 % bianchi europei, 15 inuit e 7 meticci), è sicuramente costituita dalla natura, in parecchie aree ancora praticamente intatta. Ci sono diversi parchi e aree protette, anche importanti, ma per le sue caratteristiche si può affermare che gran parte del paese sia naturalmente protetto, con paesaggi spesso mozzafiato. La fauna annovera 150 mila alci e renne, poi caribù, capre di montagna, pecore selvatiche, orsi e lupi; in cielo diversi tipi di uccelli, in particolare aquile. In mare nuotano foche, marsuini, delfini, balene, leoni marini, lontre e trichechi, nei fiumi abbondano i salmoni. La flora vanta 33 piante endemiche, tra cui abeti, ontano, pioppo nero e betulle. Il Denali national park, istituito un secolo fa, è il maggior parco subartico del paese (esteso quanto la Sicilia) dove si trova il monte McKinley, chiamato dai locali denali "la grande montagna"; offre panorami infiniti con vallate solcate da torrenti e circondate da montagne di diversi colori e picchi aguzzi, abitate da caribù, orsi neri, grizly, alci, lupi e, soprattutto, branchi di bighom bianchi, le pecore selvatiche delle Montagne Rocciose. Il Kenaj Fjords national park è un’area di 235 mila ettari formata da montagne, foreste, fiordi, ghiacciai e iceberg che scendono in una baia creando uno spettacolo straordinario: impressionante la vista sul ghiacciaio lungo 80 km e largo 48, una lastra di ghiaccio dalla quale si irradiano in tutte le direzioni ben 34 bracci diversi; in mare gli iceberg navigano tra balene, foche, delfini e otarie. Il Glacier Bay national park, grande quanto metà della Sicilia e protetto dall’Unesco come riserva della biosfera, risulta formato da 16 fiumi glaciali che defluiscono in mare attraverso fiordi e montagne ricoperte da foreste, producendo un’enormità di iceberg; a terra vivono lupi, alci, orsi bruni e neri, e cervi, in mare balene, foche, delfini e lontre. La città più popolosa è Anchorage (260 mila persone), una vera metropoli al centro del paese, ma la capitale è Juneau (solo 30 mila abitanti), epicentro della corsa all’oro e considerata per il suo panorama una delle più belle cittadine degli Usa, dove si può arrivare solamente in aereo o in nave per l’assoluta mancanza di strade. Cosa non insolita in Alaska e valida per parecchi altri centri.

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